Siria, l’Onu denuncia: Nel conflitto bambini utilizzati come scudi umani
L’esercito siriano fedele al presidente Bashar al-Assad sta utilizzando i bambini come “scudi umani” nel conflitto in corso. E’ quanto denuncia un rapporto delle Nazioni Unite che rivela come alcuni bambini siano stati vittime anche di uccisioni, mutilazioni, torture tra cui la sottoposizione a scosse elettriche, violenze sessuali e arresti arbitrari da parte delle forze armate di Damasco e dei miliziani appartenenti al gruppo filo-governativo Shabbiha.
Il rappresentante speciale dell’Onu per i Bambini e i Conflitti Armati, Radhika Coomaraswamy, ha rivelato alla ‘Bbc’ di essere stata testimone in Siria di episodi “orribili” e di non avere mai visto una situazione simile in nessuna altra parte del mondo. “Molti ex soldati hanno parlato di attacchi armati nelle aree abitate da civili e di aver visto bambini, alcuni molto piccoli, uccisi e mutilati”, ha affermato la Coomaraswamy.
“Ci sono testimoni, inoltre, che hanno visto bambini torturati e abbiamo sentito che sono stati messi dei bambini sui tank e usati come scudi umani per evitare che si sparasse contro i carri armati”, ha aggiunto. La rappresentante delle Nazioni Unite sottolinea tuttavia che anche l’Esercito libero siriano (Els), i soldati disertori che combattono le forze pro-Assad, hanno utilizzato i bambini nel conflitto. “Per la prima volta – ha affermato – abbiamo sentito di bambini reclutati dall’Els per il fronte”.
Si stima siano circa 1.200 i bambini rimasti uccisi dall’inizio della rivolta contro il regime del Presidente Bashar al Assad, nel marzo 2011, stando a quanto riferito da organizzazioni umanitarie. “Siamo scioccati. L’uccisione e la mutilazione di bambini sono cose accadute in molti conflitti, ma la tortura in carcere su piccoli che non hanno più di 10 anni è qualcosa di straordinario, che non si è visto in nessun altro posto”, ha precisato la Coomaraswamy. Il rapporto delle Nazioni Unite, a dimostrazione del ruolo dei bimbi nel conflitto, cita in particolare l’attacco dell’esercito al villaggio di Ayn al-Arouz, nella provincia settentrionale di Idlib, dello scorso 9 marzo. Alcuni testimoni hanno riferito che quel giorno diversi bambini sono stati costretti ad uscire dalle loro case e “usati dai soldati come scudi umani in quanto posizionati davanti ai finestrini degli autobus che portavano i militari nel villaggio”.
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