Film su Maometto, kamikaze all’aeroporto di Kabul: 12 morti. Fatwa contro regista e attori

Film su Maometto, kamikaze all’aeroporto di Kabul: 12 morti. Fatwa contro regista e attori

Non si placano le violenze e le proteste nel mondo islamico contro il film sul profeta Maometto, prodotto negli Stati Uniti. Un imam salafita egiziano, Ahmad Fouad Ashoush, ha lanciato una fatwa contro tutte le persone coinvolte nel film, tra cui gli attori e il regista. Lo ha riferito ‘Site’, il sito di intelligence americano che ha scoperto la fatwa del religioso su alcuni forum jihadisti.
“I bastardi che hanno fatto questo film sono miscredenti. Emetto una fatwa e chiedo ai giovani musulmani in America e in Europa di eseguire questo compito, ovvero uccidere il regista, il produttore, gli attori e tutti quelli che hanno aiutato e promosso il film”, ha ammonito Ashoush. “Giovani musulmani – ha aggiunto – date a questa gente ripugnante una lezione tale che la possano capire tutte le scimmie e i maiali in America ed Europa. Possa Allah guidarvi verso il successo”.
Sarebbe stato un 65enne regista di soft porno, Alan Roberts, a dirigere il film su Maometto che sta infiammando il mondo arabo. Il produttore, invece, è Sam Bacile, alias Nakoula Bassaeley Nakoula. Alcuni degli attori del film, la cui identità non è stata rivelata per motivi di sicurezza, hanno dichiarato di essere ignari del soggetto del film i cui dialoghi sarebbero stati in seguito doppiati.
AFGHANISTAN – E’ di almeno 12 morti il bilancio di un attentato kamikaze avvenuto stamani nei pressi dell’aeroporto di Kabul. Lo ha riferito la polizia afghana in una nota nella quale è precisato che “un attentatore suicida si è fatto esplodere con la sua auto sulla strada che porta all’aeroporto di Kabul”, uccidendo “nove operai stranieri e tre civili afghani”. Nell’attacco, il cui obiettivo era il van sul quale viaggiavano gli stranieri, sono rimasti feriti anche due agenti della sicurezza.
Tra le vittime, ha reso noto il vice capo della polizia nella capitale afghana, Mohammad Daud Amin, citato dall’agenzia d’informazione ‘Dpa’ – ci sarebbero cittadini di nazionalità russa e sudafricana . Ma il portavoce dell’ambasciata russa a Kabul, Stepan Anikejew, ha smentito che suoi connazionali siano morti nell’attentato, precisando che le vittime sono “sette sudafricani, un kirghizo e un interprete afghano”.
Il gruppo ribelli Hezb-e-Islami ha rivendicato l’attentato, spiegando che si tratta di una “vendetta” per il film blasfemo su Maometto. “L’attentato – ha dichiarato il portavoce dell’organizzazione Zubair Seddiqi – è stato eseguito da Fatima, una ragazza di 20 anni, per rappresaglia al film anti-Islam”.
PAKISTAN - Il Pakistan ha bloccato l’accesso a YouTube a causa della presenza sul sito del trailer del film. Il provvedimento, come riporta l’agenzia d’informazione ‘App’, era stato annunciato ieri sera dal premier pakistano Raja Pervez Ashraf a seguito delle proteste scoppiate in diverse città del Paese e in cui sono morte due persone. “L’indicazione è stata data dopo che YouTube ha rifiutato di prestare attenzione al consiglio del governo pakistano di rimuovere il film blasfemo dal suo sito”, si legge in una nota del governo di Islamabad. L’accesso alla piattaforma di video-sharing sarà sospeso finché il trailer di ‘The Innocence of Muslims’ non sarà rimosso.
BANGLADESH – Anche il Bangladesh ha deciso di bloccare l’accesso a YouTube. Lo ha riferito l’Authority per le Telecomunicazioni di Dacca in una nota citata dalla ‘Dpa’. “Abbiamo bloccato il sito web per un periodo indefinito su decisione del governo”, si legge nel comunicato dell’Authority. Nei giorni scorsi il primo ministro, Sheikh Hasina Wazed, aveva fatto appello al divieto di trasmettere il film che insulta il profeta Maometto, dichiarando: “Mai tollereremo questo genere di insulti”. Oltre 10mila persone hanno protestato nel Paese a maggioranza musulmana la scorsa settimana. Il film è stato condannato anche dal leader dell’opposizione Khaleda Zia.
INDONESIA – Sono proseguite anche oggi le proteste nel Paese. Secondo l’agenzia d’informazione ‘Sipa’, alcune centinaia di persone hanno manifestato a Medan, la terza città più grande dell’Indonesia, bruciando una bandiera americana e alcuni pneumatici davanti al consolato degli Stati Uniti. I dimostranti, appartenenti a diversi gruppi islamici, hanno agitato delle bandiere con la scritta ‘America va all’inferno’.