Strage Alta Savoia, per gli inquirenti il killer è uno. Testimone: La macchina di Al-Hilli non era seguita
La macchina degli Al-Hilli non era seguita da altri veicoli sulla strada che l’ha portata sul luogo dell’attacco a Chevaline. A renderlo noto è stato un muratore, Laurent, l’ultimo probabilmente ad aver visto la famiglia britannica di origine irachena prima del tragico attacco. Laurent, ha svelato RTL, lavorava nell’ultimo chalet prima dell’inizio della strada e ha visto passare la BMW verso le 15.
L’uomo al volante, ha riferito, gli ha fatto un cenno con il capo, “un segno di saluto o un ringraziamento perché quando si lavora sul ciglio della strada si è costretti a spostarsi per lasciare passare le automobili”.
“Non avevano l’aria stressata, mi sembravano turisti che andavano a passeggio”. Nessun veicolo, né un 4X4 né una moto, seguiva la macchina. “Li avremmo visti”.
Dopo il ritrovamento dei corpi nella macchina a Chevaline, ad allertare le squadre di soccorso non è stato – come detto in un primo momento – il ciclista veterano della Royal Air Force che ha scoperto l’auto con le vittime ma un cittadino francese, originario della zona dell’Alta Savoia, che stava facendo una gita.
Si tratta di Philippe, 41 anni, rende noto ‘Le Parisien’; lui ha allertato i vigili del fuoco poco dopo le 16: stava risalendo lungo la strada nella foresta in compagnia di due amiche quando ha visto arrivare il militare in preda a grande agitazione. “Quell’uomo, che era nel panico, stava scendendo lungo la strada” ha raccontato. “Mi ha spiegato con difficoltà, in un francese stentato, che si era consumata una tragedia poco più in alto. Voleva allertare i soccorsi ma non ho capito se non aveva il cellulare o se il suo non prendeva in quel punto”.
Dopo aver invano tentato di comunicare con la piccola Zainab, 7 anni, gravemente ferita, Philippe è allora sceso qualche metro più a valle per chiamare aiuto. Precedentemente, sulla strada “non aveva sentito nulla e non aveva incrociato nessuno, né macchine, né moto”. L’autore o gli autori dell’attacco potrebbero tuttavia essere fuggiti attraverso la cosiddetta strada del Mulino, un sentiero che mette in collegamento con la nazionale.
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