Evasione fiscale, controlli a tappeto per ritrovare 10 miliardi. Monti: stato di guerra
“L’evasione fiscale produce un grosso danno nella percezione del Paese all’estero” e “penso che l’Italia si trova in uno stato di difficolta’ soprattutto a causa di questo fenomeno e che si trova da questo punto di vista in uno ‘stato di guerra’”. Lo dice il presidente del Consiglio Mario Monti, in una intervista al direttore di ‘Tempi’, Luigi Amicone, che sara’ presentata in anteprima al Meeting di Rimini che si aprira’ domenica prossima proprio con l’intervento del premier.
“La notorieta’ pubblica del nostro alto tasso di evasione -spiega Monti- contribuisce molto a indisporre nei confronti dell’Italia quei Paesi verso i quali di tanto in tanto potremmo aver bisogno di assistenza finanziaria. Come i Paesi del Nord Europa, che dicono: ‘l’Italia e’ un Paese molto ricco, pero’ lo Stato ha un fortissimo debito pubblico che magari richiedera’ domani di aiutarla a rinnovare; eppure ci sono italiani ricchi o medi che sistematicamente non pagano le tasse’”.
Per questo, secondo il premier, e’ giustificato il ricorso a “strumenti forti. Io stesso, fino a poche settimane fa, quando sono stato anche ministro dell’Economia e delle Finanze e quindi responsabile dell’Agenzia dell’entrate e responsabile politico della Guardia di Finanza, ho sempre incoraggiato fortemente le persone che vi lavorano -sottolinea- a fare una dura lotta all’evasione. La seria lotta all’evasione puo’ comportare la necessita’ di momenti di visibilita’ che possono essere antipatici. Ma che hanno un forte effetto preventivo nei confronti degli altri cittadini”.
Nel corso dell’intervista, Monti ribadisce l’intenzione di non volersi ricandidare alla guida del Paese dopo le elezioni del 2013. “Mi rifiuto di pensare che un grande Paese democratico come l’Italia non sia in grado, attraverso libere elezioni, di scegliere una maggioranza di governo efficace e, indirettamente, un leader adeguato a guidarla”.
Monti si dice “soddisfatto e grato della conseguita possibilita’ di far lavorare per uno scopo convergente forze politiche divergenti. In spirito costruttivo e unitario siamo riusciti a mobilitare queste energie nel Parlamento e forse anche in qualche misura a spiegarci col Paese in un momento che di per se’ sarebbe stato il meno adatto a recepire incisive e pesanti iniziative strutturali. Beh, l’ha fatto. E l’ha fatto in un tempo molto concentrato e questo non mi rende orgoglioso, ma soddisfatto di aver contribuito a questo passaggio, che credo fosse inevitabile per non precipitare in una crisi dai contorni imprevedibili e per avviare l’Italia su una via di riforme e di crescita che daranno risultati piu’ avanti”.
Parlando della crisi e della situazione economica, il premier definisce quelal degli eurobond una “proposta articolata e intelligente”. Monti infine infine definisce “grave” la vicenda delle intercettazioni che hanno coinvolto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E annuncia interventi del governo. “E’ evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi”, quindi “e’ nostro compito prendere iniziative a riguardo”.
Si registrano progressi nel lavoro del Gruppo bilaterale Italia-Svizzera sulle questioni finanziarie e fiscali e in autunno dovrebbero arrivare le prime proposte concrete. E’ quanto emerso al termine dell’incontro tra la presidente della Confederazione Elvetica e ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, e il presidente del Consiglio, Mario Monti, avvenuto oggi a Silvaplana, dove il premier italiano sta trascorrendo una breve vacanza.
Widmer-Schlumpf e Monti, riferisce una nota di Palazzo Chigi, hanno avuto uno scambio di opinioni sulla situazione economica e finanziaria internazionale e sulle sfide che questa pone all’Unione europea, all’Italia e alla Svizzera. Hanno poi concentrato l’attenzione sull’obiettivo, prioritario per entrambi i governi, della lotta all’evasione fiscale. Facendo seguito al loro incontro di Roma del 12 giugno scorso, hanno preso in considerazione i lavori in corso e i progressi registrati nel Gruppo di lavoro bilaterale sulle questioni finanziarie e fiscali, istituito in maggio dai due ministeri delle Finanze.
I due capi di governo, sottolinea sempre il comunicato della presidenza del Consiglio, hanno confermato la grande importanza che entrambi annettono ad uno spedito avanzamento nell’identificazione delle questioni aperte, al fine di affrontarle in modo costruttivo. Essi si attendono che il Gruppo presenti loro concrete proposte in autunno.
Intanto la commissione della Politica estera del Consiglio degli Stati approva che il Consiglio federale svizzero proceda a negoziati con l’Italia sul contenzioso fiscale. In particolare il Consiglio federale intende negoziare con l’Italia un accordo fiscale sul modello di quello firmato con la Germania. Svizzera e Italia vogliono anche discutere sulla problematica dei frontalieri. Altri temi sono le liste nere che l’Italia annovera da 20 anni e con le quali intende proteggere i propri mercati. Le relazioni finanziarie e fiscali tra Svizzera e Italia hanno subito una schiarita: all’inizio di maggio il Ticino ha sbloccato 28 milioni di franchi bloccati dall’estate 2011, somma che rappresenta la metà delle imposte alla fonte trattenuta ai frontalieri italiani e versate a Roma.
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