La Bce guardiano dell’Euro: al via il fondo “Salva stati” senza limiti. Volano le Borse
I governi, laddove sia necessario, “siano pronti ad attivare l’intervento dei fondi Efsf-Esm sul mercato dei bond con una condizionalità rigida ed efficace, in linea con le linee guida previste”. Lo dice il presidente della Bce, Mario Draghi, che annuncia: “Non ci saranno limiti quantitativi ex ante” per l’acquisto dei bond dei Paesi in difficoltà. Con l’avvio dell’acquisto di bond, precisa quindi Draghi, la Bce perderà la sua “peculiarità di creditore privilegiato”. Il voto in Consiglio su questo tema “non è stato unanime”, perché ”c’è stato un voto in dissenso”, prosegue. E nel renderlo noto, aggiunge: “Lascio a voi indovinare di chi è” il voto contrario. Il programma di acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario della Bce “ci permetterà – spiega – di affrontare le gravi distorsioni nel mercato dei bond governativi che hanno origine, in particolare, da timori ingiustificati da parte degli investitori sulla reversibilità dell’euro”. Inoltre, da presente, ”l’acquisto diretto di bond è previsto dall’articolo 18 dello statuto”. E’ “uno strumento a disposizione della politica monetaria”.
La decisione, continua poi Draghi, non contrasta quindi con il mandato della Bce: “Lasciatemi ripetere quello che ho detto il mese scorso – ha scandito - Noi agiamo strettamente nell’ambito del nostro mandato per mantenere la stabilità dei prezzi nel medio periodo, agiamo in maniera indipendente nel determinare la politica monetaria, l’euro è irreversibile”. La ”misura” degli acquisti di bond da parte della Bce sarà “tale da centrare gli obiettivi”. Poiché “ha molte differenze” dai programmi precedenti “questa volta funzionerà”, puntualizza Draghi che ribadisce: le decisioni del Consiglio di oggi sull’acquisto dei bond sono state prese “in totale indipendenza” e “non c’è stata alcuna discussione con altre istituzioni”.Riguardo la crescita nell’area euro, per il presidente al momento “resta debole” e lo scenario è sottoposto “ad alta incertezza”, con “rischi al ribasso”.
La Bce rivede al ribasso le stime della crescita nell’eurozona per il 2012 e per il 2013. “Le previsioni di settembre dello staff macroeconomico della Bce per l’area euro prevedono una contrazione del Pil su base annua tra lo 0,6 e lo 0,2% per il 2012″, mentre per il 2013 il Prodotto interno lordo dovrebbe variare tra “un meno 0,4% e un +1,4%”. Draghi dunque prevede che la crescita economica dell’area euro resterà “debole, con le tensioni in corso sui mercati finanziari ed un’accresciuta incertezza che pesa sulla fiducia”. L’inflazione nell’eurozona, prevede Draghi, resterà sopra il 2% per tutto il 2012. “A causa dei prezzi dell’energia e dell’aumento delle tasse indirette in alcuni Paesi dell’area euro – ha detto – ci aspettiamo che i tassi di inflazione restino sopra il 2% durante il 2012, per scendere sotto quel livello di nuovo nel corso del prossimo anno”. La Bce ha lasciato invariato oggi il tasso di riferimento allo 0,75%. Anche il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale resta all’1,50% e quello sui depositi allo 0,00%. Lo scorso 5 luglio la Bce aveva deciso di tagliare dello 0,25% il tasso di riferimento che era rimasto fermo all’1% dallo scorso 8 dicembre 2011.
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