Ilva, si accende lo scontro. Il governo ricorre alla Consulta contro la decisione del Gip di revocare Ferrante
Nel giorno in cui il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, annuncia che il governo chiederà alla Corte Costituzionale di intervenire sulla decisione del gip di revocare la nomina del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, è stato proclamato uno sciopero dai sindacati metalmeccanici dello stabilimento Ilva aderenti a Fim e Uilm; la Fiom non ha aderito. ”Le segreterie territoriali di Fim e Uilm – si legge nella nota – proclamano due ore di sciopero con assemblea dalle 10 alle 12 per il giorno 13 agosto 2012”. Per il momento lo sciopero è limitato ai reparti Ofe (ex Pla1), alle officine elettriche e Mua, alle officine meccaniche e ufficialmente solo alla giornata di oggi ma non è escluso che altri scioperi siano proclamati nelle giornate di domani e giovedì. ”La Fiom per sua scelta ha deciso di non aderire – proseguono Fim e Uilm -. Giudichiamo positivamente la notizia appena giunta che il Governo, per bocca del sottosegretario Catricalà, ha deciso di ricorrere alla Consulta contro il nuovo provvedimento del Gip di Taranto”. Intanto, i lavoratori hanno già iniziato a occupare la statale 7 Appia che porta al centro di Taranto
Il Guardasigilli Paola Severino conferma l’intenzione annunciata ieri diprocedere all’acquisizione degli atti: “Ho dato disposizione affinche’ gli uffici del ministero della Giustizia acquisiscano stamane i due provvedimenti con i quali il gip di Taranto, Patrizia Todisco, ha ribadito il sequestro degli impianti dell’Ilva e ha revocato la nomina di Bruno Ferrante dall’incarico di curatore dello stabilimento”.Da parte sua, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Catricalà, in un’intervista al Gr1, fa sapere: ”Partiamo dal presupposto che la tutela della salute e dell’ambiente è un valore fondamentale che anche il governo vuole perseguire e anche dal presupposto che noi rispettiamo le sentenze dei giudici. Però alcune volte queste sentenze non sembrano proporzionate rispetto al fine legittimo che vogliono perseguire e quindi noi chiederemo alla Corte Costituzionale di verificare se non sia stato menomato un nostro potere: il potere di fare politica industriale”. Secondo Catricalà non c’è rischio di uno scontro con la magistratura: ”No. Noi contestiamo un singolo atto ritenendolo sproporzionato. Noi abbiamo stabilito con un decreto legge in linea con un orientamento preciso del Tribunale della Libertà di continuare le lavorazioni che non sono dannose, che non sono nocive e nel frattempo cominciare seriamente la politica di risanamento. E abbiamo stanziato centinaia di milioni proprio per questo. Questo decreto legge resterebbe privo di qualsiasi valore se l’industria dovesse smettere di lavorare, se il forno si dovesse spegnere. Sarebbe un fatto gravissimo per l’economia nazionale, sarebbe un fatto grave non solo per la Puglia ma per l’intera produzione dell’acciaio in Italia”.
Sul compito dei ministri in missione a Taranto, infine, Catricalà spiega che ”loro dovranno parlare con il Presidente della Regione, con la Provincia, con il Comune. Speriamo che possano parlare anche con il Procuratore della Repubblica. E’ chiaro che dovranno parlare anche con l’Ilva. La missione è molto importante e potrebbe anche servire a evitare il ricorso alla Corte Costituzionale”. E sarà una giornata di incontri sulla questione dello stabilimento. Alle 11:30 è previsto una riunione dei stessi sindacati con il presidente Ferrante e il capo del personale. Nel pomeriggio alle 16 a Bari il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrerà Ferrante. Parteciperanno anche il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido e il sindaco Ippazio Stefano. Vendola, Florido e Stefano incontreranno poi alle 17 i rappresentanti dei sindacati e di Confindustria. Entrambi gli incontri si svolgeranno presso la Presidenza della Regione Puglia in Lungomare Nazario Sauro.
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