Alcoa, operai sui silos: Scenderemo solo se non saranno chiusi i terzi blocchi. Passera: Compratori? Quasi impossibile
”Chiediamo che l’Alcoa scriva un documento in cui ci dica che non fermerà i terzi blocchi”. Sono le parole di uno degli operai saliti sul silo dell’Alcoa a Portovesme, che parla attraverso una ricetrasmittente in diretta con ‘Tgcom24′.
”La notte è stata bruttissima, siamo bagnati e c’è ancora vento”, aggiunge. ”Noi vogliamo il documento – sottolinea – Come facciamo ad andare avanti? Non c’è più niente. Dobbiamo combattere. Scenderemo solo quando l’Alcoa ci darà un documento scritto in cui ci dirà che non fermerà i terzi blocchi”.
La protesta degli operai dell’Alcoa non si ferma. In mattinata due operai della fabbrica sarda di Portovesme, al termine di un’assemblea, hanno deciso di salire su un silo a 70 metri di altezza.
Gli operai chiedono chiarezza sul futuro dell’azienda dell’alluminio. Mentre a Roma i rappresentanti sindacali dello stabilimento di Portovesme oggi incontreranno ‘ABC’ (Alfano-Bersani-Casini) per chiedere un intervento sul governo.
Una riunione che da unitaria è stata convertita in incontri con le singole forze politiche. “Qualcuno – racconta il segretario nazionale Fim Cisl, Marco Bentivogli – si è defilato, Alfano si è detto amareggiato assicurandoci che lui aveva dato la propria piena disponibilità”. Anche Casini si tira fuori. ”Non so chi abbia preferito fare diversamente”, ha detto il leader dell’Udc.
In ballo c’è la ricerca di una società disponibile a rilevare l’impianto di Portovesme dalla multinazionale americana. Dopo aver manifestato un interesse, per ora la svizzera Glencore ha preso tempo. Per questo il tavolo sull’Alcoa, previsto inizialmente per domani al Ministero dello Sviluppo economico, è stato rinviato al 10 settembre. Uno slittamento, ha spiegato il sottosegretario Claudio De Vincenti, necessario per ”consentire la raccolta di tutti gli elementi necessari ad una proficua gestione del confronto”.
I rappresentanti sindacali indicano due strade su cui i partiti che appoggiano l’esecutivo Monti possono far sentire la voce “disperata” dei lavoratori: “rallentare lo spegnimento delle celle elettrolitiche; chiedere al governo di creare condizioni di maggiore competitivita’ per rendere piu’ appetibile l’azienda agli occhi del potenziale acquirente, la Glencore”.
Dopo aver espresso pieno sostegno alla lotta degli operai dell’Alcoa, Alfano si è appellato al Governo. “Se davvero l’Italia vuole attrarre investitori internazionali, la questione ineludibile è quella del contenimento dei costi dell’energia, condizione essenziale per garantire competitivita’”. Per questo ”occorre che il governo nazionale e le principali forze politiche creino le condizioni di contesto legislativo che consentano a nuovi investitori di farsi avanti. E la questione dei costi energetici appare decisiva, cosi’ come un impegno chiaro del governo sul futuro del settore dell’alluminio. Il Pdl è determinato ad agire in questo senso”.
Pressing sull’esecutivo anche da parte del segretario del Pd. “Sollecitiamo il governo a raddoppiare gli sforzi in questi giorni cruciali”, ha detto Bersani, al termine dell’incontro con i rappresentanti sindacali di Alcoa. “E’ il momento di spingere -ha aggiunto- affinché gli interlocutori industriali diano continuità ai presidi produttivi sul territorio”.
Da Reggio Emilia, intanto, il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera è intervenuto sulla vicenda. ”Non ci sono stati dei veri impegni da parte di nessuno per possibili acquisizioni – ha detto – Continueremo a cercare possibili compratori ma non dobbiamo nascondere che la situazione è quasi impossibile perché di scarsissimo interesse per molti investitori”.
Il ministro ha assicurato che il Governo ”intende rispettare i patti perché è stato fatto un accordo ben preciso e sottoscritto da tutti. Se per caso non lo rispettassimo allora perderebbe di ogni credibilità qualsiasi altro accordo che in futuro dovessimo fare. Non dobbiamo nasconderci però che la situazione è quasi impossibile”.
Alcoa, intanto, va avanti con il programma di fermata dello stabilimento. Rimandata alla prossima settimana, comunica la società, solo la sospensione della applicazione del bypass dei terzi blocchi, con fermata istantanea di 85 celle, originariamente prevista per il giorno 7 settembre.
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