Vertice Ue, Atene va salvata: si teme l’effetto domino. Braccio di ferro sugli eurobond
“Un vertice promettente che ha dato un’accelerazione” sui temi della crescita, anche se bisogna “fare di più”. Così il premier Mario Monti ha sintetizzato la cena informale di ieri dei leader dei 27, conclusasi all’1,30. “Si sono aperti moderati spazi per quei Paesi, come l’Italia, che stanno portando avanti” politiche di rigore, ha detto Monti nel corso di una conferenza stampa, durante la quale ha sottolineato di “non essere sfiduciato sui ritardi dell’Europa, so che procede in questo modo”.
“Per questo bisogna spingerla, è un oggetto lento da muovere”, ammette, dicendosi poi “rincuorato, perché vedo che ci sono situazioni più confortevoli ma anche Paesi che sono in difficoltà spiccata e penso a come era l’Italia in quel tavolo solo sei mesi o otto mesi fa”. “Occorre per l’Europa una politica di maggiori investimenti che trovino spazi dentro vincoli e finaziamenti”, esorta ancora il premier, riconoscendo come “queste siano cose che un po’ lentamente si stanno affermando”.
Monti, infine, ha annunciato che la cancelliera tedesca Angela Merkel ha accettato l’invito al vertice a Roma con il presidente francese Francois Hollande e con il premier spagnolo Mariano Rajoy che dovrebbe tenersi prima della fine di giugno.
Le Borse europee cercano di risollevare la testa dopo il tonfo di ieri, ma i timori per l’uscita della Grecia dall’Euro non consente il rimbalzo.
A Piazza Affari dopo un avvio in rialzo, il Ftse Mib si inabissa di nuovo sotto quota 13mila punti, a 12.880 punti (-0,62%), un livello sotto il quale era sceso, ultime sedute a parte, solo nel marzo del 2009, il momento peggiore della crisi scoppiata dopo il fallimento di Lehman. L’All Share -0,57%.
Dopo un’apertura in leggero calo, risale lo spread Btp-Bund, principale indicatore del rischio-Paese, a 431 punti dai 428 di ieri. Sempre basso il tasso dei titoli tedeschi, fermo all’1,40% mentre il differenziale con i Bonos spagnoli è a 480 punti.
Negative anche Parigi (-0,23%), Bruxelles (-0,09%), Francoforte (-0,14%). Riduce i guadagni Londra (+0,22%).
Chiusura poco variata oggi per la Borsa di Tokyo, con il Nikkei a 8.563 punti (+0,08%). La Borsa giapponese ha riguadagnato un poco di terreno grazie alle ricoperture scattate dopo i recenti cali. Il Topix ha chiuso a +0,09%, 722,25 punti. Il Tokyo Stock Exchange aveva aperto in calo, per effetto delle vendite sui titoli legati alle esportazioni, penalizzati dall’euro, indebolito dalle preoccupazioni legate ad una possibile uscita dall’Eurozona della Grecia.
Ma gli investitori hanno iniziato a ricomprare le azioni, scese ormai a prezzi molto convenienti, dopo che nella seduta pomeridiana il Nikkei è affondato sotto quota 8.500. Le azioni di Sony Corp hanno chiuso in guadagno dello 0,82%, mentre il produttore di macchinari per le costruzioni Komatsu ha guadagnato lo 0,53%.
Alle 15 ora giapponese l’euro scambiava a 99,94-96 yen, in calo dalla quotazione di mercoledì alle 17, 100,67-71 yen, e a 1,2571-2572 dollari, in calo da 1,2661-2663 dollari. Il dollaro quotava a 79,49-50 yen, poco variato dai 79,51-53 yen di mercoledì pomeriggio.
Sul fronte delle misure per rilanciare la crescita, il summit ha individuato alcune “piste” da seguire: ricapitalizzazione della Banca europea degli investimenti, project bond, miglior uso dei fondi strutturali, bilancio Ue 2013. Se ne riparlerà a giugno, quando sul tavolo ci sarà anche la Tobin Tax.
E ha lanciato un messaggio ad Atene: “vogliamo che resti nell’euro rispettando gli impegni presi”, sono state le parole usate dal presidente della Commissione europea José Manuel Barros nella dichiarazione sulla Grecia diffusa al termine del summit.
Il vertice ha anche constato la divisione esistente al suo interno tra una maggioranza di paesi favorevoli agli eurobond – guidata da Francia e Italia – e quelli contrari, con la Germania in prima fila. Il neopresidente francese François Hollande, al suo debutto sulla scena europea, ha chiesto che la prospettiva degli eurobond sia inscritta sull’agenda dell’Ue nell’ottica di realizzare una maggiore integrazione economica, necessaria per affiancare quella monetaria. Per la Germania gli eurobond sono un punto d’arrivo, per noi è un punto di partenza”, ha detto riconoscendo comunque che le euro-obbligazioni non costituiscono di per sé uno strumento per la crescita. “Ma il dibattito proseguirà”, ha aggiunto.
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