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Sicilia, a cento giorno dalla marcia dei Forconi, esce di scena la candidata del movimento. La parabola dei Vespri Siciliani

(di Gianpaolo Santoro) Chi non ricorda quei volti segnati dal sole, le mani ruvide, le bandiere blu e quelle gialle e rosse, lo sguardo deciso, di chi questa volta non l’avrebbe data vinta a nessuno. I nuovi Vespri siciliani, disse qualcuno. Hanno tenuto in scacco la Sicilia per quindici giorni, un gennaio di lacrime, blocchi stradali e sangue. E naturalmente ci fu anche chi subito adombrò la lunga mano della mafia in quella rabbiosa rivolta. Era Il «Movimento dei forconi», gruppi spontanei uniti ad una cordata chiamata «Forza d’urto», in quei giorni dichiararono “guerra” al Paese. I capipopolo erano alla guida di un esercito di autotrasportatori, agricoltori, pescatori, edili e disoccupati. Posti di blocco ovunque. Dagli accessi autostradali di Palermo e Catania al porto di Messina, dall’area del petrolchimico di Priolo all’ “assedio” di Gela, fino alle manifestazioni che paralizzarono Agrigento e Caltanissetta. Insomma la Sicilia tutta unita nella lotta. Ed il loro grido di guerra non ammetteva mediazioni. “A morte questa classe politica, come si è fatto con i francesi, con il Vespro.”
Al voto, al voto Sono passati si e no cento giorni. Tre mesi di vecchie e nuove tasse, di recessione e miseria. Insomma dai quei giorni della grande protesta nulla è cambiato. Solo una lunga serie di omicidi, piccoli imprenditori, artigiani che hanno scelto di farla finita, perché comunque strangolati dalle cartelle delle tasse. Sono arrivate le elezioni. Ecco ora il popolo depone i forconi e si arma del voto, avrà pensato qualcuno. E la campagna elettorale è stata tutta all’insegna dell’autonomia isolana. Autosostenibilità territoriale, autonomia delle Circoscrizioni e una rivoluzione culturale, anzi Ri-evoluzione culturale. Un solo gridò dal quartiere Zen fino al mare…
Misteri siciliani Come candidata, non dopo una serie di scontri fra due capipopolo dei Forconi, Mariano Ferro e Martino Morsello, viene scelta Rossella Accardo (un passato nel “Fronte nazionale siciliano” di Pippo Scianò) un architetto molto conosciuto in Sicilia, soprattutto per essere la moglie di Antonio Maiorana di 48 anni, imprenditore edile scomparso misteriosamente insieme al figlio Stefano, 23 anni, nel 2008. E non è tutto: nel 2009 anche il figlio minore, Marco, perde la vita cadendo misteriosamente dal balcone della sua abitazione…
Il Gattopardo Le urne di Palermo, terra che gli opinionisti di una volta definivano laboratorio politico, hanno emesso il loro verdetto che sembra essere scritto proprio da Giuseppe Tomasi di Lampedusa: Il 48 per cento o giù di li va a Leoluca Orlando Cascio, già due volte sindaco di Palermo, la prima nel 1985, famiglia democristiana che più democristiana non si può, oggi nell’Italia dei Valori, già fondatore della Rete (poi bucata dagli elettori) con Dalla Chiesa junior. Orlando nelle primarie aveva appoggiato Rita Borsellino ma non avendo digerito la sconfitta della sua candidata ha deciso di scompaginare tutto per fronteggiare il suo ex pupillo, quel Fabrizio Ferrandelli, suo ex pupillo, un altro ex dell’Italia dei Valori. Il ballottaggio sarà fra loro due, Davide e Golia con una trentina di punti di percentuale di differenza…
Orlando furioso Si, a sbaragliare il campo, è stato proprio quel Leoluca Orlando che attaccò duramente Giovanni Falcone accusandolo di aver “tenuto chiusi nei cassetti” una serie di documenti riguardanti i delitti eccellenti di mafia. Falcone, che dissentì sostanzialmente dalle conclusioni di Orlando sulle responsabilità politiche in merito alle azioni della cupola mafiosa (il cosiddetto “terzo livello”), bollò le affermazioni come “cinismo politico”. “Se il sindaco di Palermo sa qualcosa, faccia nomi e cognomi, citi i fatti, si assuma le responsabilità di quel che ha detto. Altrimenti taccia: non è lecito parlare in assenza degli interessati”. Si, proprio quel Leoluca Orlando che polemizzò veementemente anche con Leonardo Sciascia sui “professionisti dell’antimafia” per poi, in un secondo momento, fare parzialmente marcia indietro. Ma questa è storia d’altri tempi, di prima Repubblica dicono.
Ah, e la candidata a sindaco del nuovo che avanza, del Movimento dei Forconi, gli indignati tricolori, Rossella Accardo? Ha preso i voti del condominio, lo 0,28 per cento. Cosi è, se vi pare…