Italiani popolo di nasi lunghi, 4 milioni di bugie al giorno soprattutto in tempo di crisi
Italiani popolo di bugiardi. Per necessita’, diletto o vizio, diciamo quasi 4 milioni di ‘balle’ al giorno, piu’ di 114 milioni al mese, per un totale di un miliardo e 400 milioni all’anno, escluse quelle (giustificabili tout court) dette dai bambini. Un popolo di mentitori, la maggior parte dei quali ‘intenzionali’ e consapevoli, convinti che non dire la verita’ sia utile o necessario. Soprattutto in tempi di crisi economica. Questa, infatti “puo’ essere un moltiplicatore di bugie, usate spesso per nascondere verita’ che creerebbero imbarazzo, basti pensare all’impossibilita’ di comprare qualcosa a un figlio o di offrire champagne a cena alla fidanzata”, dice all’Adnkronos il sociologo Franco Ferrarotti, convinto che “la bugia sia un fatto culturale di prim’ordine, soprattutto fra i popoli mediterranei che – aggiunge – esagerano un po’”.
A fronte dei numeri sui ‘Pinocchio di casa nostra’, emersi da una ricerca di Astra Demoskopea di qualche anno fa, il sociologo conferma la tendenza, quasi innata, degli italiani a mentire. “Del resto – dice – la bugia e’ un fatto culturale di prim’ordine, e vale cio’ che dicevano Oscar Wilde e Nietzsche, ovvero ‘dire sempre e solo la verita’ e’ la virtu’ di chi non ha immaginazione’, come dire che la bugia e’ una sorta di creazione artistica, anche se nella cultura mediterranea si tende ad abusarne”. A proposito di differente cultura, Ferrarotti sottolinea: “se si pensa che nel 1974 il presidente degli Stati Uniti Nixon dovette dimettersi per aver detto una bugia, da noi nel giro di una settimana azzereremo l’intera classe politica”.
Non a caso l’indagine attribuiva il titolo di ‘super bugiardi’ proprio ai politici, ritenuti tali dal 72,3% del campione. A seguire, ma molto distanziati, i commercianti (40,3%), i pubblicitari, considerati bugiardi dal 36,8%, mentre solo il 33,9% indicava i criminali.
Il sociologo distingue poi “la bugia diplomatica, che consiste nel non dire le cose come stanno per non aggravare una certa situazione, da quella ‘dei gesuiti’ abituati a non dire la falsita’ ma non tutta la verita’, fino a quella fatua, non necessaria, detta per il gusto di mentire. In questo tipo di bugia – spiega – forse per un eccesso di immaginazione, i popoli mediterranei eccellono. E si tratta purtroppo di una bugia deplorevole, perche’ complica le cose semplici e non ha nessun rispetto della coerenza, a cui siamo tutti tenuti. Insomma non si puo’ dire oggi una cosa e domani un’altra perche’ cio’ crea sfiducia”, aggiunge Ferrarotti, lasciando intendere il riferimento alla politica nostrana.
Ma se l’arte del mentire e’ nella natura dell’uomo, le nuove tecnologie aiutano, offrendo ogni sorta di strumento adatto ad agevolare la menzogna: primi fra tutti i social network. Da una ricerca, condotta da Redshift Research, per conto di Intel e pubblicata a meta’ giugno, risulta infatti che ben il 53% degli italiani mente a proposito di se stesso su Facebook, Twitter & Co.: le donne si concedono qualche ‘ritocchino’ con Photoshop all’immagine del profilo o sulle foto, mentre gli uomini cercano di mostrarsi piu’ brillanti di quanto non siano in realta’. Il tutto per colpire l’attenzione.
“Oramai con internet – commenta ancora Ferrarotti -si comunica tutto a tutti, per cui nessuno ha piu’ qualcosa di veramente importante da dire, ed e’ facilissimo dunque confondere la verita’ con la bugia. E’ un’enorme pattumiera dove si ricicla qualunque cosa: dai filosofi antichi, alla grande etica, alla pedofilia, fino alle istruzioni per costruire una bomba. Dunque, in questo caos e grazie all’anonimato mentire e’ facilissimo”.
Lo studio sulle bugie degli italiani stilava anche la top ten delle tipologie piu’ dette. Al primo posto quelle per trar profitto in ambito lavorativo (con i superiori, i colleghi, i clienti), seguite da quelle piccole e veniali per viver meglio la propria vita quotidiana senza rogne. Molto utilizzate, tanto da piazzarsi al terzo posto, le bugie dette a fin di bene, per non dare dispiaceri e per evitare di far del male.
Al quarto quelle per evitare controlli e critiche o per sfuggire alle proprie responsabilita’ (con le autorita’, i superiori, i genitori) e quelle volte a difendere la propria privacy (quinto posto). Al sesto posto quelle finalizzate a frequentare delle persone di nascosto (a partire dall’amante) e quelle dette esclusivamente per mantenere la pace in famiglia. All’ottavo posto quelle scolastiche, quelle sugli acquisti (nono) e le bugie che si utilizzano nelle relazioni sociali, come i falsi complimenti (al decimo). Quasi non vengono neanche considerate bugie le scuse inventate per giustificare un ritardo, per farsi ubbidire o per coprire qualcuno (figli e amici).
Dunque, sono molte le ‘balle’ dette dagli italiani a fin di bene o comunque senza cattiveria o malizia. Bugie che, in tempi di crisi, si moltiplicano, spesso per necessita’. “Come quelle che i genitori, in questo momento di ristrettezze economiche, a volte sono costretti a dire ai loro figli – commenta Ferrarotti – per esempio quando non possono comprargli un gioco costoso, che diventa cosi’ pericoloso perche’ da’ la scossa”. Il sociologo assolve in parte le ‘menzogne da crisi’ degli italiani, e riabilita le stesse crisi finanziarie perche’ “in qualche modo ridanno alle persone il senso del limite”, mentre si dice convinto che nulla riuscira’ a ridimensionare l’abitudine dei politici a mentire. “Anche in tempi di crisi, quando la classe dirigente, politici in prima fila, dovrebbe dire la verita’ alla gente, continuera’ a mentire perche’ – conclude – ha perso il contatto con la realta’ e con la gente”.
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