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Masiello, autogoal a pagamento col Lecce: 26 mesi di squalifica. 3 anni a Bonucci, 1 a Pepe. Di Vaio: Chiedo verità assolute

Masiello, autogoal a pagamento col Lecce: 26 mesi di squalifica. 3 anni a Bonucci, 1 a Pepe. Di Vaio: Chiedo verità assolute

Il procuratore federale Stefano Palazzi al termine della sua requisitoria ha formulato le richieste di pena alla Commissione Disciplinare, nell’ambito del filone di Bari del processo sul calcioscommesse. Palazzi ha chiesto per il difensore della Juventus, Leonardo Bonucci, 3 anni e 6 mesi di squalifica per illecito sportivo aggravato, mentre ha chiesto per il centrocampista bianconero Simone Pepe un anno di squalifica per omessa denuncia.
Il procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto la retrocessione del Lecce dalla Serie B alla Lega Pro e sei punti di penalizzazione per responsabilità diretta per il coinvolgimento dell’ex presidente Pierandrea Semeraro, nell’ambito del processo sul calcioscommesse del filone di Bari. Il procuratore federale ha inoltre chiesto alla Commissione disciplinare la sanzione di 5 anni di inibizione più preclusione per Semeraro.
Il Procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto anche condanne per dodici tesserati e per tre società. Alla commissione disciplinare, Palazzi ha chiesto nove mesi di squalifica in continuazione per Antonio Bellavista, mentre per Nicola Belmonte (per due illeciti sportivi) ha chiesto 4 anni (3 anni e 6 mesi piu’ 6 mesi). Per Simone Bentivoglio chiesti 3 anni e 6 mesi, per Leonardo Bonucci 3 anni e 6 mesi (illecito sportivo aggravato), per Marco Di Vaio 1 anno di squalifica, per Stefano Guberti 3 anni di squalifica, per Salvatore Masiello 3 anni e 6 mesi, per Daniele Padelli 3 anni, per Daniele Portanova 3 anni, per Giuseppe Vives 3 anni e 6 mesi. Palazzi ha inoltre chiesto per Pierandrea Semeraro, ex presidente del Lecce, l’inibizione di cinque anni più la preclusione.
Per quanto riguarda i club, il procuratore federale ha chiesto per il Bologna 2 punti di penalizzazione e 50mila euro di ammenda, per il Lecce la retrocessione in Lega Pro e 6 punti di penalizzazione, mentre per l’Udinese (responsabilità oggettiva per omessa denuncia) 50mila euro di ammenda.
La Commissione disciplinare, presieduta da Sergio Artico, ha accolto poi i patteggiamenti proposti dal procuratore federale, Stefano Palazzi, per tre società e nove tesserati. La Disciplinare ha quindi comminato 4 mesi di squalifica al tecnico Bortolo Mutti, 4 mesi di squalifica a Guido Angelozzi, 2 mesi in continuazione a Filippo Carobbio, 2 anni e 2 mesi e 30mila euro di ammenda per Andrea Masiello, un mese per Carlo Gervasoni, 2 anni e 10mila euro di ammenda per Alessandro Parisi, 20 mesi squalifica e 20mila di ammenda per Marco Rossi, 3 mesi e 10 giorni per Marco Esposito, 6 mesi in continuazione per Cristian Stellini (che arriva in totale a 2 anni e 6 mesi con un’ammenda di 50mila euro).
Per quanto riguarda le società la Disciplinare ha comminato cinque punti di penalizzazione al Bari con 80mila euro di ammenda, un punto di penalizzazione per la Sampdoria e 30mila euro di ammenda e una sanzione di 80mila euro al Siena in continuazione dopo i sei punti di penalizzazione e 80 mila euro di ammenda del patteggiamento di due giorni fa relativo al filone di Cremona.
La Commissione Disciplinare ha ammesso le prove documentali e ha respinto le prove testimoniali. L’avvocato di Daniele Portanova, Gabriele Bordoni aveva chiesto di ascoltare Gianni Morandi, presidente onorario del Bologna, e la moglie di Portanova. La Commissione ha dichiarato ”ammissibili” tutte le prove documentali, “salvo valutarne la rilevanza e l’attendibilità nel corso del procedimento”. Accolti quindi come materiale da valutare articoli di giornali, video, fotogrammi. La Commissione ha giudicato inoltre “esplorativa e irrilevante” l’istanza di Bentivoglio e ha rigettato l’istanza del Gubbio di estromissione dal procedimento, a cui tra l’altro si era opposta la Procura federale.
La Juventus si schiera in formazione completa al processo sul filone barese del calcioscommesse, in corso all’ex Ostello della Gioventù al Foro Italico a Roma. Questa mattina intorno alle 9.30 sono arrivati l’amministratore delegato bianconero Giuseppe Marotta, insieme ai due giocatori Leonardo Bonucci e Simone Pepe.
Alle 9.40 il presidente della Commissione Disciplinare, Sergio Artico, ha aperto l’ultima giornata del procedimento. Prendendo la parola Marco Di Vaio ha detto: “Chiedo verità assolute, non dubbi. Io ero capitano, ma non per questo potevo decidere per altri”. Per l’attaccante, ex Bologna, oggi in forza ai canadesi del Montreal Impact, il procuratore Stefano Palazzi ieri ha chiesto una squalifica di un anno per omessa denuncia.
“Sono emozionato perché mi sto giocando una delle partite più importanti della mia vita, se non la più importante. Sono qui da due giorni e c’è una sola certezza: la mia conoscenza con Andrea Masiello perché abbiamo giocato due anni a Genova, ma lui non fa mai riferimento a me, evita sempre il mio nome”, ha detto ancora Di Vaio.
“Poteva chiamarmi tranquillamente perché il mio numero di telefono è sempre lo stesso, ma non mi ha mai contattato – ha sottolineato- né fatto riferimento a me: credo che sia significativo. Parlo di certezze perché da Palazzi ho sentito solo dubbi, parole come ‘verosimile’ che non posso accettare, chiedo a voi certezze perché sono un padre di famiglia, devo rendere conto ai miei familiari e ai miei datori di lavoro. Se devo smettere di giocare, cosa che amo di più nella mia vita, chiedo almeno di stare a casa con una certezza. Altrimenti sarebbe logorante per resto della vita”, ha aggiunto l’attaccante.
Tocca poi a Daniele Portanova. “Credo nella giustizia e, da oggi finché non uscirà la verità – ha sottolineato al processo il difensore del Bologna che rischia una squalifica di tre anni -, lotterò in ogni sede”.
“Sto soffrendo da otto mesi, ho sempre rispettato il lavoro delle procure, mi trovo a combattere anche io per la mia vita e per la mia carriera. Voglio dire soltanto che ho rispettato Palazzi, ma quello che mi ha dato più fastidio è che ha pensato che insieme a mia moglie e mio figlio io abbia combinato la partita in piazza Maggiore. In tanti anni di carriera -ha precisato Portanova- sono sempre stato un esempio per ragazzi giovani, per giocatori più anziani, e ora sto lottando per difendere la mia carriera dalle accuse di due scommettitori che hanno combinato diverse partite”.