Intercettazioni, il ministro Severino dalla parte di Napolitano: Le telefonate del capo dello stato devono restare segrete
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deciso di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Consulta per le intercettazioni di conversazioni telefoniche del presidente.
Il Capo dello Stato, spiega infatti una nota del Quirinale, ha oggi affidato all’avvocato generale dello Stato l’incarico di rappresentare la Presidenza della Repubblica nel giudizio per conflitto di attribuzione da sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le decisioni che questa ha assunto su intercettazioni di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato; decisioni che il Presidente ha considerato, anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione. E’ quanto si legge in una nota del Quirinale.
Alla determinazione di sollevare il confitto, il Presidente Napolitano e’ pervenuto ritenendo ”dovere del Presidente della Repubblica”, secondo l’insegnamento di Luigi Einaudi, ”evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facolta’ che la Costituzione gli attribuisce”.
Subito dopo la notizia della decisione di Napolitano, al Palazzo di giustizia di Palermo è iniziato un vertice presieduto dal Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo.
Intanto non si fanno attendere le reazioni dall mondo politico. Prima in ordine di tempo quella di Antonio Di Pietro. ”Ha ragione il Presidente della Repubblica quando sostiene che non devono esserci interferenze tra i vari organi costituzionali dello Stato – dice il leader Idv – e, proprio per questa ragione, ci auguriamo che nessuno, qualunque carica rivesta, interferisca con l’autorita’ giudiziaria nell’accertamento della verita’. Cio’ premesso, l’Italia dei Valori si schiera, senza se e senza ma, al fianco di quei magistrati palermitani che stanno facendo ogni sforzo possibile per accertare la verita’ in ordine alla pagina buia rappresentata dalla trattativa tra Stato e mafia, che ha umiliato le istituzioni ed ha visto magistrati del calibro di Falcone e Borsellino perdere la vita, mentre altri trattavano per farla franca”.
Per il segretario nazionale del Pri Francesco Nucara, l’iniziativa del capo dello Stato è ”doverosa e ineccepibile e mira a restituire il giusto ordine dei poteri costituzionali della Repubblica”. E sottolinea: ”E’ sempre troppo tardi per affrontare radicalmente il problema dell’uso perverso delle intercettazioni”.
Il Capo dello Stato, spiega infatti una nota del Quirinale, ha oggi affidato all’avvocato generale dello Stato l’incarico di rappresentare la Presidenza della Repubblica nel giudizio per conflitto di attribuzione da sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le decisioni che questa ha assunto su intercettazioni di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato; decisioni che il Presidente ha considerato, anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione. E’ quanto si legge in una nota del Quirinale.
Alla determinazione di sollevare il confitto, il Presidente Napolitano e’ pervenuto ritenendo ”dovere del Presidente della Repubblica”, secondo l’insegnamento di Luigi Einaudi, ”evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facolta’ che la Costituzione gli attribuisce”.
Subito dopo la notizia della decisione di Napolitano, al Palazzo di giustizia di Palermo è iniziato un vertice presieduto dal Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo.
Intanto non si fanno attendere le reazioni dall mondo politico. Prima in ordine di tempo quella di Antonio Di Pietro. ”Ha ragione il Presidente della Repubblica quando sostiene che non devono esserci interferenze tra i vari organi costituzionali dello Stato – dice il leader Idv – e, proprio per questa ragione, ci auguriamo che nessuno, qualunque carica rivesta, interferisca con l’autorita’ giudiziaria nell’accertamento della verita’. Cio’ premesso, l’Italia dei Valori si schiera, senza se e senza ma, al fianco di quei magistrati palermitani che stanno facendo ogni sforzo possibile per accertare la verita’ in ordine alla pagina buia rappresentata dalla trattativa tra Stato e mafia, che ha umiliato le istituzioni ed ha visto magistrati del calibro di Falcone e Borsellino perdere la vita, mentre altri trattavano per farla franca”.
Per il segretario nazionale del Pri Francesco Nucara, l’iniziativa del capo dello Stato è ”doverosa e ineccepibile e mira a restituire il giusto ordine dei poteri costituzionali della Repubblica”. E sottolinea: ”E’ sempre troppo tardi per affrontare radicalmente il problema dell’uso perverso delle intercettazioni”.
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