Ilva, 146 milioni per bonifica. Passera: Consulta deve essere ultima possibilità

Ilva, 146 milioni per bonifica. Passera: Consulta deve essere ultima possibilità

”Non si può chiedere a un’azienda di investire se poi si preclude la possibilità di futuro”. Lo ha detto il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, parlando in conferenza stampa alla Prefettura di Taranto al termine dell’incontro con i ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente Corrado Passera e Corrado Clini.
”Noi oggi abbiamo portato due documenti che abbiamo consegnato ai ministri e a tutti i partecipanti al tavolo per dire cosa l’Ilva ha fatto, sta facendo e farà” ha spiegato Ferrante. Si tratta di investimenti, dall’inizio della gestione del siderurgico da parte del gruppo Riva di circa ”1 miliardo e 100 milioni effettuati per l’ambiente”.
Nell’altro documento si parla degli investimenti in corso dei quali ”90 milioni già impegnati e finanziati. L’azienda ha intenzione di finanziare altri 56 milioni per un totale di 146 milioni per l’ambiente. In parte queste risorse danno attuazione all’Aia 2011, in parte all’accordo con la Regione di pochi giorni fa e in parte iniziative autonome”.
Ferrante ha inoltre sottolineato che ”l’Ilva non ha mai distribuito dividendi tra i soci ma ha investito per l’efficienza e l’ambiente”.
Poi, a una domanda dei giornalisti sulle intercettazioni telefoniche e sui possibili effetti di quel filone dell’inchiesta per presunta corruzione condotta dalla Procura della Repubblica, ha risposto: ”Non ammetto opacità o strade trasversali per coltivare i rapporti con le autorità”.
Ferrante ha detto di aver ”salutato con favore l’iniziativa del ministro Clini di aprire subito il ‘tavolo’ a Roma per la nuova procedura Aia (Autorizzazione integrata ambientale ndr). Questo tavolo terrà la prima riunione lunedì prossimo”. ”C’è un impegno quindi a velocizzare al massimo le procedure – ha aggiunto – L’obiettivo è di concludere l’iter entro la fine del mese di settembre. Noi abbiamo dato la nostra piena disponibilità a seguire questo percorso per cui lunedì i nostri tecnici saranno a Roma per confrontarsi con i tecnici del ministro dell’Ambiente e degli altri enti che seguono e hanno responsabilità nella procedura dell’Aia”.
“Tutte le prescrizioni del gip, tranne la fermata degli impianti, sono contenute nella procedura di riapertura Aia in corso” ha affermato dal canto suo il ministro Clini, sottolineando che la decisione di riaprire Aia è stata presa “con il consenso di Ilva, un fatto nuovo per un’azienda italiana”. La procedura Aia è stata riaperta in anticipo rispetto alla data naturale del 2013.
La nuova autorizzazione integrata ambientale ”recepisce – ha chiarito Clini – le disposizioni europee in materia delle migliori tecnologie disponibili”, oltre alle ”prescrizioni del gip di Taranto nei confronti di Ilva fatta eccezione per quella che riguarda la fermata degli impianti. E poi ancora recepisce le indicazioni della Regione Puglia concretizzate anche attraverso norme regionali. Tiene conto delle decisioni del Tar in merito alla prima autorizzazione integrata ambientale dell’anno scorso, e cioè agosto 2011”.
“Il processo avviato, che si dovrà concludere il 30 settembre (che riguarda la riapertura dell’autorizzazione integrata ambientale, ndr) non è destinato semplicemente a mettere un tappo al camino ma a cambiare radicalmente il ciclo di produzione” ha affermato ancora Clini.
Il ministro ha poi spiegato di aver “chiesto un rapporto” ai membri della commissione ministeriale incaricata dell’ultima autorizzazione integrata ambientale sull’Ilva per chiarire se ci siano stati da parte dell’azienda dei tentativi di condizionarne il parere. Inoltre agli stessi membri della commissione Clini ha detto di aver chiesto “di mettere a disposizione il loro mandato”. Il possibile avvicinamento o condizionamento dei commissari è ipotizzato nelle carte dell’inchiesta della Procura.
“Auspichiamo che non vengano prese decisioni che siano irrimediabili nelle loro conseguenze, tipo quella di chiudere gli impianti” ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, durante la conferenza stampa seguita all’incontro con gli Enti locali, con Ferrante, con i sindacati e con Confindustria.
Passera ha ribadito che il governo non vuole aprire conflitti con la magistratura: “Anche con il procuratore capo di Taranto, che avremmo avuto il piacere di vedere oggi, siamo rimasti d’accordo che ci vedremo in seguito”.
“Se ci sono colpe del passato che siano perseguite ma guai far pagare a questa città colpe per le quali è in corso una soluzione – ha poi aggiunto – Proviamo a vedere se da una crisi pesante di questa città e di questa azienda non possa venire uno sviluppo in senso ambientale”.
Passera ha parlato anche delle conseguenze che la chiusura degli impianti potrebbe avere “sulla bilancia commerciale italiana e in tema di conti pubblici. Nessuno di questi argomenti economico-sociali però – ha sottolineato – possono giustificare comportamenti contro la legge”.
Quanto al conflitto di attribuzione che il 14 agosto il governo ha minacciato di sollevare davanti alla Consulta sia Clini che Passera hanno sottolineato che si è trattato solo “dell’ultima possibilità se non si dovesse superare l’impasse”. Passera ha ribadito che il conflitto “non è stato sollevato, ne è stata ventilata solo la possibilità”.
Per il ministro ”è emerso in tutti gli incontri di oggi un chiaro e forte consenso sulla questione di fondo e cioè che nessuno può essere messo di fronte alla scelta tra salute e lavoro. Qui come governo rappresentiamo sia coloro che temono per il loro lavoro che coloro che temono per la loro salute. Ma anche le aziende che nella ricerca della massima compatibilità e sostenibilità ambientale devono essere concorrenziali sui mercati internazionali. E lasciatemi dire rappresentiamo anche l’interesse nazionale”.