Il ritorno di Berlusconi: l’ex premier lancia il presidenzialismo alla francese
Elezione diretta del presidente della Repubblica, perché il confronto tra le recenti elezioni in Francia e in Grecia mostra che questo sistema garantisce la governabilità. Il Pdl ha deciso quindi di presentare questa riforma, abbinata alle primarie, come emendamento al ddl in discussione al Senato, per poterla realizzare entro la fine della legislatura. Lo ha annunciato Silvio Berlusconi nella conferenza stampa che sta tenendo con Angelino Alfano al Senato.
Durante la discussione delle riforme, che sta avvenendo con “una buona ragionevolezza dell’altra parte, è incominciato a venire il desiderio -ha spiegato Berlusconi- di approfondire quello che da trent’anni si è portato sui tavoli tutte le volte che si è trattato di parlare della riforma della Costituzione e cioè la possibilità che siano i cittadini stessi a decidere con il voto direttamente il Presidente della Repubblica”.
“Qualche giorno fa si è votato in Francia, si è votato in Grecia e ci siamo domandati: vogliamo continuare ad essere nella situazione di Atene, praticamente ingovernabile, o nella situazione di Parigi, in cui in pochi giorni i cittadini che hanno eletto un presidente lo hanno visto formare un nuovo governo, recarsi in Europa per discutere con l’Unione europea e con la signora Merkel dei problemi attuali; lo hanno visto andare a rappresentare la Francia nel G8 con il più importante presidente del mondo, Barack Obama? Oppure vogliamo essere piuttosto Atene -ha proseguito l’ex premier- che è in una situazione di assoluta ingovernabilità e che deve far ritornare i suoi cittadini al voto?”
“La risposta è ovvia. Ci siamo detti, perché non profittare di queste tre fortunate coincidenze; la prossimità della fine della legislatura; la scadenza del mandato di un eccellente Presidente della Repubblica, per non cambiare il sistema di elezione del Presidente della Repubblica in corso di un mandato; il fatto che l’Aula del Senato comincerà a discutere della riforma della Costituzione, per poter arrivare prima della fine della legislatura ad un cambiamento della Costituzione con questa innovazione”.
Successivamente, a chi chiede proprio a Berlusconi quali siano le sue intenzioni in materia, il presidente Pdl replica: “Per quanto mi riguarda farò quello che mi chiede il Pdl” e, poco dopo, aggiunge di non voler distrarre con altre questioni la presentazione di una proposta così rilevante di riforma istituzionale da parte del partito.
Il Alfano, al quale sfugge un lapsus quando si riferisce al Cavaliere che gli sta accanto (“Come dice il presidente della Repubblica… voglio dire il presidente Berlusconi”) ha spiegato che quella proposta è “la più grande modernizzazione del sistema istituzionale italiano. Dobbiamo fondare la Terza Repubblica, che non puo’ fondarsi sulle alchimie della Seconda. Deve essere passo avanti. Mettere in sicurezza le conquiste di quella, essenzialmente consistenti nel rapporto diretto dei cittadini con il Presidente del Consiglio”.
“Il Pdl è saldo, è compatto. Non si scioglie e io stesso resterà in campo come presidente del partito”. L’ex premier aggiunge che i sondaggi quotano il partito “sopra il 20%” e l’ultimo, di ieri, lo accredita del 23,6%.
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