Passera: metà della società è in sofferenza. Ora a far paura è la tenuta sociale del Paese
”Il disagio sociale diffuso è legato alla mancanza di lavoro in Europa in generale ma che nel nostro Paese è più ampia di quello che le statistiche dicono”. Ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, secondo il quale ”è a rischio la tenuta economica e sociale del Paese” perché il disagio investe “metà della nostra società”.
Proprio per la mancanza di lavoro: “se mettiamo insieme disoccupati, inoccupati, sottoccupati e sospesi arriviamo a 5-6- forse 7 milioni di persone. Se moltiplichiamo per i loro familiari arriviamo alla metà della nostra società”.
”Il nostro Paese può farcela , ha tutti i numeri per farcela: non solo per uscire dalla crisi ma anche per uscirne più forte di altri Paesi”, ha assicurato Passera, precisando che non si tratta di ”un ottimismo di maniera”.
Il ministro ha elencato i punti di forza che possono rappresentare una carta vincente per il Paese. ”Dalla globalizzazione può arrivare una spinta alla crescita. L’Italia ha dei vantaggi unici come nel settore della moda, della casa, dell’autonomazione, della meccanica, della filiera agroalimentare e del turismo. E – ha evidenziato – tutto questo rappresenta una buona parte dell’economia che non può non avere un grande vantaggio”. E se a tutto questo si aggiunge ”il dinamismo” del sistema delle piccole e medie imprese, ”da persone concrete, dobbiamo convincerci che lo spazio per crescere c’è”.
In un messaggio inviato all’Assemblea di Rete Imprese Italia , il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha notato come il Paese stia vivendo ”un momento di forti preoccupazioni per l’andamento dell’economia e dell’occupazione, in particolare dei giovani e delle donne”.
”Con il prolungarsi della crisi – ha osservato - le piccole e medie imprese, che costituiscono parte essenziale e propulsiva del sistema produttivo italiano, incontrano crescenti difficoltà”. Ma si è detto certo che l’assemblea di Rete Imprese Italia ”potrà offrire un notevole contributo di analisi e di proposta che consenta di alleviare tale stato di sofferenza ”
Da parte sua il presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi, nel suo intervento, ha sottolineato come nel Paese stia crescendo ”un clima di insofferenza, di scoramento, di disperazione”. A testimoniarlo sono ”i drammi vissuti dagli imprenditori che arrivano all’atto estremo di togliersi la vita. Un dramma di fronte al quale non si può rimanere indifferenti. Anzi, deve aumentare da parte di tutti l’impegno perché il Paese cambi passo”.
Tra la pressione fiscale sopra il 45%, l’Imu e ”la mannaia dell’Iva” si profila ”un vero e proprio percorso di guerra lungo il quale rischiano di cadere molte imprese, con enormi costi per l’intero Paese”, ha affermato il presidente di Rete Imprese Italia, auspicando ”un fisco equo, semplice e sostenibile”.
A suo giudizio, infatti, ”con questa pressione fiscale non ci sarà alcuna ripresa degli investimenti, alcun rilancio dei consumi, alcun allargamento dell’occupazione”. “La pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro – ha scandito – deve scendere sensibilmente e in tempi rapidi. Questa è la vera priorità”.
”Le banche tornino a sostenere le nostre imprese e lo Stato paghi i propri fornitori”, ha chiesto Venturi. ”70 miliardi di debiti – ha denunciato – sono una cifra mostruosa, immorale, non tollerabile” che sottrae ricchezza a investimenti, occupazione e consumi.
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