Usa, Akin deve chiedere scusa dopo le parole sullo stupro. Ma i Repubblicani non demordono: Aborto mai
Il partito repubblicano si accinge a ribadire alla convention di Tampa il suo no, sempre ed in ogni caso, all’aborto. In particolare, secondo quanto ha anticipato la Cnn, nella bozza della piattaforma politica del 2012 si afferma “la sacralita’ della vita umana e che il nascituro ha un fondamentale diritto alla vita che non puo’ essere violato. Noi sosteniamo quindi un emandamento per la vita umana nella Costituzione e una legge che chiarisca che le tutele del 14esimo emendamento vanno applicate anche ai nascituri”.
Il testo della piattaforma sarebbe quindi in contrasto con la posizione espressa dal portavoce della campagna di Romney, subito dopo che e’ scoppiata la polemica per le dichiarazioni di Todd Akin sull’aborto in caso di stupro, che aveva detto che “l’amministrazione Romney-Ryan non si opporrebbe all’aborto in caso di stupro”.
In effetti la posizione di Paul Ryan appare piu’ in linea con la piattaforma del Gop che con la linea illustrata dal portavoce della campagna. Il candidato alla vice presidenza infatti in questi anni ha in diverse occasioni affermato che l’aborto dovrebbe essere legale sono nei casi in cui e’ a rischio la vita della madre. Ed e’ stato tra i sostenitori del cosiddetto “fetal personhood bill”, una legge tesa a criminalizzare l’aborto, ed anche alcune forme di controllo delle nascite, senza eccezioni per le vittime degli stupri.
I toni fortemente anti-abortisti della piattaforma sono poi in contrasto con le pressioni che in queste ore l’establishment repubblicano sta esercitato su Akin affinche’ rinunci alla candidatura al Senato, per non compromettere quella che fino a qualche giorno fa il Gop considera una vittoria di un seggio cruciale a portata di mano.
Del resto, comunque, il documento anti-abortista contenuto nella piattaforma approvata oggi dal comitato di Tampa – che dovra’ essere approvata dall’assemblea di tutti i delegati lunedi’ prossimo – non fa altro che ribadire quanto affermato nei testi approvati alle ultime convention, cioe’ la richiesta di un divieto costituzionale dell’aborto.
Se quindi non ci sono grandi novita’ e sorprese nel contenuto della bozza, e’ la tempistica della sua approvazione che costituisce un imbarazzo per Romney che, come e’ stato detto, ha posizioni meno oltranziste in materia d’aborto. Come del resto, bisogna ricordare, l’aveva John McCain che quattro anni fa chiese al partito di introdurre qualche eccezione al divieto totale all’interruzione della gravidanza. E lo stesso campione della destra cristiana George W. Bush sosteneva il dievito all’aborto, tranne nei casi di stupro, incesto o di pericolo per la vita della madre.
Intanto Akin chiede “perdono” in un video per “aver usato le parole sbagliate in modo sbagliato” parlando di “vero stupro” e sostenendo che una donna violentata difficilmente rimane incinta.
“Lo stupro e’ sempre un’azione malvagia, io ho usato le parole sbagliate nel modo sbagliato e per questo chiedo scusa”, ha detto il deputato in uno spot elettorale, anticipato oggi dal sito Politico, in cui conferma che rimane in corsa per il seggio del Missouri al Senato.
Una vera e propria sfida dopo che il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell, aveva usato toni molto duri nei suoi confronti e lo stesso candidato alla Casa Bianca Mitt Romney aveva definito le sue parole offensive e ingiustificabili. Mentre altri colleghi del partito hanno esplicitamente chiesto a Akin di ritirarsi. “Dovrebbe farsi da parte per il bene della nazione”, ha detto Ronald Johnson, un esponente del Tea Party eletto in Wisconsin.
“Come padre di due figlie, io voglio una giustizia severa contro i violentatori – ha detto ancora Akin nello spot – ho compassione per le vittime delle violenze sessuali e prego per loro. Il fatto e’ che uno stupro puo’ portare ad una gravidanza – ha detto ancora correggendo quindi la sua precedente dichiarazione – e la verita’ e’ che uno stupro ha molte vittime”. “L’errore che ho fatto e’ stato nelle parole che ho usato, no nel mio cuore, e chiedo il vostro perdono”, ha concluso rivolgendosi direttamente agli elettori, ed in particolare alle elettrici, del Missouri.
Con questo spot appare quindi difficile che Akin annunci il ritiro della sua candidatura entro le cinque di domani, limite massimo per ritirarsi dalla corsa per il Senato senza incorrere in una multa. Il timore della leadership repubblicana e’ che con questa polemica abbia compromesso in modo irrimediabile la sua posizione nel duello contro la senatrice Clair McCaskill, la democratica che fino a qualche giorno fa era in seria difficolta’ nei sondaggi. Tanto che il Missouri era diventato uno degli stati cruciali per la strategia Gop tesa a conquistare il controllo anche del Senato.
A complicare le possibili tensioni all’interno del Gop per la vicenda Akin, e’ stata diffusa la notizia che il candidato alla vicepresidenza Paul Ryan ha personalmente telefonato al collega del Missouri, con il quale nel corso degli anni trascorsi al Congresso ha costruito una buona cooperazione, basata anche sulla comune posizione oltranzista per quanto riguarda l’opposizione all’aborto.
Secondo fonti citate dai media americani “non e’ stata una telefonata breve”, ma non e’ stato precisato pero’ se Ryan abbia chiesto ad Akin di rinunciare alla candidatura. Intanto, gli ultimi sondaggi che arrivano dal Missouri non sembrano registrare dei notevoli cambiamenti nelle intenzioni di voto anche dopo la sparata televisiva del repubblicano. Nonostante esprimano un forte disaccordo con le opinioni espresse sull’aborto, gli elettori dello stato del mid west continuano a dare un vantaggio, anche se appena di un punto, 44 a 43, ad Akin sulla senatrice in carica McCaskill.
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