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Allarme Bankitalia: La crisi colpisce le famiglie più giovani, sono più vulnerabili e meno ricche

Famiglie giovani meno ricche e più vulnerabili. E’ l’effetto della crisi, che ha invece aumentato la concentrazione della ricchezza finanziaria nel 10% delle famiglie più ricche e ‘anziane’: più del 60% del totale delle attività finanziarie è detenuto da nuclei con capofamiglia over 55. E’ il quadro che delinea la relazione annuale di Bankitalia.
I dati dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane confermano l’evidenza macroeconomica: tra il 2008 e il 2010 la ricchezza netta è rimasta pari a circa 8 volte il reddito disponibile. Tale rapporto è invece diminuito nel medesimo periodo da 5,4 a 5,1 per i nuclei con capofamiglia di età inferiore a 35 anni, a fronte dell’aumento registrato per le altre classi di età. Le famiglie giovani detengono strutturalmente un patrimonio inferiore al resto della popolazione; il divario si è tuttavia accentuato negli ultimi anni, soprattutto a causa della diversa dinamica della componente finanziaria.
La concentrazione della ricchezza finanziaria è aumentata durante la crisi: la quota di attività finanziarie posseduta dal 10 per cento delle famiglie più ricche è salita, tra il 2008 e il 2010, dal 44 al 47 per cento. Più del 60 per cento del totale delle attività finanziarie è detenuto da nuclei con un capofamiglia di età superiore a 55 anni, mentre ha continuato a ridursi la quota posseduta da quelli con capofamiglia di età inferiore a 35 anni (meno del 4 per cento nel 2010, oltre dieci punti percentuali più bassa di quanto osservato nella prima meta’ degli anni novanta).
Non solo, le famiglie giovani sono anche quelle che hanno meno propensione all’investimento finanziario. Nel 2010, prosegue l’analisi di Via Nazionale, l’80 per cento del portafoglio dei nuclei con capofamiglia giovane era detenuto sotto forma di depositi, una percentuale più elevata di quella dell’intero campione, pari al 54 per cento.
Anche gli indicatori di vulnerabilità sono peggiorati in misura più marcata per i nuclei con capofamiglia giovane: tra questi ultimi, la quota di quelli che non hanno attività finanziarie liquide sufficienti a garantire un tenore di vita al livello della soglia di povertà per almeno sei mesi in caso di perdita del reddito ha raggiunto nel 2010 il 17 per cento, quasi quattro punti in più rispetto al 2008; per il campione nel suo complesso sia l’incidenza sia l’aumento sono stati inferiori (10 per cento nel 2010, dal 9 nel 2008).