Suicidi, giornata tragica: si ammazzano per la crisi a Pompei, Bari e Catania
Si allunga la lista dei suicidi per la crisi. Un imprenditore di 63 anni di Vico Equense si è ucciso, sparandosi alla testa, questo pomeriggio nel parcheggio del santuario di Pompei. L’uomo, che è morto durante il trasporto in ospedale, ha lasciato tre lettere con scuse verso i familiari e accuse verso Equitalia per delle cartelle a suo dire ingiuste. L’imprenditore fino a due anni fa era titolare di un’impresa edile e successivamente di un’agenzia immobiliare e matrimoniale. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Pompei.
Prima di suicidarsi Arpino è stato in chiesa, dove ha pregato su un inginocchiatoio davanti ad un quadro della Madonna. Poi è uscito, dopo poche decine di metri, è entrato nel parcheggio dove ha messo la sua auto, ha impugnato la pistola, ha premuto il grilletto e si è tolto la vita.
Lo sparo ha richiamato l’attenzione dei parcheggiatori, dei passanti e di molti fedeli che sono accorsi nell’area riservata alla sosta per rendersi conto di persona dell’accaduto. Nell’auto la polizia giudiziaria ha trovato tre lettere di addio, con le spiegazioni del suo gesto.
Il suicidio va ad aggiungersi alla lunga lista di persone che, sopraffatti dalla crisi, hanno deciso di togliersi la vita. Un altro caso è accaduto nel Pratese. Senza un lavoro stabile e con grossi problemi economici, un uomo di 55 anni si è impiccato nei boschi di Vaiano (PO). Il cadavere è stato trovato questa mattina: sul posto sono intervenuti i carabinieri e i soccorritori del 118.
L’uomo era in mobilità da alcuni mesi. La vittima era in stato depressivo per le cattive condizioni economiche in cui versava da un paio d’anni, da quando era morto il padre: grazie alla pensione dell’anziano genitore, il 55enne riusciva a tirare avanti.
Poi, alla scomparsa del padre, l’uomo aveva lasciato la casa di famiglia, ed era andato ad abitare in un alloggio in affitto, ma non riusciva a pagare il canone di locazione.
I problemi economici lo hanno sopraffatto, fino alla decisione di togliersi la vita. La vittima ha lasciato un biglietto in cui chiede scusa a tutti per il gesto, tranne al fratello e alla sorella, con cui non era in buoni rapporti per questioni di eredità. Il suicidio risalirebbe alla scorsa notte. Il 55enne è stato trovato impiccato a un albero.
Un imprenditore, titolare di una ditta di impiantistica, si è suicidato oggi pomeriggio nelle campagne tra Molfetta e Terlizzi, in provincia di Bari. L’uomo di 46 anni, ha lasciato un biglietto in cui chiede scusa alle figlie per il gesto. Secondo quanto riferito dai familiari, l’elettricista lavorava in proprio e aveva anche appalti con enti pubblici: l’imprenditore non sarebbe riuscito a far fronte ad alcuni debiti perché gli stessi enti non lo avrebbero pagato nell’ultimo periodo. Aveva chiesto anche dei mutui alle banche, ma non gli erano stati concessi. L’uomo, che viveva a Molfetta, era sposato e aveva due figlie di 15 e 19 anni.
A Paternò nel catanese, un bracciante agricolo di 32 anni, da mesi senza lavoro, si è suicidato nella tarda mattinata di oggi, impiccandosi nella sua abitazione. La vittima lascia la moglie e una bambina di otto anni. Sul posto si sono recati carabinieri della locale compagnia.
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