Il procuratore Motta: potrebbe non essere mafia. Il parroco di Brindisi: troppe coincidenze, la scuola è intitolata a Falcone
Troppe “coincidenze” per escludere che dietro l’esplosione all’istituto Falcone-Morvillo di Brindisi non ci sia un attentato criminale. A non escluderlo, e’ il parroco della Chiesa del Cristo a Brindisi, che riflette: “e’ significativa la data. A giorni ricorrera’ l’anniversario della strage di Capaci in cui morirono Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo. Ebbene, non mi pare casuale che la scuola dove e’ avvenuta l’esplosione sia proprio intitolata a loro. E’ chiaro che non si e’ trattato di una bravata”, insiste il sacerdote.
Proprio a Tuturano, quartiere periferico di Brindisi, oggi era previsto l’arrivo della carovana antimafia che sta girando per la Puglia. Alle 10 presso un bene confiscato in Via Leonardo Leo era in programma una conferenza stampa con i carovanieri alla presenza del sindaco di Brindisi Mimmo Consales, del presidente della Provincia Massimo Ferrarese, del responsabile della Legalita’ democratica dell’Arci Puglia Alfredo Polito e di Alessandro Cobianchi, coordinatore nazionale antimafia.
Il responsabile dell’attentato davanti all’istituto superiore ‘Morvillo-Falcone’ di Brindisi “potrebbe non essere una organizzazione mafiosa, in un momento in cui le organizzazioni mafiose locali sono alla ricerca di un consenso sociale”. Lo ha detto il procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Cataldo Motta, ai giornalisti che lo hanno avvicinato davanti alla prefettura di Brindisi al termine di un vertice al quale era presente anche il procuratore nazionale Piero Grasso. ”Sarebbe un atto in controtendenza perché questo sicuramente aliena ogni simpatia nei confronti di chi lo ha commesso” ha spiegato.
Riguardo invece alla pista del terrorismo internazionale, “è un’ipotesi non accreditabile sulla base di elementi oggettivi”. “In genere – ha aggiunto – gli atti terroristici vengono rivendicati. Qui rivendicazioni non ce ne sono. Fino a quando non abbiamo degli elementi che consentano una lettura tranquilla, io mi asterrei da valutazioni che possano creare ulteriore allarme”.
In merito alle troppe coincidenze in questa vicenda, come il fatto che l’attentato sia stato commesso a pochi giorni dal 20esimo anniversario dell’omicidio del giudice Giovanni Falcone, proprio nel giorno in cui a Brindisi giungeva la carovana antimafia della legalità, per il procuratore “potrebbero essere solo tali. Bisogna comunque chiedersi ‘cui prodest’ cioè a chi interessa e chi se ne avvantaggia”.
Poi, a una giornalista che gli chiedeva quale fosse il bersaglio scelto dagli attentatori dal momento che l’istituto scolastico si trova vicino al tribunale, Motta ha risposto: “Non credo che l’obiettivo fosse il tribunale, credo che fosse la scuola. La sede del tribunale era facilmente identificabile”, quindi, è questo il ragionamento del magistrato, se avessero voluto colpire la sede giudiziaria gli attentatori sarebbero stati più precisi.
Per il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso l’attentato di oggi “è terrorismo puro”. Colpendo ‘”la scuola di Brindisi -ha aggiunto- sono state colpite tutte le scuole d’Italia”. Grasso ha quindi precisato che parlando di terrorismo fa riferimento non a una pista precisa ma al terrore e alla paura che questo tipo di avvenimenti genera nell’opinione pubblica e nella gente.
Quanto alla pista passionale, ”mi sembra poco verosimile” ha detto a Sky Tg24 il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli. ”Mi pare una vicenda un po’ troppo strutturata – ha osservato – per essere ricondotta a un fatto soltanto emotivo. Comunque non daremo tregua a chi ha compiuto questo atto criminale”.
”E’ un attentato bestiale. Mi ha inviato sul posto il ministro dell’Interno Cancellieri e il Capo della Polizia Manganelli, ai quali riferirò immediatamente: vogliamo fare subito chiarezza e verità” ha detto questa mattina all’Adnkronos il prefetto Francesco Cirillo, vicecapo della Polizia, inviato a Brindisi dopo l’attentato. ”C’è grande dolore per la morte della ragazza – ha aggiunto Cirillo – e per i feriti dell’esplosione. Gli studenti sono la speranza, non si può morire così…”.
Il ministro del’Interno, Annamaria Cancellieri, intanto vola a Brindisi e lunedì mattina sarà nuovamente in città per presiedere un vertice con i responsabili nazionali e locali delle Forze dell’ordine e della magistratura.
“Lo Stato c’è. Sono in stretto contatto con il presidente del Consiglio, Mario Monti e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, li tengo costantemente informati su quello che succede” ha riferito il ministro dell’Interno in diretta telefonica a Radio Uno. “Monti sta seguendo la vicenda con grande attenzione e apprensione. Bisognerà aspettare di avere elementi certi per capire cosa è successo, sarebbe superficiale parlare di strage mafiosa senza averne la consapevolezza. Lunedì – ha confermato – sarò a Brindisi per un vertice con i magistrati, spero per allora di avere sufficienti elementi”.
In diretta a Tgcom24 Cancellieri ha poi spiegato: ”Serve un’analisi più accurata degli inquirenti. E’ un fatto di inaudita gravità. Pista mafiosa? Qualsiasi ipotesi sarebbe prematura, sul posto abbiamo le migliori risorse disponibili e vediamo cosa emergerà”. Quello brindisino ”è un territorio molto delicato e i giorni scorsi ho incontrato parlamentari del luogo che mi avevano sottolineato la gravità della realtà brindisina e di Mesagne in particolare”. Il ministro riferirà in Aula al Senato martedì alle 16.30.
Anche per il ministro della Giustizia, Paola Severino, “se vogliamo reagire seriamente non dobbiamo fare diagnosi anticipate e avventate” anche se l’intitolazione della scuola a Falcone e Morvillo, l’esplosione arrivata pochi giorni prima del ventesimo anniversario della strage di Capaci e il fatto che l’istituto avesse partecipato al concorso sulla legalità e lo avesse vinto, sono elementi che “fanno riflettere”, ha affermato ai microfoni di Sky Tg24.
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