• Home »
  • Economia »
  • Tassazione locale, record di aumenti in 15 anni: +114%. Allarme Cgia: La situazione peggiorerà

Tassazione locale, record di aumenti in 15 anni: +114%. Allarme Cgia: La situazione peggiorerà

”Tra il 1996 e il 2011, il gettito riferito alla tassazione locale è più che raddoppiato: +114,4%. Sempre in questo lasso di tempo, le entrate fiscali di Regioni, Province e Comuni sono passate da 47,6 a 102 miliardi di euro. L’Amministrazione centrale, invece, ha aumentato le entrate ‘solo’ del 9%. Se nel 1996 il gettito era di 320,9 miliardi, nel 2011 l’Erario ha incassato 349,9 miliardi di euro, mentre il Pil nazionale, sempre in questi ultimi 15 anni, è cresciuto del 15,4%. Nel 2011 ogni italiano ha ipoteticamente versato nelle casse delle Autonomie locali ben 1.684 euro”. Sono questi i principali risultati di un’analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre: dati riferiti al 2011 e a prezzi costanti, ovvero al netto dell’inflazione.
”Purtroppo -spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia- la situazione è destinata a peggiorare. Con l’introduzione dell’imposta municipale sulla prima casa e l’aumento registrato dalle addizionali Irpef regionali e comunali, nel 2012 le entrate in capo alle Autonomie locali sono destinate a subire un’ ulteriore impennata”.
Dalla Cgia ricordano che le principali imposte locali regionali che gravano su cittadini ed imprese sono l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive); l’Addizionale regionale Irpef; Tassa automobilistica (bollo auto); l’Addizionale regionale all’accisa sul gas naturale; la Tassa sulle concessioni regionali; la Tassa diritto studio universitario.
Quelle più significative applicate dalle Province sono l’Imposta sulle assicurazioni RC auto; l’Imposta provinciale di trascrizione (autoveicoli, camion e rimorchi); l’Addizionale provinciale sul consumo di energia elettrica (diverso da abitazioni); il Tributo provinciale per i servizi di tutela, protezione e igiene dell’ambiente.
Infine, le più importanti in capo ai Comuni sono l’Ici (imposta comunale sugli immobili). Si ricorda che l’Imu è stata introdotta nel 2012; la TARSU/TIA (tassa sui rifiuti); l’Addizionale comunale Irpef; la Tassa occupazione spazi e aree pubbliche; l’Imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni; l’Addizionale sul consumo di energia elettrica (abitazioni).
”Per invertire la rotta -prosegue Bortolussi- bisogna attuare il federalismo fiscale. Solo così saremo in grado di abbassare il carico fiscale sia al centro sia in periferia, grazie ad una maggiore responsabilizzazione dei Governatori e dei Sindaci. Per il suo definitivo compimento, purtroppo, mancano ancora da definire due tasselli importanti: i costi standard nella sanità e quelli degli Enti locali. Due misure di cui il Governo dovrebbe accelerare la realizzazione per dare il via definitivo ad una vera rivoluzione che riscriverebbe i rapporti tra il fisco ed i contribuenti. Ricordo, tra le altre cose, che in Europa i Paesi federali presentano un costo complessivo della Pubblica amministrazione pari alla metà di quello registrato dai Paesi unitari”.
”L’aumento delle tasse locali -sottolinea Bortolussi- è il risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni ’90 del secolo scorso. L’introduzione dell’Ici, dell’Irap e delle addizionali comunali e regionali Irpef hanno fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze che sono state trasferite alle Autonomie locali”.
”Non dobbiamo dimenticare che, negli ultimi 20 anni, Regioni e Comuni -conclude Bortolussi- sono diventate responsabili della gestione di settori importanti come la sanita’, il sociale e il trasporto pubblico locale senza aver ricevuto un corrispondente aumento dei trasferimenti. Anzi. La situazione dei nostri conti pubblici ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente, creando non pochi problemi di bilancio a tante piccole realta’ amministrative locali che si sono ‘difese’ aumentando le tasse locali.”