Crisi Fiat, Marchionne incontra Monti. Sul tavolo cassa integrazione e aiuti fiscali

Crisi Fiat, Marchionne incontra Monti. Sul tavolo cassa integrazione e aiuti fiscali

Cassa integrazione in deroga per evitare di licenziare i lavoratori e mantenere aperti i quattro stabilimenti della Fiat, Mirafiori, Pomigliano, Cassino e Melfi. Ma non solo. Defiscalizzazione degli investimenti in ricerca e sviluppo, chiaramente destinata a tutta l’industria, e misure che intervengano sul caro carburanti e Rc auto, in modo da sconfiggere la disaffezione all’auto che negli ultimi cinque anni hanno portato alla perdita netta di 1 milione di immatricolazioni. Sono alcune delle ipotesi che saranno prese in considerazione a Palazzo Chigi, durante l’incontro di oggi tra governo e Fiat.
L’obiettivo dichiarato è quello di fare il punto sul futuro del gruppo automobilistico in Italia, con un mercato passato da quasi 2,5 milioni di auto vendute nel 2007, a 1,350 milioni di vendite previste per il 2012. E se da Fiat sono attese indicazioni chiare sulle reali intenzioni per la produzione in Italia, è presumibile che il governo possa utilizzare diversi argomenti per scoraggiare la tentazione di un progressivo disimpegno. Senza per questo scivolare su posizioni dirigiste.
Alle parole, in sostanza, dovranno seguire i fatti. Tanto che al tavolo, vista la delicatezza del dossier, dovrebbero sedere solo i diretti protagonisti della partita: per Fiat l’ad Sergio Marchionne e il presidente John Elkann, mentre per il governo oltre al premier Mario Monti, ci saranno i ministri del Lavoro, Elsa Fornero, e dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Il primo nodo da sciogliere sarà quello degli ammortizzatori sociali. A Mirafiori, Pomigliano e all’ex Bertone, oggi c’è un massiccio ricorso alla cassa integrazione straordinaria, ma il provvedimento scadrà nel 2013. Il governo, per evitare i licenziamenti, potrebbe autorizzare la cassa integrazione in deroga, ma bisogna fare i conti con le poche risorse disponibili e i numerosi casi di crisi aperti.
Una possibile strada per consentire agli stabilimenti italiani di sopravvivere, come ha spiegato Marchionne nei giorni scorsi, potrebbe essere quella di produrre modelli da vendere in Usa, dove il mercato continua a crescere. Fiat, invece, considera irrealistica l’eventualità di cedere l’Alfa Romeo e uno stabilimento a Volkswagen. E tanto meno ad un produttore cinese, di cui si era già ventilata l’ipotesi per lo stabilimento siciliano di Termini Imerese e per quello irpino di Irisbus, ma che mai si è concretizzata.
Se appare non percorribile l’ipotesi che il governo possa rieditare gli incentivi alla rottamazione, esauritisi in tutta Europa, al tavolo potrebbero invece affacciarsi ipotesi che sostengano indirettamente la domanda di auto. Si tratterebbe cioè di sconfiggere la disaffezione all’auto, intervenendo sul prezzo dei carburanti – dopo che la benzina ha superato persino la soglia psicologica dei 2 euro al litro – con un intervento diretto del ministero dello Sviluppo economico, che starebbe studiando un meccanismo più sofisticato della cosiddetta ‘sterilizzazione’ dell’Iva.
Si tratterebbe di una nuova accisa ‘mobile’, che semplifica -ma soprattutto rende vincolante nella sua applicazione- il meccanismo di sterilizzazione dei perversi effetti moltiplicatori degli aumenti del prezzo industriale dei carburanti sull’Iva, che insiste in percentuale fissa sulla sommatoria tra prezzo industriale e accisa. L’accisa ‘mobile’ scatterebbe automaticamente alla fine di ogni trimestre garantendo correzioni di accisa di almeno un centesimo di euro per compensare le variazioni dell’Iva dovute all’andamento dei prezzi internazionali dei prodotti pretroliferi rispetto alla media dei tre mesi precedenti.
Poi, il capitolo assicurazioni. L’auspicio della Fiat è che il governo possa, se non proprio accettare, almeno prendere spunto dalla proposta avanzata dall’Aci per tagliare le tariffe Rc auto del 40%. La proposta in quattro punti, alla quale però il governo non ha ancora dato risposta, prevede l’obbligo tassativo della riparazione delle auto coinvolte in un sinistro presso le officine convenzionate con le compagnie. Così come occorre da un lato aumentare da due a cinque giorni i tempi per la visita del perito, e dall’altro lato ridurre da 24 mesi a soli 90 giorni il termine ultimo per la denuncia di un sinistro. Inoltre l’Aci propone l’obbligo dell’analisi strumentale per il danno biologico più diffuso, quello relativo al cosiddetto colpo di frusta.
”Sono felice che il ministro Passera, andando in Brasile, si sia reso conto dei grandi risultati della Fiat in quel Paese. Certamente non gli sarà sfuggito che il Governo brasiliano sia particolarmente attento alle problematiche dell’industria automobilistica”. Così in una nota l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, in una replica alle dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
”Sono sicuro – aggiunge l’ad del Lingotto – che il ministro sappia che le case automobilistiche che vanno a produrre in Brasile possono accedere a finanziamenti e agevolazioni fiscali. In particolare – ricorda marchionne – per lo stabilimento nello stato di Pernambuco, in corso di costruzione, la Fiat riceverà finanziamenti sino all’85% su un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro. A questi si aggiungeranno benefici di natura fiscale, quando sara’ avviata la produzione di automobili, per un periodo minimo di 5 anni.
”Per quanto riguarda la Fiat l’ultima operazione del genere in Italia si è verificata all’inizio degli anni novanta per lo stabilimento di Melfi” precisa Marchionne, concludendo: ”Sappiamo bene che, considerando l’attuale quadro normativo europeo, simili condizioni di finanziamento non siano ottenibili nell’ambito dell’Unione europea”.
Non ha voluto replicare il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera che si è limitato a ricordare l’incontro di sabato con Marchionne.