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Aja, il boia di Srebrenica alla sbarra. A 17 anni dai massacri in Bosnia si apre il processo a Mladic

Aja, il boia di Srebrenica alla sbarra. A 17 anni dai massacri in Bosnia si apre il processo a Mladic

 

A 17 anni dalla fine della guerra di Bosnia (1992-1995), si apre oggi all’Aja il processo contro uno dei suoi più sanguinari protagonisti, l’ex comandante delle forze militari serbo-bosniache (Vrs), Ratko Mladic. Considerato responsabile di decine di migliaia di morti, Mladic è accusato di aver ordinato l’assedio di Sarajevo e il massacro di Srebrenica
. Con il processo, il tribunale internazionale per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia vuole rendere giustizia alle vittime ma anche cercare di capire meglio il legame fra le autorità di Belgrado e le politiche di pulizia etnica portate avanti dai serbi bosniaci.
Il processo diretto dal giudice Alphons Orie è stato diviso in diversi segmenti. Il primo, destinato a durare fino a metà luglio, si occuperà dell’insieme dei crimini di guerra contestati. La corte affronterà poi separatamente i diversi capitoli: la campagna di terrore avviata nel 1992 per cacciare musulmani e croati dalle zone serbe, con episodi di genocidio in diverse località; i bombardamenti e l’azione dei cecchini durante l’assedio di Sarajevo, che causarono oltre 11mila morti, e infine il massacro di 8mila uomini e ragazzi musulmani a Srebrenica.
Latitante per 16 anni, Mladic è stato arrestato nel maggio dell’anno scorso in Serbia. Invecchiato e malato, il 69 enne boia di Srebrenica ha insistito di non essere in grado di reggere il processo, lasciando intendere di rischiare di non arrivare vivo fino alla sua fine, come accadde per l’ex presidente serbo Slobodan Milosevic, morto d’infarto prima della conclusione del procedimento a suo carico. Una perizia medica ha tuttavia dichiarato che Mladic e’ perfettamente in grado di seguire il processo.
Il giudizio contro Mladic si svolgerà in parallelo con quello in corso contro Radovan Karadzic, il leader politico dei serbi di Bosnia. E si avvarrà delle condanne già comminate con tre ufficiali ai suoi ordini, Radislav Krstic, Vujadin Popovic e Ljubisa Beara. Molte delle 400 testimonianze di questi processi potranno essere riutilizzate contro Mladic, che si dice invece innocente di quelle che definisce “mostruose accuse”.
Ma intanto la Corte Internazionale di Giustizia ha già stabilito nel 2007 che a Srebrenica vi fu un genocidio.