Coniuge tradito? La Cassazione dice sì al risarcimento delle “corna”
La Cassazione dà il via libera ai ‘danni da corna’ e stabilisce che, in caso di tradimento, non basta assegnare l’addebito al coniuge fedifrago. Questi dovrà anche rifondere i danni all’altro perché “il desiderio di libertà e felicità” cercato all’esterno “comporta la disgregazione della famiglia” passibile di danni. In questo modo, la Prima sezione civile – sentenza 8862 – ha accolto il ricorso di una moglie tradita di Macerata, che chiedeva appunto i ‘danni da tradimento’.
Era accaduto che la Corte d’appello di Ancona, il 16 aprile 2010, addebitasse la colpa del fallimento nuziale al marito, disponendo l’affidamento congiunto delle figlie minorenni con collocamento dalla madre, escludendo il risarcimento dei danni da tradimento. Il ragionamento seguito dai giudici di merito muoveva dal presupposto che la condotta dell’uomo “non sarebbe antigiuridica” e che la domanda di risarcimento del danno “contrasterebbe con il diritto del coniuge di perseguire le proprie scelte personali, soprattutto in conseguenza della legge che ha eliminato il carattere illecito dell’adulterio”. Un ragionamento che la Cassazione non ha condiviso, facendo notare che dire che il tradimento è già sanzionato con l’addebito della separazione “non tiene conto dell’evoluzione giurisprudenziale di questi anni”.
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