Marilyn Monroe, 50 anni fa moriva la “svampita” più bella del mondo

Lassù, fra le luci, c’era il mio nome. “Dio, qualcuno dev’essersi sbagliato”, mi dissi. Ma era là, tutto illuminato. Allora mi sedetti e mi dissi: “Ricordati, non sei una stella”. Ma il nome era proprio lassù, in piena luce”. Così scriveva Marilyn Monroe, durante gli anni del successo.
Una storia -la sua- a cui lei stessa a volte non credeva, tra alti e bassi, misteri e delusioni, paure e successi (ed eccessi), della ‘donna più bella del mondo’. Una storia interrotta. Che finisce drammaticamente il 5 agosto del 1962, quando il corpo della 36enne attrice, fu trovata senza vita nella stanza da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, senza vestiti e con la mano sulla cornetta del telefono.
“Probabile suicidio”, così veniva ufficialmente classificata la sua scomparsa causata da una overdose di barbiturici. Quel ‘probabile’ ha generato teorie di ogni tipo che hanno cercato di far luce sul mistero della morte dell’attrice.
Così continua ancora oggi, a 50 anni dalla sua scomparsa, la leggenda di Norma Jeane Baker, in arte Marilyn Monroe, icona degli anni ’50 non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.
Dopo un’infanzia a dir poco difficile, senza un padre e con la madre Gladys, schizofrenica, la giovane Marilyn trova la strada del successo quasi per caso. Nel 1945 mentre lavora in fabbrica viene scoperta da David Conover, fotografo dell’esercito che sta realizzando un servizio di propaganda militare.
Di lì in poi l’ascesa è inarrestabile. Dopo i primi passi da modella arriva il primo contratto cinematografico nell’agosto del 1946, con la Fox. Norma diventa Marilyn Monroe, prendendo il cognome da nubile della madre, si schiarisce i capelli, prende lezioni di dizione e portamento, diventando così quell’affascinante, irresistibile e sensuale star di Hollywood che tutti impareranno a conoscere.
Dopo aver recitato in piccole parti, viene notata dal grande pubblico nel ruolo della ‘pupa’ del gangster in ‘Giungla d’asfalto’, quindi nella svampita di ‘Eva contro Eva’.
Nel 1953 l’esplosione vera e propra con ‘Niagara’ e poi con ‘Gli uomini preferiscono le bionde ‘ e ‘Come sposare un milionario’. Il successo la vede flirtare con i più famosi uomini del momento, come il campione di baseball Joe Di Maggio, con cui si sposa nel 1954.
Ma il matrimonio dura solo un anno, la fama accecante di Marilyn è troppo anche per uno abituato ai riflettori come Joe, tanto che si dice che l’ultimo litigio fu causato dalla famosa scena (in foto) della metro di ‘Quando la moglie è in vacanza’ (1955).
Il fallimento delle sue storie d’amore è una delle cause che porta la bionda più famosa di Hollywood al crollo psicofisico, all’abuso di alcool e farmaci. Anche il terzo matrimonio con il drammaturgo Arthur Miller finisce male, e la depressione di Marilyn si ripercuote anche sul suo lavoro. Nel frattempo Marilyn diviene l’amante del presidente Kennedy e poi anche del fratello, Bob.
Se i primi segni di cedimento si notavano in ‘A qualcuno piace caldo’ (1959), negli ultimi film ‘Facciamo l’amore’ e ‘Gli spostati’ la Monroe si dimostra distratta, assenteista, incontrollabile, tanto che la Fox decide di licenziarla.
Quindi il suicidio, o presunto tale, nel 1962. Si dice che sia stato in realtà un regolamento di conti della mafia, o addirittura un omicidio legato alla relazione scandalosa con i fratelli Kennedy.