Fini querela Libero: Non ho mai avuto privilegi per me e per il servizio di scorta. Il ministro Cancellieri chiede un’indagine a Manganelli
“Con riferimento alle notizie relative alle misure di sicurezza del Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha chiesto al capo della Polizia Antonio Manganelli una approfondita relazione sulle modalità del dispositivo di sicurezza predisposto”. E’ quanto rende noto il Viminale dopo che ‘Libero’ in un articolo ha parlato di una prenotazione di nove stanze d’albergo a Orbetello fatta dal leader di Fli per la sua scorta, per una spesa complessiva di 80 mila euro. Fini annuncia querela. ”Le modalità per garantire la sicurezza della mia persona in ragione della carica istituzionale ricoperta sono decise autonomamente dai competenti organismi del ministero degli Interni, anche in base a norme di legge – dichiara Fini – Dal giorno in cui sono stato eletto presidente della Camera ad oggi non ho mai chiesto, né tanto meno ho mai usufruito di servizi diversi, e men che meno privilegiati e di favore, rispetto a quelli decisi in base alle loro valutazioni dagli uffici della Polizia di Stato a ciò preposti. Esattamente come accade per tutte le cariche istituzionali e politiche per cui si ritengono necessarie misure di tutela e di sicurezza”. ”Ho preventivamente informato di questa nota il ministro degli Interni, dottoressa Cancellieri, che ringrazio per la sensibilità dimostrata, e ho dato mandato, a tutela della mia onorabilità, di adire le vie legali nei confronti di Libero”, conclude il presidente della Camera.Da Fli arriva immediata la reazione del vicepresidente Italo Bocchino. ”La campagna di ‘Libero’ contro il presidente della Camera Gianfranco Fini – commenta – è l’inevitabile conseguenza del ritorno in campo di Silvio Berlusconi, con il recupero di quella ‘macchina del fango’ che tanti danni ha fatto alla politica italiana. Sorprende anche che a guidare la nuova campagna diffamatoria sia lo stesso Maurizio Belpietro scortato a spese dei contribuenti e la cui scorta fu protagonista di un falso attentato che doveva servire alla promozione della sua scorta e quindi all’aumento dei loro stipendi”.
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