Us Open, 5 set e 5 ore di gara ma Murray batte Djokovic. L’inglese è il re di New York
Andy Murray è il re di New York. Lo scozzese ha trionfato nell’US Open, conquistando il primo titolo della carriera in un torneo dello Slam.
In finale, il 25enne ha sconfitto il campione in carica, il serbo Novak Djokovic, con il punteggio di 7-6 (12-10), 7-5, 2-6, 3-6, 6-2 al termine di una battaglia di 4h54′, che per lunghezza ha eguagliato il precedente record dell’evento. La vittoria di Murray ha un valore ‘storico’ per la Gran Bretagna, che torna sul trono di un torneo major dopo un digiuno di 76 anni, cominciato dopo l’ultimo successo di Fred Perry sul suolo a stelle e strisce.
“Quando mi son reso conto di aver vinto, mi sono sentito un po’ scioccato. Mi sono sentito sollevato, ho avvertito una grandissima emozione”, dice Murray, che ha coronato un’estate stellare: finale a Wimbledon, medaglia d’oro alle Olimpiadi e ora, dopo l’exploit negli Usa, il terzo posto nel ranking Atp guidato dallo svizzero Roger Federer davanti a Djokovic. Le 4 sconfitte incassare in carriera nell’atto decisivo di un appuntamento dello Slam finalmente non sono piu’ un incubo: “Mi sento sollevato”, ripete Murray, costretto per anni a convivere con l’etichetta di ‘incompiuto’.
Nel match decisivo dell’Us Open, rinviato a lunedi’ per il forte vento, lo scozzese e’ riuscito a gestire le difficili condizioni ambientali meglio dell’avversario. La battaglia si e’ infiammata con il tie-break di 22 punti che ha posto fine al primo set. Applausi a ripetizione, poi, per scambi devastanti di 20 e 30 colpi fino all’incredibile ‘rally’ di 55 colpi che Murray si e’ aggiudicato nel quarto parziale, facendo crollare a terra l’avversario esausto e mandando in visibilio il pubblico dell’Arthur Ashe Stadium. “Abbiamo corso tantissimo entrambi”, ha detto alla fine Djokovic.
Il serbo, a caccia del settimo titolo major, e’ finito al tappeto dopo 26 vittorie consecutive sul cemento in un torneo dello Slam. “Non sono riuscito a piazzare i colpi vincenti quando serviva davvero”, ha aggiunto ripensando ai 65 errori commessi, 9 in piu’ rispetto all’avversario. “Ogni sconfitta e’ dura da digerire – ha proseguito il talento di Belgrado – sono deluso, ma so di aver dato tutto. E nessuno piu’ di Andy meritava di vincere”.
“Se non avessi vinto qui – ha ammesso Murray – sarebbe stata dura ripartire. Avanti 2 set a 1, sarebbe stato difficile accettare una sconfitta…”. I k.o. ‘eccellenti’ subiti in passato hanno lasciato il segno: “Ti chiedi sempre: ‘Succederà mai?”. A Flushing Meadows, finalmente, è arrivata la risposta sperata.
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