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Vacanze ad alta quota, la montagna non è “assassina”: bisogna solo prestare attenzione alle regole

La montagna, nel tempo, non è diventata più pericolosa ma ha le sue regole che vanno rispettate. Così Valerio Zani, vicepresidente del soccorso alpino, parla all’Adnkronos della sicurezza in alta quota dopo la vicenda che ha visto l’alpinista Ivan Sgrena, di 59 anni, fratello della giornalista Giuliana, rapita e poi liberata in Iraq nel 2005, perdere la vita precipitando nel gruppo dell’Alpe Devero, a Baceno in Verbania.
Sulla vicenda, spiega Zani, ”le cause sono indefinite ma è praticamente impossibile capire cosa abbia determinato la perdita di equilibrio”. Purtroppo, aggiunge, ”in queste situazioni dove non c’è una testimonianza diretta si possono solo fare delle supposizioni, ma preferiamo non addentrarci in queste valutazioni”. Quanto agli incidenti, Zani spiega che ”è statisticamente dimostrato che nei mesi di luglio e agosto si registrano il maggior numero di interventi in montagna, che sono più carico della quota maschile, anche perché cresce il numero dei frequentatori”.
I mesi estivi, infatti, ”sono quelli maggiormente dedicati ad un certo tipo di attività anche da chi non è un frequentatore abituale”. Le elevate temperature di quest’estate, però, non sembrano aver pesato ulteriormente sul bilancio anche perché ”interessano una fascia limitata sia di ambiente, come ad esempio i ghiacciai, che di persone che sono sicuramente più preparate”. L’escursionismo, invece, ”è praticato da tante persone che non sempre hanno una preparazione adeguata”.
Per la sicurezza in montagna, dunque, ”l’invito è a non sottovalutare nessun tipo di escursione”. La regola numero uno è ”non dare nulla per scontato”. Prima di partire ”bisogna stabilire cosa si intende fare, il tipo di escursione e prepararsi sia dal punto di vista della forma e che dei materiali”.
L’improvvisazione non piace alla montagna e, infatti, ”arrivano molte chiamate di persone che hanno perso l’orientamento”. E a chi parla di montagne meno sicure, Zani risponde: ”non è vero. La montagna non è più pericolosa di qualche anno fa. Ha delle regole che non sono complesse ma vanno rispettate”.
A cambiare rispetto a 20 anni fa non è la montagna ma è il rapporto con l’uomo: ”oggi, ad esempio, si praticano molte più attività, compresi gli sport estremi e sono aumentati i frequentatori. Sono molte di più le persone che scelgono anche solo per un weekend l’aria di montagna” conclude Zani.