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Elezioni Grecia, borse europee contrastate: giro di boa negativo. Male Piazza Affari, vola lo spread

L”effetto voto’ non convince i mercati europei e l’esito delle urne in Grecia, con la vittoria del fronte pro- euro, non dura a lungo, se non sulla piazza finanziaria di Atene. Dopo la chiusura positiva di Tokyo e delle piazze asiatiche e la partenza sprint dei listini del Vecchio Continente, i dubbi tornano a frenare gli investitori, in attesa delle indicazioni del G-20 e della decisione (attesa mercoledi’) che si compia la promessa di un ulteriore Quantitative Easing da parte della Fed. “Le sfide ancora aperte in Grecia restano enormi e la sensazione più diffusa è che il giorno del giudizio sia solo rimandato”, spiegano Michael Hewson e Tim Waterer analisti di Cmc Markets.
Un’incertezza che pesa, soprattutto, sui paesi a maggior rischio contagio e che si riflette sul comparto dei titoli dei Stato. Maglia nera per Madrid (-1,59%) mentre il differenziale tra Bonos spagnoli e Bund tedeschi risale a 574 punti, mentre alle 13.40 l’indice Ftse Mib cede l’1,40% a 13.203 con lo spread tra Btp e omologhi tedeschi che risale a quota 466, in forte rialzo rispetto all’apertura. Male a Piazza Affari i bancari che annullano i rialzi segnati in avvio, in affanno anche la galassia Ligresti dopo i rilievi mossi dall’Isvap a Fonsai. Ritracciano, rispetto ai rialzi superiori a un punto percentuale segnati in apertura, gli altri indici: Parigi guadagna lo 0,12%, Francoforte segna un progresso dello 0,78%, mentre Londra registra +0,46%. Positive anche le piazze di Lisbona (+0,34%), Zurigo (+0,49%) e Amsterdam (+0,16%), in una seduta caratterizzata dalla volatilita’. In attesa dell’apertura di Wall Street, Atene continua la sua corsa (+6,19%), mentre il leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo greco. “Cercherò di formare un governo di unità nazionale a lungo termine”, ha detto Samaras, che ha bisogno di allearsi con altri partiti per raggiungere la maggioranza.
A metà seduta gli scambi non superano un miliardo di controvalore, con i bancari in rosso. Bper cede il 3,54% a 3,706 euro, seguito da Mediobanca (-2,32% a 3,034) e Mps che cede l’1,72% a 0,189 euro. In flessione anche Unicredit a 2,53 euro (-1,94%), Ubi banca (-1,62% a 2,426), calo frazionale invece per Intesa Sanpaolo a quota 1 euro (-0,89%) e per Banco Popolare che lascia sul terreno lo 0,59% a 0,924 euro. In controtendenza Bpm che guadagna lo 0,14% a 0,347 euro. Male anche il comparto assicurativo con Mediolanum (-3,68% a 2,406), maglia nera del listino principale, e Generali che perde lo 0,73% a 9,455 euro.
Miglior performance del Ftse Mib per Finmeccanica che guadagna il 2,59% a 3,014 euro, in spolvero anche St a 4,218 euro (+2,48%) e Prysmian a 11,46 euro (+1,51%). Progresso di oltre un punto percentuale per Mediaset (+1,41% a 1,293), Tod’s a 78,70 euro (+1,61%) e Luxottica a 27 euro (+1,09%). In flessione la scuderia Agnelli con Fiat a 3,624 (-0,88%), Fiat Industrial a 7,41 (-1,13%) e la holding Exor a 16,29 euro (-0,18%).
Sull’All Share occhi puntati sulla galassia Ligresti. Fonsai cede il 2,81% a 0,952 euro dopo i rilievi mossi dall’Isvap. L’Autorità ha contestato a Fonsai “gravi irregolarità” in alcune operazioni con parti correlate, anche per compensi a esponenti della famiglia Ligresti, nel corso dei passati esercizi, e ha concesso alla compagnia quindici giorni per sanare i rilievi, altrimenti potrebbe essere nominato un commissario. Milano Assicurazioni perde l’1,54% a 0,262 e Premafin lascia sul terreno il 2,34% a 0,191 euro. Le contestazioni dell’Isvap riguardano in particolare alcune operazioni immobiliari con Imco e sue controllate (società riconducibili alla famiglia Ligresti), sull’operazione di acquisto nel 2009 di Atahotels.