Moody’s declassa l’Italia: Troppe incertezze politiche. Monti: Siamo virtuosi ma ci puniscono
La scure di Moody’s si abbatte di nuovo sull’Italia e Monti dagli Usa, dove si trova per la Allen Conference, nell’Idaho, commenta amaro, parlando di un’Italia virtuosa, che invece di essere premiata viene punita.
“Il giudizio di Moody’s è ingiustificato e fuorviante”, afferma da Roma il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera: “Questo Paese sta facendo un grande lavoro che pochi paesi possono dire di aver messo in moto”, aggiunge il ministro, intervenendo all’assemblea dell’Ance.
Moody’s ”non riconosce le azioni concrete che sono state prese e avviate” dal governo, sottolinea il ministro. L’agenzia di rating in particolare, secondo Passera, ”non riconosce l’impegno, ormai dimostrato e solido, a gestire i nostri conti pubblici. Credo che i mercati, invece, questo riconoscimento lo daranno nel tempo perché il lavoro del governo continuerà forte come è stato fino a ora”.
”Sono mesi difficili, sono stati anche più difficili del previsto”, continua. “In questo periodo tutto quello che poteva succedere di negativo è successo”dice Passera. Il ministro, comunque, assicura: “abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare”.
Per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi “il nostro Paese manifatturiero è molto più forte di quello che appare dalle valutazioni di Moody’s“. “Moody’s ha fatto una valutazione e noi non possiamo farci niente”, sottolinea il presidente che aggiunge: “Però credo che il Paese sia più forte”.
Simon O’Connor, portavoce del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, precisa che la Commissione europea giudica “inappropriato” il timing dell’annuncio di Moody’s sul downgrade dei titoli italiani.
“Non commentiamo il contenuto dell’annuncio”, ha premesso O’Connor, tuttavia “pensiamo che ci si possa legittimamente e seriamente porre la questione dei tempi, se i tempi siano appropriati”. La Commissione europea, ha ribadito il portavoce di Rehn nel briefing con i giornalisti a Bruxelles, ritiene che ”l’azione politica italiana per assicurare finanze pubbliche solide e per affrontare le debolezze strutturali di lunga data è determinata e ampia”.
Per quanto riguarda il contesto di bilancio, O’Connor ha ricordato gli sforzi di consolidamento “dal maggio del 2010 ammontano al 7% del Pil”, le misure per arrivare al pareggio di bilancio e per mettere il debito pubblico su un percorso di riduzione. Il portavoce ha poi ripetuto l’apprezzamento dell’esecutivo per il decreto sulla spending review, “uno sforzo di lungo termine che non finisce con le misure annunciate” di cui la Commissione “monitorerà l’attuazione, incoraggiando il governo a perseguire questi sforzi per una pubblica amministrazione più efficiente”.
E ancora, O’Connor ha ricordato le “misure significative” sul fronte strutturale, per rafforzare la concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi, e la riforma del mercato del lavoro.
Gli sforzi dell’Italia sono “impressionanti e non è esagerato dire senza precedenti, ora è importante attuare pienamente tutto quanto concordato e rimanere concentrati sull’agenda di riforme con determinazione nei prossimi mesi e oltre”, ha concluso il portavoce di Rehn.
Il downgrade riflette la maggiore probabilità di un ulteriore aumento netto dei costi di finanziamento dell’Italia o la perdita di accesso al mercato grazie alla fiducia del mercato sempre più fragile e il rischio di contagio proveniente da Grecia e Spagna. E come se non bastasse, “il clima politico per le elezioni nella prossima primavera è anche fonte di un aumento dei rischi”.
Guardando avanti, in considerazione dell’outlook che resta negativo, l’agenzia di rating evidenzia che il giudizio sul rating “potrà essere abbassato ancora in caso di ulteriore deterioramento delle prospettive economiche o di difficoltà nell’implementazione delle riforme”. Non solo. “Un nuovo peggioramento delle condizioni di rifinanziamento, in conseguenza di shock interni o finanziari derivanti dalla crisi dell’area Euro può portare una pressione al ribasso”, sulla valutazione di Moody’s.
Al contrario, “il successo nell’implementazione delle riforme e delle misure di aggiustamento dei conti, che effettivamente possano rafforzare le prospettive di crescita, possono portare a un outlook stabile”.
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