Pdl Lazio, cade la prima testa: si dimette il capogruppo Battistoni. Berlusconi frena le dimissioni della Polverini: teme un effetto domino su Milano
Prime dimissioni alla Regione Lazio dopo il caso del consigliere Pdl Franco Fiorito, indagato per peculato nell’ambito dell’inchiesta sull’impiego di fondi regionali del Pdl. A lasciare è stato oggi il capogruppo del Popolo della libertà al consiglio regionale, Francesco Battistoni. Dopo aver comunicato al segretario di via dell’Umiltà l’intenzione di dimettersi da capogruppo del Pdl in consiglio regionale (durante un incontro in via dell’Umiltà) Battistoni è stato ricevuto in via del Plebiscito, dove si è svolto un vertice tra il Cavaliere e lo stato maggiore del partito per parlare proprio del caso Fiorito.”Il consigliere regionale Francesco Battistoni si è dimesso da capogruppo non già perché fosse indagato o sfiduciato politicamente – ha detto il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano - ma per un suo gesto di grande responsabilità nei confronti delle istituzioni e del Pdl che non possiamo che apprezzare”.”Credo di essere una persona responsabile, l’ho sempre dimostrato – ha dichiarato Battistoni a SkyTg24 – Non voglio si sfrutti il nome mio e del mio gruppo per strumentalizzazioni” e per questo ”ho presentato le dimissioni nelle mani del mio segretario. Quanto al controllo sulla gestione dei fondi del gruppo, Battistoni ha spiegato: ”Per prima cosa, ho fatto quello che dovrebbe fare ogni buon amministratore, vedere se i conti sono in regola. Ho fatto tutto quello che mi dettava la legge e la mia coscienza soprattutto”. Rinvia invece a domani qualsiasi presa di posizione la governatrice del Lazio Renata Polverini che smentisce le voci sulle sue dimissioni ‘frenate’ da Berlusconi: “Qualcuno parla al posto mio, domani c’è un consiglio, voi sapete che ho scelto la sede istituzionale che è il luogo dove mi hanno eletto tutte le persone”, afferma. Domani è prevista infatti la riunione del consiglio regionale del Lazio sui tagli ai costi della politica chiesti dalla stessa Polverini, che proprio sull’ok alla sforbiciata aveva condizionato il suo impegno ad andare avanti. “Non è mia abitudine chiedere la testa”, di nessuno, ha detto Polverini aggiungendo che il Pdl è un partito che “sostiene la maggioranza” e ”ci ha messo nei guai attraverso persone che si sono rivelate poco per bene”.Il terremoto politico del Lazio scuote tutto il Pdl. Una delegazione di sindaci delle principali città italiane amministrate dal Pdl ha incontrato oggi a Roma Angelino Alfano, manifestando, spiega una nota dei primi cittadini, “forte malessere rispetto la gestione a livello locale del partito, spesso guidato da figure calate dall’alto e nominate non certo attraverso criteri meritocratici”. Hanno ribadito poi con forza l’intenzione di portare avanti ”una battaglia di rinnovamento interna al Pdl che metta al centro la questione morale e il legame diretto con i cittadini basato su credibilità e competenza. Battaglia la cui urgenza risulta quanto mai evidente a fronte degli accadimenti di questi giorni. Il segretario Alfano si è mostrato comprensibile e aperto all’ascolto”.La delegazione dei sindaci terrà, mercoledì prossimo, presso la sede del partito in via dell’Umiltà una conferenza per illustrare alla stampa ”un documento programmatico incentrato sulla necessità di rinnovare la classe dirigente attraverso l’introduzione di meccanismi elettivi per tutti i livelli decisionali del partito che risultano ancora frutto di cooptazione e/o nomina gerarchica”.”Mai più quello che è accaduto nel Lazio”, ha tuonato Alfano che in mattinata ha convocato per martedì 25, i capigruppo e i vicecapigruppo di tutti i Consigli regionali d’Italia per fare il punto della situazione.Intanto sul fronte dell’inchiesta, dopo il lungo interrogatorio di Franco Fiorito avvenuto ieri sera, l’attenzione dei magistrati si sposta su una decina di persone. I documenti che Fiorito, indagato per peculato, ha consegnato ai magistrati si riferirebbero a tutti i componenti del Consiglio regionale del Pdl e rappresenterebbero la prova di operazioni inesistenti. Sui fatti accaduti ieri nell’ambito dell’inchiesta l’avvocato Carlo Taormina che assiste Fiorito ha affermato: ”Il mio assistito ha chiesto ai pubblici ministeri di indagare, di andare a guardare se a fronte dei soldi concessi corrisponda o meno l’organizzazione di un convegno, l’affissione di un manifesto, la pubblicazione di un testo. Comunque – ha detto ancora Taormina – Fiorito ai magistrati ha consegnato anche documenti riguardanti le somme e le indennità a lui liquidate”.L’avvocato Enrico Pavia che assiste il consigliere insieme con Taormina prevede che la vicenda potrebbe avere clamorosi sviluppi e colpi di scena. Secondo il penalista “Fiorito è provato ma allo stesso tempo è determinato nella richiesta di approfondimenti delle posizioni di altri consiglieri regionali”.Il consigliere dal canto suo ha parlato ai microfoni di Sky Tg24. ”Non ho detto che Renata Polverini non poteva non sapere. Non esiste alcun sistema e ho rendicontato tutto” ha affermato. ”Non mi piace essere paragonato a Luigi Lusi – ha aggiunto – e non ho paura di andare in carcere perché non c’è motivo di finirci”.Stamane i militari della Guardia di finanza sono tornati in Regione per ascoltare alcune persone. Alle fiamme gialle i magistrati hanno affidato il compito di accertare le modalità in base alle quali vengono assegnati i fondi ai partiti rappresentanti insieme al Consiglio regionale. Alla Pisana la Guardia di finanza sta facendo le verifiche anche attraverso l’audizione di funzionari della presidenza del Consiglio regionale.
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