Elezioni in Lombardia, il pm chiede un anno di carcere per Formigoni: ha diffamato i Radicali
Il Pm di Milano, Mauro Clerici, ha chiesto oggi la condanna di Roberto Formigoni a un anno nell’ambito del processo che vede il governatore lombardo accusato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti dei radicali per le denunce presentate da questi ultimi sulle presunte firme false raccolte nel 2010 a sostegno del ‘listino’ per il presidente della Regione Lombardia.
Secondo l’imputazione, il governatore lombardo, in particolare, avrebbe accusato i Radicali di aver manipolato le firme che erano state raccolte a sostegno della sua lista per le regionali del 2010. Per l’accusa Formigoni ha offeso la reputazione del movimento guidato da Marco Pannella attribuendogli ”un complotto” non vero. Oltre alla richiesta di condanna ad un anno, il magistrato ha anche chiesto che l’imputato paghi una multa pari a 500 euro.
Il governatore lombardo Roberto Formigoni “non merita neanche le attenuanti generiche” ha affermato al termine della sua requisitoria il pm di Milano.
Il magistrato, infatti, ha sottolineato come Formigoni, nemmeno dopo l’apertura dell’inchiesta della Procura di Milano sulla presunta falsita’ delle firme poste a sostegno della sua lista, ha cercato di ”riqualificare” le sue affermazioni nei confronti dei Radicali ‘incolpandoli’ di un ”complotto”.
Stando a quanto ricostruito dal pm, Formigoni il 4 e il 5 marzo del 2010 ”aveva prospettato una macchinazione ai danni della sua lista, ordita dai Radicali per escludere il centrodestra dalla competizione elettorale”. Secondo il pm, e’ ”pacifico il contenuto offensivo della reputazione degli esponenti e del movimento dei Radicali dalle dichiarazioni di Formigoni”.
Il pm ha ricordato infatti come il governatore lombardo abbia anche dichiarato: ”Ho la dimostrazione che c’e’ stata una macchinazione per escludere il centrodestra”. Formigoni dunque, stando a quanto sostiene l’accusa, avrebbe attribuito fatti determinati e anche di rilievo penale, come ”una sorta di attentato alle istituzioni”, agli esponenti radicali. Ma i fatti pero’, ha aggiunto il magistrato non erano stati verificati e “non possono rientrare nella critica politica, perche’ altrimenti sarebbe legittima qualsiasi invettiva”.
Il magistrato ha ricordato inoltre che sulla vicenda delle firme per la lista di Formigoni e’ stata aperta anche un’inchiesta penale che ha portato alla richiesta di processo, tra gli altri, per il presidente della Provincia di Milano Guido Podesta’.
A processo, che dovrebbe concludersi con la sentenza il prossimo 4 ottobre, si sono costituiti parti civili gli esponenti radicali Marco Pannella, Marco Cappato e Lorenzo Lipparini.
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