Legge 40, dopo la bocciatura il governo pensa al ricorso. Balduzzi: Serve chiarezza. Bagnasco: Strano superamento della magistratura italiana
”Credo che sia forse opportuna una richiesta di un punto giurisdizionale fermo per quanto riguarda la Corte europea dei diritti dell’uomo e che dunque un ricorso da parte del nostro Paese valga proprio a consolidare un punto di riferimento”. Lo ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, parlando a Lucca, a proposito della decisione della Corte di Strasburgo sulla legge 40.
”Tra ieri e stamani sono riuscito a dare una lettura un po’ frettolosa alla sentenza e ci stanno lavorando anche i miei uffici” ha spiegato Balduzzi. A parere del ministro della Salute esistono anche ”profili di carattere processuale che andrebbero monitorati perché è chiaro che si riferiscono non solo al caso di specie ma a tutti i casi possibili. Siccome stanno aumentando le ipotesi di confronto tra ordinamenti, quello italiano e quello del Consiglio d’Europa, credo che anche sotto questo profilo un nostro ricorso potrebbe servire a un chiarimento giurisprudenziale”.
”Con riserva di un approfondimento, una volta presa in esame questa pronuncia mi sembra che ci siano gli elementi per promuovere un ulteriore chiarimento giurisprudenziale”, ha concluso Balduzzi.
Su Twitter il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, dice di considerare ”positivo l’orientamento del ministro Balduzzi a fare ricorso per la legge 40″.
Di diverso avviso il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario. “Non serve un chiarimento con Strasburgo – sottolinea – serve una nuova legge sulla fecondazione assistita”. “Ci auguravamo – aggiunge – che il governo non facesse ricorso contro la Corte Ue, ma a quanto pare dalle dichiarazioni del ministro Balduzzi così non sarà. Me ne rammarico perché è palese che la legge 40 è incostituzionale, viola i diritti delle persone ed è di impossibile applicazione giuridica”.
Mentre il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, auspica ”che riguardo alle questioni bioetiche e dei diritti civili, il centrodestra maturi in Italia un approccio laico che, fatti salvi alcuni principi non rinunciabili, in primo luogo la difesa della dignità della persona e il valore della vita, consenta la ricerca di soluzioni equilibrate e avanzate frutto di un dialogo e di una intesa fra laici e credenti”.
“E’ l’ora di una solidarietà lungimirante, della assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell’economia e del lavoro, della rifondazione della politica e delle procedure partecipative, della riforma dello Stato: problemi che hanno come centro la persona e ne sono il necessario sviluppo”. Lo ha detto il presidente della Cei ed arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia alla celebrazione eucaristica che segue alla Supplica alla Madonna della Guardia.
La Chiesa, “spinta dalla sollecitudine per la Nazione fa appello alla responsabilità dell’intera società nelle sue articolazioni – istituzioni, mondo politico e della finanza, del lavoro e delle sue rappresentanze – perché prevalga il bene generale su qualunque altro interesse. E’ necessario – ha aggiunto – stringere i ranghi dell’amore al Paese. La vita della gente è segnata in modo preoccupante, e sente che il momento è decisivo: dalla sua soluzione dipende anche la tenuta sociale”.
Bagnasco ha ammonito a non inseguire logiche “particolaristiche e distorte” che, se prevalessero porterebbero a “conseguenza devastanti” per la società. “Quando – per interessi economici – sull’uomo prevale il profitto, oppure – per ricerca di consenso – prevalgono visioni particolaristiche e distorte, le conseguenze sono devastanti e la società si sfalda”, ha detto Bagnasco nell’omelia.
Il cardinale dà voce alla “gente stremata e smarrita”. “Nel cuore – dice – abbiamo il peso della crisi che attanaglia, e il pensiero corre al lavoro di chi l’ha e spera di tenerlo, di chi lo cerca e non riesce a trovarlo, di chi l’ha perso”.
La strada intrapresa, ”in Italia come altrove nel mondo, è fortemente in salita. Uscire dalla strettoia, che ha costi alti per famiglie, giovani, adulti e pensionati, è possibile ma solo ”insieme”. Solo ”insieme”, infatti – ha rilevato – si affrontano le prove anche più dure: se le persone si sentono sole di fronte alle difficoltà, si deprimono e si arrendono, finiscono ai margini della vita, facile preda del peggio; ed è noto che, senza lavoro e nella incertezza, il male ha buon gioco”.
Per il cardinale “la grave congiuntura economica, che ha ricadute pesantissime e preoccupanti sull’occupazione e sulla vita sociale del Paese come dell’Europa e del mondo, non è una crisi congiunturale ma di sistema. La durata nel tempo e gli scenari internazionali hanno ormai dimostrato che riveste una complessità e profondità tali che non può essere affrontata con ‘formule’ rapide e parziali”.
A giudizio di Bagnasco “neppure è possibile un affronto puramente nazionale che prescinda da quel contesto europeo e mondiale il quale – pur presentando vischiosità e particolarismi – sarebbe illusorio e suicida sottovalutare. E nel quale bisogna poter stare con competenza ed autorevolezza”.
La posta in palio è alta, come pure i rischi. “La gente – avverte il cardinale Bagnasco – non perdonerà a nessuno la poca considerazione verso la famiglia così come la conosciamo: questa è l’Italia. La famiglia – oltre ad essere il grembo naturale della vita nella sua inviolabilità – si rivela ancora una volta come il fondamento affidabile della coesione sociale, baluardo educativo dei giovani, vincolo di solidarietà tra generazioni. Anche per questo merita di essere molto di più considerata sul piano culturale, e sostenuta sul piano politico ed economico”.
Al santuario genovese della Madonna della Guardia Bagnasco ha parlato anche di fecondazione. ”Bisogna ripensarci un attimo a livello nazionale, a livello di esperti, sia per il merito sia anche per il metodo – ha detto – perché non si è passati attraverso la magistratura italiana. Bisogna pensarci. C’è stato un superamento della magistratura italiana, è singolare”.
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