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Formigoni, corruzione per 8,5 milioni. Ma lui non molla: Resto, non ho niente da temere

Formigoni, corruzione per 8,5 milioni. Ma lui non molla: Resto, non ho niente da temere

Con questi atti ”non ho nulla da temere”. Così il governatore della Lombardia Roberto Formigoni che si è detto ”tranquillo”.
Si aggira attorno agli 8 milioni e mezzo la corruzione aggravata dalla transnazionalità contestata dai magistrati milanesi a Formigoni, indagato in qualità di presidente della regione Lombardia nell’inchiesta scandalo sulla Fondazione Maugeri. E’ quanto si apprende negli ambienti giudiziari dopo che questa mattina al governatore sono stati notificati un avviso di garanzia e un invito a comparire per sabato prossimo.
”Domani non scrivete ‘Formigoni era nervoso’, sono tranquillo”, ha assicurato il governatore, aggiungendo: ”Sono sicuro di me stesso, della correttezza di tutto quello che ho fatto”. E ancora: ”Dov’è la corruzione?”, si tratta solo di ”elucubrazioni”. ”Ho letto le carte e mi sono chiesto: tutto qua?”, ha sottolineato spiegando che, leggendo l’avviso di garanzia ricevuto oggi ”alle 13.25”, non ha trovato elementi di novità rispetto a quanto aveva già chiarito in precedenza: ”Sono i soliti episodi che ho già definito falsi, non a me riferibili, gravemente deformati”, aggiunge sottolineando: “Rimango al mio posto perché sono sicuro che tutti i miei comportamenti sono stati rettilinei”. E ha confermato la sua “innocenza totale” e comunque, ha puntualizzato, “non sono indagato per avere ricevuto utilità, ma per corruzione. E dov’è l’atto corruttivo? Non c’è. Nessun vantaggio è stato accordato a San Raffaele e Maugeri, non un solo euro di denaro pubblico è stato buttato e la Regione non ha risentito di alcun danno. Tutti i fondi sono stati ripartiti secondo la legge – ha ripetuto il presidente – e gli stessi concorrenti di San Raffaele e Maugeri hanno verificato che non c’è stata alcuna irregolarità”.
Insomma, ”l’avviso di garanzia nei miei confronti è infondato e insussistente”, ha detto ancora Formigoni che si interroga su come mai i giornalisti fossero ”stati avvisati già da ieri sera” dell’avviso di garanzia. Il governatore ha aperto la conferenza stampa proprio prendendosela con la stampa e facendo ironicamente i complimenti ai giornali e ai loro direttori ”per l’equanimità e l’equilibrio” con il quale hanno trattato il caso riguardante il suo omologo alla Regione Puglia Nichi Vendola. ”Nessun quotidiano ha messo in prima pagina la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti”, ha detto Formigoni ricordando i ”titoloni” dei quotidiani sulle indiscrezioni che lo hanno riguardato ancora prima che fosse indagato. ”Tre, quattro colonnine dopo pagina 15 – ha scherzato il governatore – pezzi molto equilibrati per un personaggio che saprà dimostrare la sua innocenza, presidente di Regione e leader di una forza essenziale alla sinistra per essere maggioritaria”.
Assicura poi che parlerà presto con i magistrati, ma annuncia che non sarà sabato, giorno in cui era stato invitato dalla procura. ”Concorderemo la data – ha detto – magari non sarà sabato, la concorderemo insieme”. E ha aggiunto: ”Mi ero già offerto di parlare ai magistrati, sono stati loro che non mi hanno voluto sentire”.
Formigoni è indagato dal 14 giugno scorso. Le accuse ipotizzate in concorso con Pierangelo Daccò, Umberto Maugeri, Costantino Passerino e Antonio Simone. La cifra contestata dagli inquirenti al governatore lombardo è la somma, comunque non quantificata, di tutti i benefit ricevuti da Formigoni, tra i quali i viaggi, le cene, le vacanze di lusso ai Caraibi, la villa in Sardegna, le barche. Una serie di ‘favori’ specificati nel provvedimento notificato. A questo punto gli inquirenti hanno elencato tutte le delibere regionali approvate, in tutto una quindicina, relative a funzioni non tariffabili che avrebbero portato rimborsi alla Fondazione Maugeri, tra il 2001 e il 2011, per una cifra che si aggira complessivamente attorno ai 200 milioni di euro.
Stando a quanto si apprende negli ambienti giudiziari a carico di Roberto Formigoni vi sarebbero anche due episodi di finanziamento illecito: un primo episodio da 500.000 euro circa sarebbe stato ‘assorbito’ dal reato, più grave, della corruzione mentre per il secondo gli inquirenti avrebbero operato una sorta di stralcio. Non a caso la notifica fatta oggi al presidente della Regione Lombardia fa riferimento al solo reato di corruzione aggravato dalla transnazionalità.