Ilva, il giorno delle proteste a Taranto. Tensioni con Cobas e centri sociali. Camusso: Rubano la piazza ai lavoratori
Tensione al corteo Ilva a Taranto. Dopo essere stati sospesi per l’arrivo di un gruppo di manifestanti che hanno preso parte ad un secondo corteo – e che chiedevano, seduti su un camioncino, di poter intervenire – sono stati ripresi gli interventi dal palco di piazza della Vittoria. Non sono mancati momenti di tensione con lancio di uova e l’accensione di fumogeni.
I gruppi di manifestanti, alcune centinaia, che hanno interrotto il comizio in piazza della Vittoria dei sindacati, hanno poi lasciato la piazza dopo che a un loro rappresentante è stato consentito di intervenire dal palco.
I gruppi di contestatori hanno criticato il ruolo del sindacato di questi anni in tutta la vicenda Ilva: ‘Taranto libera‘, ‘Vergognatevi’ sono alcuni degli slogan gridati dai contestatori. Sotto il palco è stato esposto uno striscione con la scritta ‘No ai ricatti, Todisco (il gip del tribunale di Taranto, ndr) non fermarti’. Adesso sta per riprendere il comizio dei sindacati.
Alla ripresa degli interventi, il leader Cgil Susanna Camusso dal palco della manifestazione ha detto che “non si può contrapporre il lavoro alla salute, sarebbe svuotare e negare il futuro. Per avere la salute non si possono chiudere semplicemente gli impianti industriali”.
E ancora: “Non è una gara a chi urla di più ma è una difficilissima vertenza industriale che richiede l’unità del sindacato e dei lavoratori” dice il leader Cgil ai contestatori che avevano occupato il palco. “Non serve il protagonismo di pochi ma la straordinaria compostezza dei lavoratori che vogliono che l’Ilva ci sia”.
”Una manifestazione di questo genere e di questa dimensione a Taranto non c’era mai stata da 20 anni. Tentare di mettere in ombra questa cosa è un errore. Il significato vero della manifestazione rimane tutto”. Lo ha detto il leader dei metalmeccanici della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, parlando con i giornalisti durante l’interruzione del suo comizio.
Per il leader della Uil Angeletti, “in nessun Paese europeo si è chiuso uno stabilimento siderurgico come l’Ilva, che è il più grande d’Europa. Se la settima potenza mondiale fa questo, pensate che ci sarà un imprenditore sano di mente che investirà un altro soldo in Italia?”.
Da parte sua, il commissario dell’Ilva Bruno Ferrante, incontrando i giornalisti prima dell’incontro con il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, presso la sede per la presidenza della Giunta regionale della Puglia, ha fatto sapere: ”Noi siamo pronti, domani ci sarà udienza al riesame e diremo quali sono le nostre ragioni. Siamo convinti di avere sempre rispettato la legge e ottemperato alle disposizioni delle autorità amministrative”. E ha aggiunto: ”Noi vogliamo raccontare solo chi siamo, cosa abbiamo fatto e cosa faremo. Vogliamo difenderci nel processo e non essere fuori”.
I cortei organizzati dai sindacati a Taranto nell’ambito della giornata di sciopero generale, proclamato in seguito al sequestro disposto dal gip del Tribunale Ionico dello stabilimento siderurgico Ilva, fanno segnare la presenza di migliaia di persone. “Il lavoro non si tocca” e “Taranto non deve morire” sono alcuni degli slogan scanditi; oltre alle bandiere di Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati dei metalmeccanici Fiom, Fim, Uilm ci sono i gonfaloni dei comuni di Palagianello, Martina Franca, Castellaneta e Ginosa.
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