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Elezioni? Monti: Andiamo avanti fino al 2013 ma al Paese serve prima una buona riforma sul sistema di voto

Sono stato chiamato a Palazzo Chigi per arrivare fino al 2013. Traguardo che il governo sta cercando di onorare, mettendoci il massimo impegno. Da Mosca, Mario Monti dice la sua sulla tentazione di anticipare la conclusione della legislatura e portare il Paese al voto in autunno. Si tratterebbe di un salto nel buio e non di una soluzione, continuano a dire i partiti della maggioranza al contrario di ciò che sostengono Maroni e Di Pietro, secondo i quali il governo dei professori ha aggravato la crisi e indebolito ancor di più l’Italia.
C’era attesa per la riapertura dei mercati che anche oggi hanno dato un responso negativo: giù la Borsa con Milano che chiude a -2,7% (ma era arrivata a perdere quasi il 6%), sale lo spread che si ferma a quota 516, con l’euro incapace di reggere l’urto di yen e dollaro. Segnali negativi che Monti conosce bene e che non deprimono la sua fiducia, perché, spiega il presidente del consiglio in un’intervista alla “Rossiyskaya Gazeta“, “l’Italia si basa sui fondamenti solidi. Anche se abbiamo il debito estero più alto, è vero altresì che il livello dei debiti privati dei cittadini è uno dei più bassi in Europa”.
“Oggi l’Italia è la terza più grande economia in Europa, siamo la settima nazione più sviluppata industrialmente e siamo all’ottavo posto per i volumi di esportazioni. L’Italia ha delle difficoltà economiche come tutta la zona dell’Euro. E il mio compito principale in qualità del capo del governo è quello di cercare di minimizzare i rischi finanziari per il Paese. Abbiamo avuto abbastanza successo nella riduzione delle spese dello Stato e del disavanzo di bilancio”.
“I leader dei paesi membri dell’Ue devono fare attenzione alla gestione della ‘convivenza civile europea’, e soprattutto degli affari dell’eurozona. Per questo -spiega il presidente del Consiglio- la maggior parte del mio tempo è dedicata agli incontri dove si decide il futuro e la politica dell’Ue. Ho avuto l’occasione di lavorare nella Commissione europea e in questo senso ho dei vantaggi. Conosco abbastanza bene gli affari europei ma il mio difetto è quello di essere un principiante in qualità del capo di un governo e non sono così esperto nelle questioni che riguardano la gestione politica”.
Tuttavia Monti auspica che dal Parlamento esca una legge elettorale che “possa facilitare la vita politica”, garantendo la stabilità e la durata dei governi, che il premier considera una base essenziale. “Mi hanno chiesto -ricorda il premier- di assicurare la gestione del Paese fino alla primavera del 2013. Io e i miei colleghi stiamo cercando con tutte le nostre forze di farlo nel miglior modo possibile. Naturalmente, però, dopo la fine di questo periodo si terranno le nuove elezioni che determineranno la formazione del nuovo governo”.
“Pongo molta speranza e mi auspico che in quel momento i partiti politici sappiano assumersi tutta la responsabilità. Speriamo che la buona legislazione elettorale possa facilitare la vita politica. Alla fine del mio mandato di premier -conclude Monti- io rimarrò, come lo sono adesso, un senatore a vita. Anche questa è stata la decisione del presidente Napolitano. Grazie a questo incarico avrò modo di osservare la vita del Paese e continuerò a lavorare per il suo bene”.
“L’Europa si è sempre sviluppata passando per le fasi della crisi. Dai tempi dell’inizio della crisi in Grecia due-tre anni fa, l’Ue ha fatto grandi passi avanti in direzione di una gestione piu’ integrata. Sono convinto che questa volta l’Europa riuscirà a fare un passo avanti. Però, secondo me, bisogna farlo un po’ più velocemente. Vedo il compito della partecipazione dell’Italia nel Consiglio europeo in quello di accelerare l’integrazione e di arrivare più velocemente alla politica comune che garantirà la crescita europea -conclude Monti- con la disciplina finanziaria”.
L’Europa, concorda Bersani, è “impotente di fronte all’attacco dell’euro” e per questo “serve una riscossa della politica” e un rafforzamento delle istituzioni europee perché “non può esserci una tecnocrazia lontana mille anni luce”. “L’Europa -dice il segretario del Pd- davanti a questa terribile crisi si trova priva della materia fondamentale: la solidarietà e l’idea di un destino comune. Ci troviamo così perché raccogliamo quello che le destre hanno seminato per anni dicendo che l’economia la fanno i mercati”. La ricetta delle destre, continua Bersani, “ha provocato meccanismi di isolamento e regressivi e ci ha consegnato un’Europa impotente a fronte degli attacchi all’euro”.
“Diversamente dalla sinistra che ha fornito e continua a fornire un giudizio falso e fazioso sull’esperienza del governo Berlusconi, noi -obietta Sandro Bondi- dobbiamo essere capaci di formulare un giudizio obiettivo dell’esperienza in corso del governo Monti. La situazione economica continua a essere molto grave, anzi per certi aspetti si è aggravata rispetto al passato. Per quanto riguarda l’Italia non si può ignorare, infine, che la crisi è alimentata anche dalle incertezze e dalle incognite su quale sarà il governo chiamato a succedere a Monti. Se prevarranno ancora interessi politici di corto respiro -sottolinea il coordinatore del Pdl- l’Italia rischia di disperdere quello sforzo comune che è necessario garantire anche nel futuro”.
Le elezioni anticipate, ammonisce l’ex ministro Franco Frattini, sarebbero una “competizione sulla pelle degli italiani. Il Paese ha bisogno che l’azione di risanamento prosegua. E non certamente di esasperare gli animi con una litigiosa campagna elettorale destinata, a giudicare dai toni e dalle bizzarre idee per raccattare voti, a infiammarsi ulteriormente. I mercati chiedono fiducia, stabilità e certezze. Rispondere con scetticismo e con elezioni anticipate significherebbe vanificare gli sforzi fatti sino ad oggi e dare origine ad un trauma ancor peggiore di quello a cui la crisi ci sta sottoponendo”.
Nell’attuale contesto politico e finanziario, fa notare Fabrizio Cicchitto, “non ci sembrano vie d’uscita né il ricorso alle elezioni anticipate, che sarebbero solo una dichiarazione di fallimento da parte di tutte le forze politiche che sostengono Monti; né il ricorso a una grande coalizione politica che sarebbe possibile solo in un Paese che, diversamente dall’Italia non fosse contrassegnato dalla profonda dicotomia che per ragioni storico-politiche profonde caratterizza il sistema politico italiano compresa -sottolinea il capogruppo Pdl alla Camera- l’alternativa populista-eversiva che a esso viene rivolta da Grillo-Di Pietro”.
“La caduta delle borse e i dati dello spread, che ha superato quota 520 -attacca Antonio Di Pietro- confermano come la situazione dell’Italia sia fortemente critica. In realtà, è sotto gli occhi di tutti che, in questi mesi, sono mancati provvedimenti economici e strutturali per la crescita. Il governo si è limitato a imporre sacrifici alla povera gente ma non è stato in grado di attivare alcuna misura che prospettasse sviluppo e stabilità. Per salvare il Paese è necessario intervenire per invertire, quanto prima, le carte in tavola”.
“Monti -prosegue il presidente Idv- è stato chiamato per risollevare l’economia e mettere fine a una pericolosa situazione di emergenza. Dopo otto mesi di tagli sconsiderati, siamo punto e a capo. Oggi più che mai, l’Italia ha bisogno di un governo politico, democraticamente eletto, che abbia il coraggio di abbattere gli odiosi privilegi della casta e promuovere misure in grado di garantire realmente la crescita e assicurare un futuro alle nuove generazioni. Un futuro -dice- che Monti e i suoi ministri hanno cancellato”.
L’obiettivo delle elezioni anticipate è condiviso anche da Roberto Maroni che svela un particolare inedito: della caduta del governo “ne abbiamo parlato con Berlusconi ed eravamo rimasti d’accordo che se lo spread avesse superato i 500 punti avrebbe ritirato il suo sostegno. Questa ipotesi era stata ventilata ma dopo di allora non ne abbiamo più parlato. Lo incontrerò nei prossimi giorni e glielo ricorderò”, rende noto il segretario della Lega.
“Riteniamo si possa dichiarare il fallimento del governo e che Monti si debba dimettere subito e andare al voto in autunno. Peggio di così non si può andare e quando Monti è stato nominato presidente del Consiglio lo spread era a 400 punti adesso è a 520. Significa che il governo Monti non è considerato un governo stabile né affidabile e quindi tanto vale prenderne atto, interrompere questa agonia e andare ad elezioni subito. Elezioni che daranno stabilità politica e economica, quello -conclude il segretario leghista- che i mercati cercano”.