Dopo una notte sulle barricate Monti soddisfatto: 120 miliardi per la crescita ad azione immediata. Un giorno da leone per il premier
Alla fine l’accordo è stato raggiunto. E’ servita una lunga trattativa, con tanto di minacce di veto. E non sono sicuramente mancate le tensioni, che si leggono anche nelle parole che i leader devono pesare per spiegare le misure anti spread, quelle per la ricapitalizzazione delle banche e l’impegno per la crescita. Tutto, con la vigilanza della Bce, che sarà anche ‘agente’ del fondo Esm per l’acquisto dei titoli di Stato dei Paesi che lo richiederanno, rispettando gli impegni e le condizioni individuate con la Commissione Ue.
Italia e Spagna, sostenute dalla Francia, ottengono quello che cercavano, un intervento immediato per stabilizzare i mercati e sottrarsi all’effetto contagio che da mesi ormai rischia di compromettere le loro possibilità di rifinanziamento. La Germania deve ‘digerire’ decisioni che avrebbe evitato volentieri, a partire dalla rinuncia a imporre l’intervento della troika in caso di intervento anti spread. L’Europa, soprattutto, esce dalla due giorni di Bruxelles meno esposta alle scorribande della speculazione.
A certificare questo primo risultato è la reazione dei mercati, con lo spread che ‘guadagna’ 40 punti, chiudendo a quota 426, e Piazza Affari che guadagna il 6,6%. Una inversione di tendenza che potrà consolidarsi se i segnali arrivati dalla due giorni di Bruxelles saranno confermati e rafforzati dal lavoro che sarà svolto dall’Eurogruppo da qui al 9 luglio, quando si riuniranno i ministri delle finanze dell’Eurozona, per attuare le decisioni prese.
Non ci sono “vincitori e vinti”, tenta di sintetizzare al termine del vertice il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, definendo “percezioni” e riducendo a “gioco” questo tipo di considerazioni. Ma sono le stesse dichiarazioni ufficiali dei leader a fa trasparire una contabilità chiara dei successi e delle battute d’arresto riportate.
Si respira comprensibile soddisfazione in casa Italia. Con il premier Mario Monti che archivia una notte sulle barricate con una serie di precisazioni che rendono il senso di una soluzione in chiave anti spread cercata e voluta fino in fondo. Quello messo a punto dal Consiglio europeo, innanzitutto, è “un meccanismo di stabilità e non salva Stati”.
Tanto che è importante che ci sia, prima ancora di pensare a utilizzarlo. L’Italia, spiega Monti, “ha proposto e si è battuta per avere le considerazioni sulle misure prese, superando un certo numero di ostacoli, ma non è intendimento dell’Italia di chiedere l’attivazione” del meccanismo di stabilità, “ma ci interessa che il meccanismo diventi presto attivo”.
Altra puntualizzazione chiave: “Non c’è la troika, Commissione, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, nelle procedure previste” nel meccanismo di stabilità e quindi “non c’è quella pesantezza di precarietà e di cessione della sovranità”. Un passaggio, questo, che contribuisce a mettere chiarezza dopo le parole di segno diverso, poi comunque corrette, arrivate a caldo da Angela Merkel.
Quindi, Monti può passare a valutazioni più complessive. La costruzione europea è “un po’ lenta e faticosa, ma quando prende dinamismo poi procede”. Al punto che, ne è convinto il premier, “in questi due giorni l’Unione europea ha fatto importanti passi avanti”. Un “successo”, deve ammettere, almeno in pubblico, anche la cancelliera tedesca.
Il meccanismo anti spread voluto da Monti, così come la ricapitalizzazione delle banche richiesta dal premier spagnolo Mariano Rajoy, mettono in primo piano il ruolo della Bce. Nel primo caso un agente per conto del fondo Esm, che dovrà fisicamente comprare i titoli di Stato in caso di necessità, nel secondo il titolare della vigilanza che diventa quasi esclusivamente europea.
E’ ovviamente il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ad entrare nel merito dell’azione decisiva che passerà per Francoforte. La ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell’Esm “dovrà essere accompagnata da una stretta condizionalità, altrimenti non saremo credibili”, chiarisce subito. Per poi spiegare qual è il compito che assumerà la Bce: “La Commissione europea presenterà una proposta sulla base dell’articolo 136 del Trattato per la creazione di un meccanismo di vigilanza unico, all’interno del quale la Bce assumerà il ruolo di supervisore per l’Eurozona”.
Draghi pone l’accento proprio su questi due aspetti, meccanismo anti spread e supervisione Bce, che rappresentano i “risultati tangibili anche per il breve periodo” del vertice della notte scorsa dei leader dell’eurozona. Ma c’è soddisfazione da parte del presidente della Bce anche per “l’impegno di lungo termine per l’euro da parte di tutti i Paesi membri dell’eurozona”.
Consistente infatti è l’impegno per la crescita, “un’operazione imponente”, evidenzia Monti, innescata con il via libera formale da parte dei leader dei 27 paesi europei a un pacchetto di misure di rapida attuazione da 120 miliardi di euro complessivi. “E’ cruciale incrementare il finanziamento dell’economia”, si legge nelle conclusioni del vertice Ue, per questo “120 miliardi di euro sono in corso di mobilitazione per misure per la crescita ad azione rapida”.
Nello specifico, il Consiglio europeo ha dato il suo ok a un aumento di capitale della Bei da 10 miliardi che permetterà di aumentare la capacità di prestito dell’istituto finanziario di 60 miliardi, arrivando così a sbloccare con un effetto leva 180 miliardi complessivi “attraverso l’intera Unione europea, inclusi i paesi più vulnerabili”. Questa decisione dovrà essere presa dal board della Bei in modo da entrare in vigore “al più tardi il 31 dicembre 2012″.
A questi si aggiungono i project bond, di cui deve “essere immediatamente lanciata la fase pilota”, si sottolinea nelle conclusioni di Bruxelles. Questi porteranno “ulteriori investimenti sino a 4,5 miliardi di euro per progetti pilota in infrastrutture chiave nel settore dei trasporti, dell’energia e della banda larga”. Inoltre, specifica il “Compact per la crescita e l’occupazione” annesso alle conclusioni del vertice, attraverso un uso più flessibile dei fondi strutturali europei, “altri 55 miliardi saranno destinati a misure a sostegno della crescita nel periodo attuale”.
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