Riforma del lavoro, passa la legge: sì della Camera ma metà del Pdl non vota
Via libera definitivo dell’Aula della Camera alla riforma del mercato del lavoro. Il ddl targato Fornero passa con 393 voti favorevoli, 74 contrari e 46 astenuti.
Il dissenso del Pdl attorno si è manifestato plasticamente nell’articolazioni del voto finale sulla riforma. Tra assenti, astenuti e chi ha votato no 87 deputati su 209 hanno fatto mancare il loro sostegno al governo sul ddl Fornero. In 7 hanno votato contro, 34 si sono astenuti e 46 deputati del Pdl erano assenti, di questi 11 in missione. Tra gli astenuti il relatore del ddl, Giuliano Cazzola, Annagrazia Calabria, Antonio Martino, Isabella Bertolini, Amedeo Labocetta e Giorgio Stracquadanio. Tra quelli che hanno votato contro il ddl Guido Crosetto (come annunciato in aula) e Renato Brunetta. Tra i numerosi assenti, infine, anche Silvio Berlusconi.
Il via libera rappresenta “un passo importante e ho apprezzato lo sforzo che il Parlamento ha fatto per approvare definitivamente la riforma entro oggi”, ha commentato il premier Mario Monti, secondo il quale grazie all’ok al ddl l’Italia può essere “rappresentata nel modo migliore in questa importantissima e difficile riunione del Consiglio europeo”. “Sono sicuro – ha ribadito la sua convinzione Monti – che tutte le parti politiche e sociali, quando un po’ di polvere si sarà depositata, daranno della riforma una valutazione positiva e importante, come hanno fatto Commissione europea ed Fmi”. E a chi gli chiedeva se confermasse la fiducia nel ministro del Welfare il professore ha risposto: “Certamente”.
Il voto di oggi del Parlamento italiano sul ddl lavoro “manda un forte segnale della continua determinazione dell’Italia di affrontare i seri problemi strutturali che hanno a lungo impedito al Paese di raggiungere il suo pieno potenziale”, ha commentato il presidente della Commissione europea Josè Manuel Durao Barroso in una nota, nella quale dice “di non vedere l’ora di congratularsi con il premier Mario Monti in persona per questo passo fondamentale” al vertice di domani.
Malumori, proteste e precisazioni hanno preceduto il disco verde al disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. Mentre alla Camera si votava la fiducia sul terzo e quarto articolo, i sindacati protestavano. La Cgil ha infatti organizzato a Roma in piazza Montecitorio un grande presidio contro un provvedimento che giudica “dannoso”. Per il segretario della Cisl Bonanni la riforma “non risponde a quello che si era detto dall’inizio”, ovvero che con le nuove norme ci sarebbero stati più posti di lavoro. E in merito alle modifiche al ddl lavoro dice che “meno si tocca e meglio è; d’altronde il ministro Fornero vuol toccare solo per peggiorare”.
Alle dure parole del leader Cisl arriva la risposta del ministro del Lavoro Elsa Fornero. “Il governo – ha detto questa mattina intervistata a Radio Anch’io – ha avuto un dialogo di circa 3 mesi con le parti sociali, per arrivare a un documento approvato da tutte le parti sociali tranne la Cgil“. Parlando in senso stretto del testo, il ministro ha poi dichiarato che “al Senato è stato realizzato un buon equilibrio: sono grata per il percorso di miglioramento” attuato, ma anche consapevole del “sacrificio fatto dalla Camera, dove i deputati della Commissione Lavoro avrebbero voluto dire la loro” sul ddl. Fornero ha quindi sottolineato che nel governo “nessuno ha mai avuto la pretesa di avere la chiave in tasca per i problemi” del mondo del lavoro. “Il Governo – ha ribadito – è disposto a fare cambiamenti: non ci sono intoccabilità, ma l’importante è far partire questa riforma” che contiene – secondo il ministro – “elementi positivi per il lavoro dei giovani e per gli ammortizzatori sociali, e le premesse perché l’apprendistato diventi la modalità di ingresso al mondo del lavoro”. Fin qui tutto bene.
Ma ad alzare l’asticella della polemica è stata una frase di un’intervista rilasciata dalla titolare del Welfare al ‘Wall Street Journal’ . Frase che l’ha poi costretta a una precisazione. “L’atteggiamento delle persone deve cambiare: il lavoro non è un diritto ma va guadagnato, anche con il sacrificio” aveva detto la titolare del Welfare al Wsj. Poi la prescisazione: il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione. Nell’intervista al quotidiano statunitense, spiegano dal ministero del Lavoro, il ministro Fornero ha fatto riferimento “alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro”, come è stato già più volte evidenziato.
“Il lavoro è un diritto. Il ministro Fornero ha giurato sulla Costituzione o su ‘Topolino’?”, commenta il senatore della Lega Nord, Gianvittore Vaccari. ”A quanto pare la badessa Fornero ha riscritto, tutta da sola e senza chiedere il permesso a nessuno, l’articolo 1 della Costituzione”, ha detto il leader dell’Idv Antonio di Pietro che promette battaglia alla riforma: “Noi, già a partire dal prossimo mese, ci rivolgeremo ai cittadini con un referendum”.
Intanto, oltre che nella Capitale, secondo Cgil, presidi sono previsti in altre città d’Italia. Questa mattina mentre era in corso la votazione alla Camera, sulla Torino-Milano andava in scena il blocco dei metalmeccanici della Fiom per protesta contro la riforma del lavoro. Presenti 500 lavoratori. “E’ la prima di una serie di iniziative che saranno messe in campo oggi dai metalmeccanici della Fiom insieme a tutta la Cgil per far sentire con forza la loro voce contro la ‘contro riforma’ del lavoro del governo Monti”, ha commentato il segretario provinciale della Fiom torinese Federico Bellono.
Social