Taglio ai rimborsi dei partiti, Aula vuota deputati in fuga. La politica fa il ponte lungo
(di Carlo Lazzari) Se non ci fossero state quelle scolaresche allegre e un pò rumorose a movimentare l’emiciclo di Montecitorio, l’aula impegnata nel fondamentale e sentito dibattito sulla legge che dovrebbe tagliare i rimborsi ai partiti, sarebbe apparsa desolatamente vuota. Neppure il numero minimo di una squadretta di calcetto di deputati a partecipare alla discussione di una legge che dovrebbe togliere dalla vergogna e dall’imbarazzo i partiti che si finanziano con decine e decine di milioni di euro della collettività, spese personali, vacanze, ville con vista, resort e lauree improbabili. Non più di dieci o quindici deputati, rileva Stefano Feltri sulla Stampa, a condividere il destino di una legge che dovrebbe tagliare del 50 per cento i rimborsi, almeno per i tre partiti dell’Abc (Alfano, Bersani e Casini) ma che dovrebbe essere invece cancellata del tutto secondo l’Idv di Di Pietro che ha gia raccolto 200 mila firme per chiederne l’elimininazione.
Sorprendente la impermeabilità della politica dalla vita di chi dovrebbe rappresentare; sono appena passati pochi giorni dal risultato elettorale che ha umiliato Pdl e Lega, che ha penalizzato il Terzo Polo, che ha dato voce con una forza inaspettata all’antipolitica, lanciando come terzo partito il movimento 5 Stelle di Grillo, e la politica ha gia dimenticato, si è subito ricompattata nell’indifferenza e nel disprezzo del Paese. Un Paese che soffre mentre il club di Montecitorio (oltre 600 iscritti ) fa
il ponte lungo con la domenica e diserta l’Aula quando dovrebbe interrogarsi su come eliminare, dopo la lunga indecente abbuffata, qualche piccolo privilegio.
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