Il Papa in Libano apre al dialogo con i musulmani: Basta intolleranze

”Al di là del vostro Paese, vengo oggi idealmente anche in tutti i Paesi del Medio Oriente come pellegrino di pace, come amico di Dio, e come amico di tutti gli abitanti di tutti i Paesi della regione, qualunque sia la loro appartenenza e il loro credo”. Con queste parole Benedetto XVI ha aperto la sua visita pastorale di tre giorni in Libano, nel suo discorso pronunciato all’aeroporto di Beirut.
”Le vostre gioie e i vostri dolori – ha scandito Ratzinger – sono continuamente presenti nella preghiera del Papa e chiedo a Dio di accompagnarvi e di consolarvi. Posso assicurarvi che prego particolarmente per tutti coloro che soffrono in questa regione, e sono molti”.
Il Pontefice ha quindi indicato nel Paese dei cedri l’esempio da seguire per la convivenza tra le diverse fedi: ”Il Libano dimostra a tutto il Medio Oriente come all’interno di una stessa nazione possano vivere e collaborare fedeli di religioni diverse”.
”Non dimentico – ha proseguito Benedetto XVI – gli eventi tristi e dolorosi che hanno afflitto il vostro bel Paese per lunghi anni”. ”La felice convivenza tutta libanese – ha aggiunto – deve dimostrare a tutto il Medio Oriente e al resto del mondo che all’interno di una nazione possono esistere la collaborazione tra le varie Chiese, tutte parti dell’unica Chiesa cattolica, in uno spirito di comunione fraterna con gli altri cristiani, e, al tempo stesso, la convivenza e il dialogo rispettoso tra i cristiani e i loro fratelli di altre religioni”.
Più tardi Benedetto XVI ha insistito sulla linea del ”basta con le intolleranze tra cristiana e musulmani”. ”Noi sappiamo che l’incontro tra l’islam e il cristianesimo ha spesso assunto la forma della controversia dottrinale. Purtroppo, queste differenze dottrinali sono servite come pretesto agli uni e agli altri per giustificare, in nome della religione, pratiche di intolleranza, di discriminazione, di emarginazione e persino di persecuzione”, ha detto nell’esortazione post-sinodale presentata e firmata oggi nella Basilica Greco-Melkita di St. Paul di Harissa. Un testo che raccoglie le conclusione del sinodo per il Medio Oriente dell’ottobre 2010.