Tagli alla spesa, stangata sugli statali e i sindacati minacciano lo sciopero generale
Girandola d’incontri sulla spending review ieri tra i ministri e il presidente del Consiglio, Mario Monti. Nel corso della giornata si sono susseguite diverse riunioni a palazzo Chigi, per mettere a punto il provvedimento che oggi sarà presentato alle parti sociali e che dovrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri tra giovedì pomeriggio e venerdì mattina. L’entità del provvedimento, secondo quanto riferiscono fonti di governo, potrebbe superare di poco la somma necessaria per rimandare l’incremento dell’Iva al 23% (4,2 mdl).
I ‘faccia a faccia’ si sono alternati a vertici di gruppo tra il premier, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e il commissario straordinario Enrico Bondi, il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera, il viceministro all’Economia Vittorio Grilli, il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il ministro per la Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, il ministro per l’Istruzione Francesco Profumo e il ministro per la Salute, Renato Balduzzi.
Tra le ipotesi allo studio che entrano ed escono dalle bozze anche, ma il condizionale è d’obbligo in questi momenti in cui tutto è in divenire, un intervento sulla tredicesima mensilità degli statali. L’intervento, a quanto si apprende, potrebbe ricalcare quanto già deciso dal governo Berlusconi per la liquidazione (cioè lo slittamento del pagamento del trattamento di fine rapporto per i pubblici dipendenti). In particolare si sarebbe valutata l’ipotesi di pagare a fine dicembre solo uno ‘zoccolo’ uguale per tutti e di far slittare la parte eccedente a gennaio 2013.
”Non è accettabile che il governo usi la spending review per ridurre ancora il finanziamento per la sanità. I tagli lineari già adottati ammonteranno nel prossimo triennio a 17 miliardi, con quasi tre miliardi di nuovi ticket”, affermano il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, e il responsabile Politiche della salute per il sindacato, Stefano Cecconi per i quali ”con i tagli lineari si impedisce ogni risanamento e si riducono, di fatto, i confini della copertura pubblica e universale, spingendo verso la privatizzazione di alcune attivita’. Ormai vi è il rischio di compromettere il sistema sanitario pubblico e quindi il diritto costituzionale dei cittadini alla tutela della salute e alle cure. E’ poco serio – concludono – camuffare l’esigenza di fare cassa con la spending review, che non vuol dire tagliare il finanziamento ma spendere meglio”.
Non si possono fare “tagli tanto per farli”, dice il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che mette in guardia il governo: “Faremo quello che serve, se occorrerà uno sciopero generale lo faremo ma ci sono mille modi per protestare”. ”Al governo chiederemo un piano chiaro frutto di una ristrutturazione pensata e discussa con parti sociali e Parlamento, non vogliamo una cosa che rischia di essere come quella degli esodati”.
Sulla stessa linea il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Se fossero confermate le indiscrezioni sulle misure sul pubblico impiego i sindacati ”reagiranno”: ”Non possiamo accettare una soluzione sulla parola d’ordine per cui bisogna ridurre la spesa pubblica, che sicuramente è una parola d’ordine popolare e per certi versi condivisibile, in cui gli unici a pagare sarebbero i più deboli, mentre la quantità di denaro che viene sprecata o viene spesa in maniera non efficiente nella pubblica amministrazione è enorme e non dipende di certo dagli impiegati: la pubblica amministrazione non è mica una cooperativa”.
“Dobbiamo trovare altre soluzioni, discutendo dell’attesa della pubblica amministrazione, senza andare a toccare la sostanza e la risposta sociale, che per noi non sarebbe accettabile”, ha detto il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani. “Bisogna andarci a fondo, bisogna vedere – ha aggiunto sempre parlando della spendig review – Credo che nessuno auspichi l’aumento dell’iva a cui ci ha inchiodato il duo Berlusconi-Tremonti”. E ha poi assicurato: “Da noi non viene mai demagogia, siamo un partito di governo. Si deve arrivare a un obiettivo: c’è modo e modo, discutiamo. Non credo -ha concluso il segretario nazionale del Pd- che una spending review o i tagli siano solo una cosa da funzionari del Tesoro”.
“Dall’incontro di domani con le parti sociali ci aspettiamo molto, perché la linea che abbiamo seguito è una linea giusta e corretta. Io spero che questa linea quindi, sia condivisa”, ha detto il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi.
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