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Sapore di mare, dove andare? Cinque tappe uniche col gusto e la qualità

Sono pochi, meno di sempre nell’ultimo quindicennio a quanto pare, quelli che ci andranno. E chi comunque partirà, lasciando la città per spiagge vicine o lontane, lo farà per pochi giorni: anche qui, meno che in passato in media. Lo dicono sondaggi e prime valutazioni statistiche in corso sulla rigida (non quanto a temperatura, ovviamente, ma quanto a possibilità di spesa) estate degli italiani. Tutti poi però unanimemente concordi, stesso messaggio dalle fonti più disparate – l’“interessata” organizzazione di categoria Coldiretti come il broker di autonoleggi Europcar – sul fatto che il cibo, la buona cucina (e a corredo il vino di quaità e le ottime e sempre più numerose birre artigianali “italian style”) sono e restano ai primi posti tra le motivazioni e le gratificazioni delle pur “dimagrite” vacanze 2012.
Certo, il tutto con le dovute attenzioni e correzioni sul fronte prezzi. E con un solco sempre più drastico e profondo tra chi può, e farà, tutto, senza negarsi alcun piacere, e chi invece dovrà rinunciare stavolta a fette più o meno consistenti delle gratificazioni concessesi in passato.
Come sia, questa è una rubrica (anzitutto) di servizio. Ed eccoci allora pronti, all’estate da mangiare: in tre mosse, e senza voli pindarici. Mare, monti e uno special. Che arriverà, ultimo, a suo tempo.
Cominciamo dunque da una ricognizione dello stato dell’arte (gastronomica) lungo le coste italiane. Dove brillano luci vive e indiscusse: è in forma smagliante, ad esempio Uliassi (www.uliassi.it) a Senigallia, sulla metà alta della riviera marchigiana, con piatti di intesa, saporosa creatività ormai da vetice assoluto nazionale e non, nulla di svenevole, tempra e finezza insieme, e incursioni pensate dal sapor di mare in quello di bosco e brughiera profondi, con la caccia. Tiene seraficamente banco con i suoi campioni il frastagliato “au bord de la mer” campano, con approdi di classe come i Quattro Passi (www.ristorantequattropassi.com ) o La Taverna del Capitano a Nerano, Il Mosaico dell’Hotel Terme (www.termemanzihotel.com), in crescita, o il piacevolissimo Chandelier del Mezzatorre, entrambi a Ischia. E’ una sicurezza, sotto Taormina, a Spisone, la gustosa Capinera (www.ristorantelacapinera.com) e così su, in centro storico, il deluxe Principe Cerami; mentre sulla minima Salina fa il suo La Vigna e il Mare, all’interno del bel Capofaro Resort (www.capofaro.it). Delle spiagge gourmand emiliane e romagnole abbiamo parlato di recente e non ci ripeteremo. In Abruzzo, segnalazione certa per il solido Beccaceci (www.ristorantebeccaceci.com)
a Giulianova, e in Molise per il brillante Al Metrò (www.ristorantealmetro.it)
a San Salvo. Ad Anzio tengono alta la bandiera di una località di consolidata tradizione Romolo al Porto (www.romoloalporto.it) e Pierino. A Fiumicino, un salto dall’Urbe, trionfa Pascucci al Porticciolo (www.pascuccialporticciolo.com). In Puglia, a Polignano, ecco la affidabile mano di Tuccino (www.tuccino.it) e quella altrettanto sicura del Bolina a Tricase. Un “portolano” dei sapori forzatamente sommario, ma non avaro: cui aggiungiamo poi cinque schede in dettaglio: posti noti e meno, che, per location speciale, cucina divertente e in forma, incrocio di qualità diverse, ci sono piaciuti assai in giri recenti: il magico Clandestino di Portonovo, firmato da Moreno Cedroni; la mitica Pineta di Bibbona, in Toscana, regno di Luciano Zazzeri; l’outsider ligure Zu a Ma; il “refugium” para-palermitano delle Terrazze, a Mondello, faro in un panorama altrimenti davvero deludente; e il talento assoluto di Gennarino Esposito alla Torre del Saracino. Buona partenza a chi va, e buoni sogni a chi resta, perora. A arrivederci (e ri… mangiarci) in montagna. Prossimamente.

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