Finanziamento ai partiti, la Camera dice sì alla riforma. Grillo: Non vogliamo soldi pubblici
Taglio dei finanziamenti pubblici, introduzione del principio del cofinanziamento, controlli più rigorosi con un organismo ‘ad hoc’ (e un sistema di sanzioni) e anche un contributo benefico di 160mln di euro per le zone colpite dal recente terremoto. Sono diverse le novità introdotte dalla legge che la Camera ha approvato con 291 sì e 78 no e che adesso passa al Senato.
FINANZIAMENTI - L’intervento più ‘robusto’ sta nel primo articolo, che dispone la riduzione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici a 91mln di euro annui (erano 182mln), il 70 per cento dei quali (63.700.000 euro) corrisposto come rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e quale contributo per l’attività politica. Il restante 30% (27.300.000) è erogato come cofinanziamento: i partiti ricevono 50 centesimi per ogni euro ricevuto a titolo di quote associative ed erogazioni liberali da parte di persone fisiche o enti. Ridotta anche del 50 per cento l’ultima tranche di rimborsi che i partiti devono ancora ricevere quest’anno. Per quel che riguarda i terremotati, i relatori hanno spiegato che la Ragioneria dello Stato ha quantificato rispettivamente in 91 e 69 i milioni risparmiati per il 2012 e il 2013.
STATUTO PARTITI – Tra gli interventi più discussi, quello subito individuato come norma anti Grillo e anti liste civiche. I partiti che vogliono partecipare a rimborsi e contributi, infatti, devono dotarsi di un atto costitutivo e di uno statuto. Lo statuto deve essere conforme a “principi democratici nella vita interna, con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti”. Altra ‘rivoluzione’ della Bressa-Calderisi, quella legata al sistema delle detrazioni per le donazioni: il 26% dal 2014 e nel 2013 il 24%. Un ‘tetto’ valido anche per le Onlus. Unica differenza, per i partiti la detrazione scatta sulle donazioni tra i 50 euro e i 10mila euro (oggi il tetto massimo era 100mila), per le Onlus la nuova detrazione scatta solo per importi non superiori a 2.065 euro annui. I contributi dei privati ai partiti dai 5 mila euro in su, inoltre, non potranno più essere anonimi. Al sistema si accede presentando una lista (in principio era richiesto almeno un eletto).
CONTROLLI – Complesso il sistema di controlli previsto dalla legge. A parte l’obbligo di far revisionare i bilanci da società esterne (anche se rispetto a una formulazione originaria viene richiesto solo un “giudizio sul rendiconto”) con la relativa pubblicazione ‘on line’, il provvedimento prevede una commissione ad hoc per il controllo sui conti dei partiti che hanno conseguito almeno il 2 per cento alla Camera o che hanno eletto almeno un deputato o un senatore o un parlamentare europeo o un consigliere regionale o un consigliere delle province di Trento e Bolzano. La Commissione sarà composta da cinque membri, di cui uno designato dal primo presidente della Corte di Cassazione, uno designato dal presidente del Consiglio di Stato e tre designati dal presidente della Corte dei Conti. L’incarico dura quattro anni, rinnovabili una sola volta.
SANZIONI – Articolato il sistema di sanzioni, che arrivano anche alla decurtazione dell’intero rimborso delle spese elettorali e del contributo per il cofinanziamento, passando per i due terzi dei rimborsi elettorali e dei contributi per l’anno in corso a seconda della gravità delle violazioni. Verranno puniti anche i partiti che non hanno destinato almeno il 5 per cento dei rimborsi elettorali ad iniziative per la parità di genere: la sanzione è di un ventesimo dei rimborsi elettorali e dei contributi per il cofinanziamento.
TESORIERI – Verranno puniti anche i tesorieri, che perderanno la legittimazione a sottoscrivere i rendiconti relativi agli esercizi dei cinque anni successivi. La relazione che la commissione redige e approva sui bilanci, dopo la trasmissione obbligatoria di tutte le informazioni da parte dei tesorieri, viene trasmessa ai presidenti di Camera e Senato e pubblicata su Internet, dove vengono resi noti anche i partiti in regola e quello no.
Tra l’altro, per i tesorieri è fatto obbligo di pubblicare le dichiarazioni dei redditi e patrimoniali così come accade per i parlamentari, compresi quindi i dati relativi al coniuge in regime di comunione dei beni e dei figli a carico. Tra le modifiche introdotte oggi al testo c’è anche quella che vieta a partiti e movimenti di prendere in locazione o acquistare, a titolo oneroso, immobili di persone fisiche che siano state elette nel Parlamento europeo, nazionale o nei Consigli regionali nei medesimi partiti o movimenti politici. Lo stesso vale per le società che fanno riferimento alle stesse persone.
INVESTIMENTI - Ancora, i partiti non possono investire in strumenti finanziari diversi da titoli di Stati dell’Ue. Mentre molto ha fatto discutere il no dell’aula al divieto per gli enti pubblici e le società controllate dallo Stato di effettuare erogazioni liberali o dare contributi o altri benefici in favore di associazioni, fondazioni, enti o altri soggetti presieduti o diretti da membri del Senato, della Camera, del Parlamento europeo, di Assemblee regionali o di altre assemblee elettive o da componenti di organi dirigenti di partiti e movimenti politici. Infine, tra gli odg approvati dall’aula c’è anche quello che impegna il governo a decurtare il finanziamento dei partiti che vedano tra i loro eletti persone condannate durante la legislatura per reati contro la pubblica amministrazione, voto di scambio o reati di mafia.
“Il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato in passato il rimborso elettorale di un milione e settecentomila euro per le regionali e rinuncera’ ai rimborsi per le prossime politiche, che potrebbero superare i 100 milioni di euro e piu’ con le attuali previsioni di voto. Quindi i soldi il M5S non li vuole. Difficile da capire per i partiti che sui soldi ci campano, ma e’ “Tutto Vero”, come titolo’ la Gazzetta dello Sport dopo la vittoria della nazionale in Germania che poi ando’ a Berlino”. Cosi’ il leader del Movimento, Beppe Grillo, in un messaggio postato sul suo blog da cui partono anche attacchhi a Bersani e Casini. “La febbre terzana che ha colpito Bersani che sproloquia di “non vittoria” ha colpito anche Azzuro Caltagirone, in arte Casini”. Immediata e telegrafica la replica di Bersani alle critiche. “Dica pure..”.
Ad accompagnare le righe che polemizzano sulle norme, in discussione alla Camera, sull’erogazione dei rimborsi elettorali, una foto ritoccata di Casini, in cui il leader dell’Udc ricorda Albert Einstein, al lato la scritta ‘un’idea diversa’. “La mossa piercasinanda (copyright Travaglio) e’ da vero politico consumato – incalza Grillo – Riflettete: se il M5S non vuole i soldi e’ allora necessaria una legge ad hoc per impedirgli di prenderli! L’Udc ha presentato un emendamento che condiziona l’erogazione dei contributi all’esistenza di uno Statuto, che tutti i partiti hanno, come e’ ovvio e quindi e’ ad hoc per il M5S. La Camera ha approvato entusiasta con 342 si, 104 astenuti e 54 no. Il MoVimento 5 Stelle ha uno Statuto di soli 7 punti che non prevede neppure l’esistenza di un tesoriere, ne’ tanto meno di finanziamenti elettorali. Si chiama “Non Statuto”, ma e’ uno Statuto a tutti gli effetti. Lo propongo come modello ai partiti, non invochero’ il copyright. Invece di tagliare i loro contributi di un miliardo di euro, li tagliano al M5S che non li vuole. Geniale!”.
“L’emendamento udiccino – prosegue il leader del M5S – conteneva anche un appello alla democrazia, lo Statuto (quello che consente di prendere i soldi) deve essere “conformato a principi democratici nella vita interna con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti”".
“Ma questo – per Grillo – e’ un autogol, una mossa degna di Tafazzi, del QI di Casini. I candidati nei partiti sono infatti “nominati” dai segretari di partito grazie alla legge elettorale “Porcellum”, alla faccia della democrazia interna, quindi non potranno piu’ percepire rimborsi. Giusto? Giusto! A proposito, qualcuno mi presta i soldi per la colazione?”.
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