Temperature troppo alte, il ghiaccio artico si scioglie: la banchisa è al minimo storico
L’estensione del ghiaccio marino artico ha raggiunto lunedì il minimo storico, ed è sulla buona strada per diminuire ulteriormente nelle prossime due settimane. A lanciare l’allarme è il National Snow and Ice Data Center (Nsidc). Si è ridotto a 1,58 milioni di chilometri quadrati l’area coperta dai ghiacci artici. Nel 2007, ultimo minimo l’area era pari a 1,61 milioni di chilometri quadrati.
L’area coperta dai ghiacci artici durante l’estate di solito raggiunge il suo punto più basso intorno al 13 settembre, quando la regione comincia a raffreddarsi. Ma lo stato di fusione è a un inedito 38.600 miglia quadrati al giorno, ed e’ probabile che si riduca ancora di più prima che il ghiaccio cominci a riformarsi.
La causa dello scioglimento dei ghiacci è l’aumento globale delle temperature e le recenti condizioni meteo. Walt Meier, ricercatore del Nsidc, ha osservato una tendenza all’assottigliamento del ghiacci. “La copertura di ghiaccio più sottile si scioglie più facilmente durante l’estate, e più facilmente viene interrotta da venti e tempeste di onde, che porta a fusioni più pure,” spiega Meier.
Quest’anno, aggiunge il ricercatore, “abbiamo avuto un temporale piuttosto forte passare attraverso l’Artico ai primi di agosto, e che certamente è stato un fattore importante nella rapida perdita nel mese di agosto. Ma prima di quella tempesta, stavamo già monitorando lungo la traiettoria del 2007. Il record, dunque, probabile che ci sarebbe stato ugualmente anche senza quella tempesta”.
La scoperta però non convince tutti. Restano infatti gli scettici del riscaldamento globale che continuano a mettere in discussione che le emissioni di gas serra stanno contribuendo al cambiamento climatico. Proprio la scorsa settimana, un gruppo di ricercatori britannici Antarctic Survey hanno pubblicato i risultati di una ricerca sulla rivista Nature.
Dalla ricerca emerge che il recente riscaldamento in Antartide e’ stato “inusuale”, ma non senza precedenti. Secondo i ricercatori britannici campioni di carote di ghiaccio hanno mostrato che il continente ha vissuto un periodo caldo già diverse migliaia di anni fa e che le temperature hanno poi cominciato a salire di nuovo 600 anni dopo il periodo relativamente fresco.
Quest’anno, aggiunge il ricercatore, “abbiamo avuto un temporale piuttosto forte passare attraverso l’Artico ai primi di agosto, e che certamente e’ stato un fattore importante nella rapida perdita nel mese di agosto. Ma prima di quella tempesta, stavamo già monitorando lungo la traiettoria del 2007. Il record, dunque, probabile che ci sarebbe stato ugualmente anche senza quella tempesta”.
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