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Fini: Il prossimo governo sarà politico. Poi attacca il Pdl: E’ come Grillo

”Il governo che uscira’ dalle elezioni sara’ un governo politico, altrimenti tra un po’ qualcuno dira’ che tanto vale non fare piu’ le elezioni”. Lo sottolinea a ‘Repubblica’ il presidente della Camera Gianfranco Fini, augurandosi che il prossimo governo “punti a piu’ Europa, che prosegua nel risanamento dei conti, che rispetti il vincolo dell’articolo 81 della Costituzione, che non strizzi l’occhio ai localismi ma difenda la coesione nazionale”.
Quanto al premier “decidera’ il Colle”, assicura, che aggiunge:”Se vogliamo uscire dalla logica del bipolarismo muscolare, se vogliamo lasciarci alle spalle la fase Berlusconi-Prodi, non possiamo partire dalla coda dobbiamo cercare prima un’alleanza di governo sui programmi e sui valori. Poi sara’ il capo dello Stato a indicare il prescelto per palazzo Chigi: e’ evidente che contera’ quello che diranno le delegazioni dei partiti al Quirinale”.
Nell’intervista a ‘Repubblica’ il presidente della Camera paragona la politica del Pdl a quella di Beppe Grillo. I ”veri moderati d’Italia” siamo noi di Fli e l’Udc, rispetto a Grillo e Di Pietro il Pdl ”e’ una versione piu’ soft dell stessa antipolitica, che ha sempre bisono di nemici”. “Sta crescendo un’area che si nutre di antipolitica, una vasta zona di risentimento antieuropeo, di fatto antidemocratico -avverte Fini- che prende a pretesto la giusta lotta contro i privilegi e le caste”. E, aggiunge, ”una versione piu’ ‘soffice’ del medesimo sentimento antipolitico e’ quella rappresentata dal Pdl”, quella “che ha bisogno di nemici, che vive piu’ di anatemi che di strategie”.
Parlando sempre del Pdl Fini sottolinea: ”Ormai in quel partito c’e’ un antieuropeismo strisciante, un sentimento di disprezzo verso i lavoratori pubblici rappresentati in massa come ‘fannulloni’, un sentimento antilegalitario, contro le regole, contro i magistrati, contro le tasse, un sentimento anti-immigrati e contro tutte le minoranze che rivendicano parita’ nei diritti civili”. E sul fronte di una possibile alleanza con Casini osserva: ”Diciamo che in me e Casini c’e’ una comune consapevolezza di lavorare per dare una risposta a questi elettori che non sono di sinistra e non vogliono piu’ votare per Berlusconi, o per un Alfano che continua a parlare di abolire l’Imu e imposta l’ennesima campagna da libro dei sogni”.
”C’e’ una area vasta di elettori -spiega Fini- che ambirebbe a una rappresentanza diversa. Parlo di quel mondo che, sbagliando, definiamo moderato, che crede nella coesione nazionale, ha l’etica del dovere, da’ importanza ai comportamenti pubblici e privati di chi lo rappresenta, tiene ai diritti della persona e condivide una certa idea di Europa. Sto parlando di una visione liberal-democratica, quella che in un bipolarismo sano, quale non abbiamo in Italia per colpa di Berlusconi, sarebbe la naturale alternativa alla sinistra socialdemocratica”.