Armstrong si arrende: nessuna opposizione alle accuse di doping, persi 7 titoli del Tour de France
Lance Armstrong perderà i 7 Tour de France e sarà squalificato a vita. L’ex ciclista statunitense, che si è ritirato nel 2011, verrà sanzionato dall’agenzia antidoping a stelle e strisce (Usada).
Il drastico provvedimento è la diretta conseguenza dell ‘resa’ di Armstrong: il 40enne texano, che continua a professarsi innocente, ha deciso di non contrastare le accuse di doping mosse nei suoi confronti. “E’ l’ora di dire basta – ha scritto Armstrong sul proprio sito -. Arriva sempre il momento per un corridore di dire ‘Quando è troppo è troppo’. Io ho dovuto sentirmi dire che ho barato e che ho goduto di vantaggi illeciti nelle mie 7 vittorie al Tour de France”.
A stretto giro di posta, l’Usada è passata all’azione: Armstrong automaticamnte ‘bollato’ come dopato e, pertanto, sanzionato. ”E’ un giorno triste per tutti noi che amiamo lo sport e gli atleti”, ha detto Travis Tygart, direttore generale dell’Usada. ”E’ un drammatico esempio di una vittoria a tutti i costi, aldilà delle scelte corrette. Non c’è nessun trionfo quando si vince barando”.
Armstrong, dominatore del Tour del 1999 al 2005, ritiene che l’agenzia antidoping non abbia l’autorità per intervenire sul palmares di un atleta. ”L’Usada non può assumere il controllo di uno sport professionistico internazionale e provare a togliermi i 7 titoli del Tour de France. Io so chi ha vinto quelle corse, lo sanno i miei compagni e lo sanno anche tutti i miei avversari che ho affrontato”, aggiunge, stigmatizzando ”l’incostituzionale caccia alle streghe” condotta nei suoi confronti.
Inutile, afferma l’ex corridore, provare a contrastare una simile macchinazione: meglio dedicarsi alla famiglia e alla fondazione creata per finanziare la lotta al cancro. ”Se pensassi, anche solo per un momento, di poter contrastare le accuse in un processo equo e di poter chiudere la questione una volta per tutte, non esiterei a farlo. Ma rifiuto di prendere parte ad un processo a senso unico”, dice Armstrong.
Nel procedimento avviato a giugno, l’Usada accusa Armstrong di aver assunto sostanze dopanti e in particolare Epo, steroidi e testosterone. Il texano, mai risultato positivo in un controllo, si sarebbe sottoposto a trasfusioni a partire già dal 1996. La documentazione a disposizione dell’accusa comprenderebbe anche campioni ematici relativi alle stagioni 2009 e 2010. A completare il quadro, anche le testimonianze di altri corridori.
Nel mirino dell’inchiesta, è finito in particolare il periodo 1998-2005: Armstrong non solo si sarebbe dopato, ma durante la militanza nell’US Postal e nella Discovery Channel avrebbe spinto alcuni compagni ad assumere sostanze illecite assortite.
Il fascicolo, che per i media americani comprende dati relativi a 38 campioni ematici, secondo i legali dell’atleta non potrebbe portare a nessuna sanzione. ”Armstrong rispetta le regole e, in base alle norme attuali, l’Usada non può procedere se non sottopone le prove ad un panel indipendente dell’Unione ciclistica internazionale”, dicono gli avvocati Tim Herman e Robert Luskin sollevando la questione relativa alla giurisdizione.
”L’Uci e l’Usada dovrebbero andare al Tas per risolvere la questione prima di qualsiasi procedimento”, dicono facendo riferimento ad una ”soluzione prospettata dall’Uci ma respinta dall’Usada”.
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