Monti al G8: Crescita e rigore per uscire dalla crisi. Il caso Grecia sul tavolo dei Grandi
Se le elezioni in Francia e in Grecia avranno veramente determinato nuovi equilibri, lo si vedrà proprio a Camp David dove, da oggi, saranno riuniti i Capi di Stato e di Governo degli otto ”grandi” del pianeta (Stati Uniti, Canada, Giappone, Russia, Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna).
La crisi dell’Eurozona, il problema della Grecia tuttora senza un governo e a rischio di uscire dall’area euro, ma anche l”exit-strategy” dall’Afghanistan, alla vigilia del vertice Nato di Chicago, e il deteriorarsi della situazione in Siria, saranno tra i temi caldi in agenda, il 18 e il 19.
Al tavolo, per un battesimo di fuoco sulla scena internazionale, il neo eletto presidente francese, il socialista Francois Hollande, dopo una campagna elettorale tutta incentrata sul bisogno di voltar pagina in Europa, puntando su crescita – proprio come chiede Obama – e non solo sul rigore. Con lui Mario Monti, chiamato dalla presidenza americana, ad aprire i lavori della prima sessione, sabato mattina, interamente dedicata all’economia globale. Un segno che è stato letto da più parti come una straordinaria apertura di credito da parte degli Usa nei confronti dell’Italia.
Sul fronte della ricetta per uscire dalla crisi c’è infatti sintonia tra Monti e Obama, entrambi d’accordo sulla ”necessità di fare sforzi per intensificare crescita e occupazione”, aveva dichiarato Monti dopo la telefonata intercorsa con la Casa Bianca. Monti, in arrivo a Washington a notte fonda, dovrebbe già atterrare a Camp David nelle prime ore del pomeriggio, dopo una colazione di lavoro nella Capitale Usa.
A Camp David arriverà una Angela Merkel, la cancelliera tedesca, forte del fatto che l’economia tedesca è una delle poche dell’Ue a crescere, per quanto a passo più lento, ma senz’altro indebolita. Politicamente, dalla disfatta elettorale subita nel Nord Reno Westfalia e, sul piano internazionale, dalle critiche degli analisti che le rimproverano i tentennamenti e i ritardi della risposta europea alla crisi del debito greco.
Anche in questo caso, i riflettori saranno puntati sul francese Hollande al banco di prova: da una parte, per vedere se sarà in grado di ricostruire un asse franco-tedesco con la cancelliera che aveva sostenuto il suo predecessore, Sarkozy, dall’altra per verificare come saprà impostare le sue relazioni con Obama che incontrerà bilateralmente anche a Washington, questa mattina, prima di partire per Camp David. Se sull’approccio alla crisi economica i due potrebbero facilmente trovarsi in sintonia, sembra più problematico un punto d’incontro sul dossier Afghanistan, dopo gli annuncia elettorali di Hollande per un ritiro delle truppe francesi anticipato alla fine dell’anno.
In America non atterrerà Vladimir Putin impegnato – secondo le motivazioni ufficiali – nella formazione del nuovo governo. In attesa del prossimo incontro con Obama, in giugno per il G20 di Los Cabos, Putin sarà sostituito dal Premier, Dmitri Medvedev. Un’assenza che non dovrebbe comunque pesare su un dato di fondo: il G8 di Camp David, come sostengono il Time e molti altri media Usa, ”questa volta è importante”.
Fino all’anno scorso molti mettevano in dubbio l’utilità di questo vertice, messo quasi in secondo piano dal G20, che include paesi emergenti sempre più potenti come Cina e India. Oggi invece si sottolinea da più parti l’avvenuto ”upgrade” alla luce della situazione attuale: la preoccupazione crescente dell’America, presidente di turno del G8, per la crisi economica mondiale e le ipoteche che pesano sulla potenziale ripresa europea determinate dal problema greco.
In gioco c’è anche, ovviamente, il futuro della prima economia del mondo e le prospettive di rielezione per Obama, che potrebbe pagare a caro prezzo una risposta europea non adeguata alla gravità delle crisi e al rischio di un’uscita, che nessuno vorrebbe, di Atene dall’area euro.
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