Ruberie Pdl Lazio, allarme della Corte dei Conti: una situazione peggiore di tangentopoli
Sullo scandalo dei finanziamenti della Regione Lazio ”la Corte dei Conti è molto preoccupata e oserei dire, usando un termine che però esprime uno stato d’animo, è addolorata per tutto questo. E’ molto preoccupata e sente tutto il disagio perché sono fatti gravissimi”. Lo ha detto Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, sullo scandalo delle spese fuori controllo nella Regione Lazio.
Per Tiziana Parenti, ex magistrato del pool di Mani Pulite, gli scandali che stanno emergendo per l’utilizzo dei fondi pubblici dei partiti nel Lazio e in altre regioni italiane ”fanno emergere un quadro che è addirittura peggiore di quello di tangentopoli”. ”La tangentopoli ‘classica’ – sottolinea all’Adnkronos – si configurava nella maggior parte dei casi come il finanziamento illecito di privati ai partiti politici per ottenere appalti e vantaggi nell’attività imprenditoriale”. ”In questo caso, invece – osserva Parenti – siamo di fronte ad un sistema di presunti abusi nell’utilizzo dei fondi dei partiti, una possibile frode generalizzata nei confronti di tutti i cittadini. Nel primo caso il privato pagava volontariamente per ottenere un proprio tornaconto, stavolta sembra proprio che a rimetterci siano tutti coloro che, con le tasse che sono costretti a versare, assicurano i fondi pubblici ai partiti politici. Il rapporto illecito tra un privato e i partiti è condannabile, ma qui siamo di fronte a casi di appropriazione che denotano disprezzo verso i cittadini”.
A commentare all’Adnkronos le ”notizie sconfortanti” relative ai presunti abusi di fondi pubblici dei partiti nel Lazio e in varie regioni è anche monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Lavoro, Giustizia e Pace della Cei. ”Più ci si allontana dai problemi della gente, più la politica diventa evanescente, incapace di capire e soggetta a bramosie” dice mons. Bregantini. Il rischio, spiega, ”è che a sua volta la gente si allontani progressivamente dalla politica”. A suo giudizio, ”bisogna prendere ad esempio gli amministratori più vicini al popolo, quelli che fanno una politica umile, attenta ai bisogni delle persone. La gratitudine, in questo momento, va ai tanti bravi sindaci dei piccoli centri, che applicano concretamente il significato del termine democrazia, una parola di spessore che prevede che il popolo orienti e guidi l’azione degli amministratori”. ”Lo sperpero di soldi pubblici è terribile – commenta il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole – Per questi signori sarebbe utile venire nei Comuni con la gente che non ha da mangiare e nemmeno i soldi per comprare il latte ai loro figli mentre loro festeggiano con caviale e champagne. E’ una situazione pericolosa perché non si sa cosa può succedere quando la gente ha fame”.
Il primo cittadino si dice d’accordo con mons. Bregantini ed esprime ”l’amarezza di un sindaco che si vede tagliare i fondi per i servizi essenziali”. ”Chi sta nella stanza dei bottoni – dice all’Adnkronos – non ha idea di cosa sta succedendo in Italia. Chi fa politica deve garantire le necessità e fare fronte ai bisogni dei cittadini, mettersi al servizio, non guardare ai propri interessi”.Intanto, mentre Antonio Cicchetti, consigliere regionale del Lazio del Pdl, in una nota diffusa “in riferimento alle notizie riportate dalla stampa nazionale in data odierna circa spese effettuate con i fondi messi a disposizione dei gruppi consiliari della Regione Lazio”, precisa di non aver ”mai chiesto rimborsi o inviato fatture per il pagamento di consulenze, pranzi, cene, viaggi, nolo auto, acquisto carburante, alberghi, sagre, carri mascherati, gadget, acquisti personali o da destinare come regalie a terzi”, il deputato del Pdl Guido Crosetto si sfoga contro il suo partito dopo il caso Fiorito. ”La misura è colma. Non c’è spazio nello stesso partito per tutto ed il contrario di tutto. Per persone serie e professionisti del malaffare. In ogni organizzazione, gruppo, associazione ci sono mele marce. Ma si cacciano. O il Pdl ha la forza di fare pulizia completa, di liberarsi di quelli per cui la politica è esclusivo strumento di arricchimento o di alternativa ad un lavoro oppure - avverte - non c’è più spazio per me e senza alcun problema tornerò a fare altro. Voglio un luogo di dibattito, un congresso di ricostruzione, delle regole severe, dei fatti. Basta con il fioretto. Serve il machete. E non mi limito al caso Lazio”.
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