Brindisi, continuano le indagini. Un uomo minacciò la scuola un mese fa
Un uomo un mese fa era uscito dall’uffici del preside della scuola Morvillo-Falcone gridando “Ve la farò pagare”. Potrebbe essere solo uno sfogo ma alla luce dei fatti di sabato scorso, ogni pista vine battuta dagli inquirenti. Per ora non ci sono novità rilevanti nell’inchiesta sull’attentato esplosivo di sabato a Brindisi che ha provocato la morte di una ragazza di 16 anni, di Mesagne, Melissa Bassi, e il ferimento di altre studentesse che si apprestavano a entrare nella scuola superiore ‘Falcone Morvillo‘.
Continuano le audizioni di testimoni e persone informate sui fatti e le altre attività di indagine, ad esempio quella sulla provenienza delle tre bombole di gas introdotte in un cassonetto dei rifiuti e usate per l’attentato.
L’impressione è che dopo l’accelerata iniziale, grazie al reperimento del video ripreso da una telecamera di un chioschetto vicino alla scuola e al sospetto su una persona, poi accantonato, si stia ricominciando da capo. Si procede con l’ipotesi di strage aggravata da finalità terroristiche. L’inchiesta è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Gli inquirenti si rifugiano però in uno stretto riserbo.
Cosimo Consales, primo cittadino di Brindisi, ha intanto annunciato che la sua giunta ha deciso di ”intitolare una piazza, vicino alla scuola, a Melissa Bassi“. “Promuoveremo – ha aggiunto – anche un ‘Forum 19 maggio Democrazia e Legalità – per fare una riflessione su questi temi ogni anno nel giorno di questa tragedia”.
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