Terremoto continuo, Emilia notte di terrore più di 60 scosse: 17 i morti, 14mila gli sfollati
Quella appena trascorsa è stata una lunga notte di ansia e paura nelle tendopoli per gli sfollati del terremoto che ieri ha colpito nuovamente l‘Emilia. Decine di scosse, 60 quelle registrate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, seppure non violente, hanno accompagnato e interrotto il sonno leggero delle migliaia di persone rimaste senza un tetto nel modenese, ma anche in provincia di Bologna e nel ferrarese, dove sono attendati gli sfollati del terremoto del 20 maggio.
Fuori dalle tendopoli si continua a scavare per rimuovere le macerie, recuperare qualcosa, ma soprattutto per cercare il disperso nel crollo dell’Haemotronic di Medolla. Al momento la conta dei morti è ferma a 16 vittime, mentre i feriti sono centinaia tra cui 12 ricoverati in gravi condizioni all’ospedale Baggiovara di Modena. La popolazione dei Comuni di Mirandola, Medolla, Cavezzo, ma anche di Crevalcore e San Felice hanno trascorso la notte nei campi allestiti dalla protezione civile, ma c’è anche chi ha dormito in macchina e chi ha montato una tenda privata non lontano dalla propria casa dichiarata inagibile o crollata.
Anche a Modena città c’è chi non ha voluto passare la notte in casa, sebbene non ci fossero controindicazioni. Il sindaco Giorgio Pighi ha deciso di tenere i parchi cittadini aperti e molti ne hanno approfittato, montando tende al parco Ferrari o sistemandosi in auto e camper. A Bologna come a Modena oggi le scuole e l’università sono rimaste chiuse, per consentire le verifiche tecniche sulla stabilità degli edifici.
Un’altra scossa è stata avvertita questa mattina dalla popolazione nelle province di Modena e Mantova. I comuni prossimi all’epicentro Novi di Modena e Concordia, in provincia di Modena, e Moglia, in provincia di Mantova. L’evento sismico è stato registrato alle 8 con magnitudo 3.8. Sono in corso le verifiche da parte della Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile.
Intanto è in corso a palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri che, come annunciato ieri dal presidente Mario Monti, dovrebbe adottare i provvedimenti necessari per far fronte alla situazione.
Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, intervenuta a ‘RadioAnch’io’ su RadioUno, ha assicurato che saranno effettuati dei mirati controlli di sicurezza anti-sciacallaggio ”nelle zone che rimarranno abbandonate dalla popolazione”. Allo stesso tempo si procederà con il complesso lavoro” delle verifiche di stabilità ”su tutti gli immobili prima che la gente possa tornare a casa. Le case hanno tenuto perfettamente, ma ci sono crepe in tanti palazzi storici”. E’ necessario, ha aggiunto, ”ridare fiducia e serenità alla popolazione perché c’è il panico, la paura che possa accadere di nuovo”.
Il territorio, ha aggiunto Cancellieri, ”è stato ferito nelle sue attività produttive, con i danni maggiori nei capannoni industriali, in parte nell’attività agricola e nel partimonio artistico, che ha subito danni ingenti. A tutto ciò si aggiunge il numero delle vittime, aumentato in maniera molto dolorosa”.
Con le nuove forti scosse di ieri i capannoni industriali sono crollati ”perché i tetti non hanno sopportato il sobbalzo. Sono stati i tetti che hanno ceduto, non le pareti”, ha aggiunto il ministro dell’Interno, rilevando che ”quello non è mai stato un territorio ad alto indice di sismicità, quindi probabilmente non erano a tenuta sismica”.
Le migliaia di sfollati, che si aggiungono alle persone che avevano lasciato la loro casa la settimana scorsa, dopo le prime scosse, ”dovranno andare negli alberghi, in luoghi non proprio vicini da casa”. Anche per questo, ha ricordato, sono stati predisposti specifici servizi di vigilanza anti-sciacallaggio.
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