Venti anni fa la strage di via d’Amelio, Napolitano: Trovare la verità su Borsellino. Il Pm Ingroia: Siamo ancora al buio
Oggi a Palermo si ricorda la strage di Via D’Amelio, di cui ricorrono i venti anni. Il tritolo della mafia, il 19 luglio del ’92, fece saltare in aria il giudice Paolo Borsellino e i cinque uomini della sua scorta. Per una strage che dopo 20 anni non ha ancora una matrice precisa e che si è intrecciata con l’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia di cui lo stesso Borsellino potrebbe esser stato testimone e vittima.
A Palermo è giunto un messaggio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano: “Si sta lavorando, si deve lavorare senza sosta e senza remore per le rivelazione e sanzione di errori ed infamie che hanno inquinato la ricostruzione della strage di via D’Amelio”, scrive il Presidente della Repubblica ai magistrati di Palermo. “Si deve giungere alla definizione dell’autentica verità su quell’orribile crimine – prosegue – che costò la vita a un grande magistrato protagonista con Falcone di svolte decisive per la lotta contro la mafia”. Che poi aggiunge: “E’ importante scongiurare sovrapposizioni nelle indagini” sulla trattativa tra Stato e mafia, “difetti di collaborazione tra le autorità ad esse preposte, pubblicità improprie e generatrici di confusione”. “Su ciò deve vegliare tra gli altri il Presidente della Repubblica cui spetta presiedere il Csm – prosegue il Capo dello Stato – e deve farlo, come in questi anni ha sempre fatto, con linearità, imparzialità e severità”.
A Palermo c’è invece il presidente della Camera, Gianfranco Fini che è arrivato al Palazzo di Giustizia per partecipare a un convegno organizzato dai magistrati nel ventennale della strage di via D’Amelio. Ad accogliere il presidente Fini oltre alle autorità civili e militari anche il presidente dell’Anm distrettuale di Palermo Antonino Di Matteo.
Un mesaggio è arrivato dal premier Mario Monti: ”Lo Stato e i cittadini onesti non hanno dimenticato – e non dimenticheranno mai – chi ha sacrificato la vita per affermare legalità e giustizia contro la mafia. Gli ideali di Paolo Borsellino sono oggi più vivi e più diffusi che mai, soprattutto tra i giovani, grazie al suo insegnamento e al suo esempio”
Rispettiamo la scelta del Presidente della Repubblica, non aggiungo altro. Mi auguro che oggi non si parli di conflitto d’attribuzione ma di Paolo Borsellino e della ricerca della verita”, ha detto il Procuratore aggiunto Antonio Ingroia parlando ancora del conflitto d’attribuzione sollevato dal Quirinale davanti alla Consulta sull’inchiesta sulla trattativa. Getta acqua sul fuoco il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo: “Non ci sono contrasti né potrebbero esserci tra noi e la Presidenza della Repubblica. Non mi permetterei mai di entrare in contrasto”. Che poi aggiunge: “Abbiamo il dovere di indagare e lo stiamo facendo al meglio delle nostre possibilità pronti a riconoscere eventuali errori”.
“E’ una vicenda di carattere giuridico che avrà il suo luogo naturale e deputato di esame e di soluzione presso la corte costituzionale – ha aggiunto – Tutti quanti stiamo serenamente in attesa di una parola decisiva su questo punto, alla quale ovviamente ci atterremo scrupolosamente e non credo sia il caso di enfatizzare oltremodo parlando di contrasti che non ci sono”.
Polemico invece il fratello del giudice ucciso in via D’Amelio, Salvatore Borsellino: “Ho ascoltato le parole del messaggio del Capo dello Stato e, a parte qualcosa, devo ammettere che ci sono parole agghiaccianti come quando parla di ‘sovrapposizione delle indagini’ sulla trattativa e sulla strage di via D’Amelio“.
Sullo scontro tra Roma e Palermo torna anche Di Pietro, presente a Palermo: “Il conflitto di attribuzione è un atto dirompente ed inopportuno”. “E’ necessario accertare mandanti ed esecutori di una trattativa accertata a livello giudiziario. Ci si nasconde dietro un cavillo giuridico interpretativo, ossia le far valere le intercettazioni dirette o indirette, quando invece il capo dello Stato poteva risolvere in modo diverso la questione con un messaggio alle camere”.
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